Per tutto maggio 2017, il sito del Touring Club Italiano - in collaborazione con Hertz - seguirà il Giro d'Italia edizione numero 100, che partirà il 5 maggio da Alghero per concludersi il 28 maggio a Milano. A raccontarci le tante storie del Giro d'italia 2017 sarà Gino Cervi, scrittore e giornalista, nonché cultore di storia del ciclismo, autore di volumi di storia dello sport e curatore di guide turistiche (tra cui molte del Touring Club Italiano). Seguiteci lungo le strade del nostro Bel Paese!
"Da duecentocinquanta galee e galeoni con sfarzose velature eran sbarcati a Messina quantacinquemila uomini, e s'eran messi in cammino. La brigata Napoli, tra il garrire di quindici bandiere sbrindellate, marciava in testa. Seguivano a passo accelerato ed elastico le brigate Granada e Moncada. Poi sferragliavano le artiglierie, pezzi pesanti su affusti massicci e grosse ruote le cui tirelle eran tese da quasi mille cavalli. Certi cannoni erano torti a spirale, altri invece squamati, alcuni adorni di rilievi araldici o allegorici. Le bocche raffiguravano ceffi umani, draghi sbadiglianti e teste di leone. La maggior parte dei pezzi era liscia e disadorna, solo la culatta era guarnita di medaglioni..."
L'ARMADA DEL GIRO
Era una mattina di fine estate del 1571, quando, nell'aria lattiginosa di scirocco, la costa da Messina a Scaletta Zanclea vide sfilare lo smisurato accampamento del più grande esercito 'europeo', l'armata cristiana della Lega Santa. Le flotte alleate, agli ordini del Generalissimo, don Giovanni d'Austria, fratellastro di Filippo II di Spagna, figlio bastardo di Carlo V e della figlia di un mastro cintaio di Ratisbona, si erano date appuntamento sullo Stretto per poi fare vela contro il nemico, al largo del golfo di Corinto.
Era la vigilia della madre di tutte le battaglie, Lepanto, dove la minacciosa avanzata del gran nemico turco-ottomano sarebbe stata fermata per sempre. O forse no. Così raccontano quel memorabile evento le pagine del prodigioso romanzo di Franz Zeise, "L'Armada", salvato dall'immeritato oblìo grazie a Leonardo Sciascia.
NONNO VICIENZO
Ieri pomeriggio, la colorata Armada del Giro ha ripopolato le strade di Messina. La sfilata non è durata, come quella di quattrocentoquarantasei anni fa, oltre sette ore e c'erano un po' meno di dodicimila carrozze, trentamila cavalli e quindicimila scudieri. Ma l'attesa era la stessa che allora vibrava per l'arrivo del Generalissimo. Il Generalissimo Vincenzo Nibali, che ha nel cognome la memoria di un grande, visionario condottiero.
Nessun papa Pio V, nessun ammiraglio pontificio Marcantonio Colonna, nessun doge Barbarigo, nessun signore di Brantôme, però ad accoglierlo. Ma la mamma Giovanna, il papà Salvatore e il nonno che porta il suo stesso nome, 92 anni e un bel sorriso sotto un paio di sicilianissimi baffetti. Al cronista che gli chiedeva qualcosa sul nipote campione, molesto e insistente tanto da ostruirgli la visuale dalla tribuna, nonno Vicienzo ha detto: “Bappagallo, scugna chiù pi 'drà!”.
L'INVESTITURA
L'arrivo è una giostra, da cui spunta vittorioso, come a Cagliari, Gaviria, che guadagna il centro della strada e imperiosamente si mette alle spalle il colonnello italo-polacco Mareczko, i grandi elettori tedeschi Greipel e Bauhaus, il connestabile d'Irlanda Bennett. Tra la folla, dietro le transenne, pare che qualcuno abbia avvistato, come nel 1571, il grande Miguel de Cervantes che tra sé e sé borbottava: “La stirpe si eredita, la virtù si acquista; e la virtù vale da sola quello che la stirpe non vale”. Da oggi Gaviria sarà don Fernando. 
 

Il "Giro del Touring" è realizzato in collaborazione con Hertz, partner storico dell'associazione, che ha messo a disposizione di Gino Cervi una vettura ibrida Hertz Green Collection per seguire le tappe della Corsa Rosa. 
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