Ne è valsa la pena. Dopo tre anni di trattative il Mausoleo di Sant’Urbano dell’Appia antica torna a fare parte del patrimonio dello Stato, che ora può recuperare dal degrado e restituire alla comunità un bene che sarà restaurato, oltre che un nuovo spazio verde situato in uno dei tratti più suggestivi della Via Appia.
 
Il processo di acquisizione da privati è iniziato nel 2017 è stato non privo di difficoltà, ma finalmente nella giornata di lunedi 18 gennaio è arrivato l’annuncio del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.

“Oggi - dichiara il ministro - si compie un altro, importante passo verso il pieno recupero al patrimonio pubblico del più importante complesso archeologico dell'Appia Antica rimasto in mani private. L'acquisizione del Mausoleo di Sant'Urbano da parte del Parco è l'inizio di un percorso che aprirà ai cittadini questo sito straordinario, arricchendo così l'esperienza di visita della più grande area archeologica al mondo”.

IL MAUSOLEO DI SANT’URBANO
Il cosiddetto Mausoleo di Sant’Urbano è una monumentale tomba in laterizi databile nel IV secolo d.C., che conserva imponenti mura alte oltre dieci metri di altezza, con abside e nicchie laterali e resti della scalinata frontale d’accesso.
 
Posto su un diverticolo basolato, una traversa che si parte dall’Appia Antica all’altezza del IV miglio, è a circa venti minuti di cammino dal più noto Mausoleo di Cecilia Metella e a quindici dal Casale di Santa Maria Nova e dalla Villa dei Quintili, in una posizione strategica quindi per la visita del ricco territorio del Parco.

L’edificio, indagato alla fine dell’800 da Rodolfo Lanciani con i fratelli Giambattista e Bernardo Lugari, che avevano acquistato il terreno dal principe Alessandro Torlonia, deve il suo nome all’episodio citato dalle fonti cristiane, secondo le quali il corpo del Santo sarebbe stato trasportato dalla devota matrona Marmenia in un edificio realizzato in una sua proprietà lungo la via consolare. Di conseguenza la villa retrostante il sepolcro venne definita domus Marmeniae e il mausoleo attribuito appunto a Sant’Urbano.

DAL DEGRADO AL RESTAURO
Per arrivare al lieto fine il ministero ha concordato con la precedente proprietà di occuparsi di imponenti lavori di ripristino che hanno portato ad eliminare le manomissioni realizzate nel corso degli anni all’interno dell’area. Si trattava di strutture addossate al monumento o realizzate nei suoi pressi per usi impropri che ne compromettevano il valore.

“Sono particolarmente felice di aver potuto siglare oggi l’atto definitivo che consegna al nostro Istituto il sepolcro - ha detto il direttore del Parco dell’Appia antica, Simone Quilici. È una buona notizia che ravviva un momento complicato per tutti. Il mausoleo è diventato negli anni un simbolo della deturpazione e degli abusi che in questa zona erano impunemente perpetrati a danno dei beni culturali nonostante le innumerevoli denunce di tanti intellettuali tra i quali voglio ricordare Antonio Cederna”.