“Una volta uno dei moschettoni che tenevano appeso alla croce uno dei ladroni si è sganciato. E lui è volato giù, facendo un tuffo rovinoso nella sabbia e sollevando una nuvola di polvere. Applausi fragorosi del pubblico. Alla fine, poi, diversi spettatori sono venuti a chiederci: che bella scena, proprio drammatica, ma come avete fatto?”.

Facevo la parte di Gesù Cristo. Una sera mancavano i fustigatori, per sostituirli furono mandati in scena due ragazzi che non avevano mai tenuto in mano una frusta. Oh, quelli mi frustavano davvero!

Insomma, non sai mai cosa può capitare, quando assisti alla rappresentazione della Passione di Gesù Cristo che la popolazione di Sordevolo, nel Biellese, mette in scena ogni cinque anni, da oltre due secoli. E se lo spettacolo riesce sempre a sollevare l'entusiasmo del pubblico, sino a un'autentica commozione, forse è ancora più bello viverlo da dietro le quinte, con i sordevolesi che ne sono protagonisti, o che lo sono stati in passato. Tutti pronti a svelare retroscena, elencare incidenti, ricordare aneddoti di un'epopea quotidiana che li accompagna giorno dopo giorno, da quando sono venuti al mondo, mica solo nei tre mesi in cui il villaggio si riempie di spettatori arrivati persino dagli Stati Uniti, o nei cinque anni passati fra prove e preparazioni, discussioni e decisioni da prendere.

Cinque anni che questa volta, causa Covid, sono diventati sette. Dopo l'edizione del bicentenario, nel 2015, quella del 2020 è stata rimandata di due anni. Ma nessuno su queste montagne si è scoraggiato. Non si è sordevolesi se non si ha la Passione nel sangue, del resto. Ed è  questa “passione” viscerale, l'amore per una cosa ereditata e da tramandare, con ruoli spesso che passano di padre in figlio, il segreto del successo di quello che non è un rito religioso, ma uno spettacolo di teatro popolare, allestito con professionalità da teatro stabile, coinvolgendo 700 abitanti su 1300, più della metà della popolazione. Per dimensioni, complessità organizzativa, numero di attori e comparse (tutti dilettanti) si tratta del più grande spettacolo corale esistente in Italia, secondo in Europa solo al Passionspiele che si rappresenta ogni dieci anni a Oberammergau, sulle Alpi Bavaresi (vedi qui il nostro articolo dedicato).


I NUMERI, LA MUSICA, LA REGIA
Bastino alcuni numeri a dare l'idea: 400 attori, di cui 42 per i ruoli principali e 360 comparse dai 5 agli 80 anni; un asino e 14 cavalli; uno staff di 300 persone; 34 repliche in tre mesi, dal 18 giugno al 25 settembre 2022, di cui due recitate solo da bambini (sono loro il futuro della Passione). La rappresentazione dura oltre due ore, su un enorme palcoscenico (all'aperto) davanti a 2400 spettatori (seduti al coperto). Dall'edizione del 2005 infatti la Passione ha la sua “casa” in un moderno anfiteatro di 4000 mq, dove imponenti scenografie ricostruiscono la Gerusalemme del 33 d.C., e ha pure la sua colonna sonora originale, composta per soli, coro e orchestra dal maestro Giulio Monaco.

Grande professionalità anche nella regia, per la quarta volta affidata a Celestino Fogliano, enfant du pays che ha gestito, a partire dall'edizione 2005, il passaggio dalla vecchia recitazione parecchio urlata al maggior realismo consentito dai microfoni senza fili. In precedenza, Fogliano già da bambino, nel 1960, aveva recitato nei panni di un angioletto, da adulto poi era stato san Giovanni e per ben quattro volte Gesù Cristo. Percorsi analoghi a quelli di tanti altri sordevolesi, incluso l'attuale sindaco Alberto Monticone: orgoglioso di appartenere a una famiglia che da cent'anni fornisce interpreti alla Passione, in passato l'ha vissuta appeso a una croce sia come buon ladrone sia come cattivo. Ora il sindaco è entusiasta di sfrecciare su un cavallo, nei panni del primo cavaliere romano che si pente di aver crocifisso Gesù.

UN TESTO DALLE ORIGINI MISTERIOSE
Sordevolo si trova sulla strada che congiunge i due più importanti luoghi di devozione del Biellese, i santuari di Graglia e di Oropa: chissà se fu anche per sentirsi alla loro altezza che iniziò a mettere in scena la Passione. Da quando? Dal 1816, secondo la tradizione popolare. Ma è certo che a Sordevolo rappresentazioni si facevano ben prima.

Il testo utilizzato, poi, risale addirittura alla Roma di inizio Rinascimento: scritto dal fiorentino Giuliano Dati a fine Quattrocento rielaborando laudari umbri e toscani, veniva rappresentato al Colosseo pare fino al 1539. A portarlo a Sordevolo potrebbero essere stati tessitori biellesi in contatto la corte papale (il manoscritto originale è oggi nell'Archivio Segreto Vaticano). Certezze tuttavia non ce ne sono. E, come ha scritto lo studioso Giuseppe Silmo, “la ricerca di documenti sulla prima Passione di Sordevolo è diventata un po’ come quella del Sacro Graal”.

IL MIRACOLO DELLA PASSIONE
C'è comunque una sorta di miracolo che si ripete ogni cinque anni (sette, questa volta): riproposto sulla scena sordevolese, l'antico testo, a volte quasi incomprensibile, si mostra capace di toccare corde individuali, muovere emozioni, fare immedesimare, stimolare pensieri. Accade tanto in chi recita quanto in chi assiste. Provò a spiegarlo nel 1970 un grande scrittore di origini biellesi, Italo Alighiero Chiusano, cui si devono pagine fra le più sentite sulla Passione: “Venuti con un certo scetticismo a vedere una manifestazione popolare, conquistati poi infantilmente dalla bellezza e naturalezza dei movimenti di massa, dalla fedeltà e policromia dei costumi, dalla dignità delle scene austere, a questo punto non siamo più spettatori paganti, né studiosi di folclore, né patiti di teatro; siamo creature nude, soli con la nostra miseria, gli occhi rivolti alla viva ripetizione di un evento che ci sembra l’unica risposta accettabile al nostro interrogativo esistenziale. Un paese intero ha patito una grande esperienza e lo ha fatto con decoro, senza convulsioni orgiastiche, alla maniera schiva dei Biellesi. Si torna a casa coi propri dubbi e la propria tristezza, ma qualcosa è rimasto e il lungo appuntamento con la prossima volta diventa un impegno a verificare con una riprova, questa strana cosa che ci è stata messa dentro”.

Tutti a Sordevolo, dunque. Senza mancare, prima dello spettacolo, una visita al piccolo Museo della Passione, allestito dall'Associazione Teatro Popolare di Sordevolo nel coro e nella sacrestia dell'ex chiesa di Santa Marta. Costumi, reperti, foto, filmati, manifesti, documenti e contenuti digitali vi raccontano la storia del rapporto fra il paese e la “sua” rappresentazione. Un legame così forte che facilmente, camminando per strada e nei vicoli di Sordevolo, sentirete gli abitanti salutarsi con un “ciao Giuda!” o “ciao Gesù!”: a tal punto chi recita nella Passione diventa il personaggio che interpreta.

INFORMAZIONI

Info su www.passionedisordevolo.com
Biglietti da 18 a 50 euro in vendita su www.ticketone.it, riduzione del 50% per i bambini da 3 a 12 anni
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