Per tutto maggio 2017, il sito del Touring Club Italiano - in collaborazione con Hertz - seguirà il Giro d'Italia edizione numero 100, che partirà il 5 maggio da Alghero per concludersi il 28 maggio a Milano. A raccontarci le tante storie del Giro d'italia 2017 sarà Gino Cervi, scrittore e giornalista, nonché cultore di storia del ciclismo, autore di volumi di storia dello sport e curatore di guide turistiche (tra cui molte del Touring Club Italiano). Seguiteci lungo le strade del nostro Bel Paese!
#Quattro mori, tre maglie rosa. Cinque parole per chiudere in un tweet il trittico inaugurale del Giro d'Italia. Un semi-periplo dell'isola, da nord-ovest a sud, in senso orario, col mare, quasi, sempre a sinistra: da Alghero a Cagliari, passando per Nurra, Anglona, Gallura, Baronie, Barbagia, Ogliastra, Quirra, Sarrabus.
Ma non siamo in Sardegna? Sì, ma le “Sardegne” sono tante, sono un piccolo continente, forse quel che resta dell'Atlantide sommersa; e tanti nomi, tanti suoni. Multeddu e Trinità d'Agultu, Cannigione e San Pantaleo, Buddusò e Bitti, Orune e Oliena, Baunei e Lotzorai, Arbatax e Muravera. La stessa moltitudine di suoni, di lingue che parlano i 193 partenti nel gruppo dei 'girini'. 22 squadre: 2 italiane, 2 francesi, 2 tedesche, 2 belghe, 3 statunitensi, una russa, una spagnola, una kazaka, una del Bahrein, una australiana, una sudafricana, una svizzera, una britannica, una olandese, una polacca, una degli Emirati Arabi Uniti. E poi bielorussi e svedesi, irlandesi e colombiani, danesi ed estoni, norvegesi e austriaci, costaricani e sloveni, canadesi e portoghesi, cechi e lussemburghesi, croati, argentini e albanesi. E due eritrei, Natnael Berhane e – lo dico subito così, per essere chiari – il corridore per cui farò il tifo: Daniel Teklehaimanot.
UN PULEDRO IN LIBERTÀ
Alla partenza ad Alghero per Giuni Russo, che ci voleva andare “in compagnia di uno straniero”, sarebbe stata una scelta imbarazzante. Ma ad Olbia l'occhio sarebbe caduto su Lukas Pöstlberger, venticinque anni, al suo primo Giro. Dice che non l'ha fatto apposta, che è partito pensando di avere a ruota il velocista della sua squadra, Sam Bennet. E che poi, voltandosi indietro all'ultimo km, non vedendo più nessuno a ruota e ha tirato dritto. Primo austriaco a vincere una tappa al Giro, primo austriaco a indossare la maglia rosa. Un puledro in libertà. Lo direbbe anche Franco Fresi, il più bravo poeta in lingua gallurese:
Com’ un puddhétru rudu / li pudìi allisgià lu dossu nudu, / un attimu, / pà pòi lacall’andà istripizzendi / e senza tratta punì / in un camminu di bocci di pratta.
Come a un puledro selvaggio potevi accarezzare il dorso nudo, un attimo, per poi lasciarlo andare scalpitando senza mettere orma nella strada di ciottoli d’argento.
1903: IN GITA SULL'ORTOBENE
Sabato, il giorno seguente, da Olbia a Tortolì, il mare si allontana. Si sale verso Nuoro e la Barbagia. Il 25 aprile 1903 sessantaquattro ardimentosi presero parte al primo convegno ciclistico organizzato dalle squadre di soci sardi del Touring Club Italiano. Arrivati da Sassari, Tempio Pausania, Ozieri, Cagliari, Iglesias, Oristano si erano dati appuntamento alla stazione di Macomer la sera del 24 e da qui, all'alba della mattina seguente, erano partiti in carovana in direzione Nuoro: “siamo una cinquantina di biciclette e una tripletta. Quantunque avesse piovuto abbondantemente il giorno prima, la strada è ottima e tutta in discesa”. Bortigali, Silanus, la cantoniera del Tirso. “Colazione. Affratellamento. Si incomincia a conoscersi. Si incomincia altresì ad ammirare i costumi muliebri del nuorese, bellissimi, nonché le bellissime fanciulle del vicino Illorai. Si è serviti egregiamente e con mite spesa.” Poi Orotelli, Oniferi e, finalmente, Nuoro “mollemente sdraiata in una valle amena e protetta dall'aspro Ortobene”.
L'accoglienza per i sodali del Touring è ottima: “Ammirata la graziosa nostra compagna, la signorina Nicolai di Tempio. Deposte le macchine [così si chiamavano le biciclette all'epoca], si fraternizza con gli ospitali e virili nuoresi che ci colmano di cortesie. Si rinnovano antiche amicizie; molte nuove si contraggono. Lo scopo del Touring comincia così a concretarsi”. Il giorno dopo, la gita è sulla vetta del monte Ortobene, ma senza bici, per i meno atletici in groppa a un cavallo. Si ammira il panorama: “i monti succedono ai monti, i paesi ai paesi, indi il mare lontano e tutto soffuso di una dolce tinta azzurrina che digrada al celeste più tenero, all'argenteo più delicato”. Si scattano fotografie: Carmelo Serra, console di Iglesias, immortala i soci in una foto di gruppo. Si brinda con il vermouth e a mezzogiorno “ecco spuntare spiedi di legno odorosi piantati in terra. Accoccolati o sdraiati sul verde si dà l'assalto all'antipasto: all'arrivo degli arrosti deliziosi si alza un triplice hurrà!”.
TORTOLI': PEDALI COME SPIEDI
Così andavano, cento e passa anni fa in Sardegna, le cose ciclistiche – e gastronomiche – del Touring. Il Giro d'Italia era ancora di là da essere concepito. Ora però lambisce il monte Ortobene e il gruppo non si fa distrarre dagli “odorosi spiedi”. Allo sprint di Tortolì non s'incrociano gli spiedi ma le pedaliere di Ewan e Gaviria: via libera allora alla potenza del tedesco André Greipel, che vince volata e maglia rosa.
GAVIRIA NEL VENTO
Si sentiva solo, di fuori, il rumore del vento accompagnato dal mormorio degli alberi del ciglione dietro la piccola parrocchia: un vento non troppo forte ma incessante e monotono che pareva fasciasse la casa con un grande nastro stridente, sempre più stretto, e tentasse sradicarla dalle sue fondamenta e tirarla giù.” (Grazia Deledda, La madre).
Anche i ciclisti, nell'ultima tappa sarda, da Tortolì a Cagliari, dopo Capo Boi devono fare i conti col vento. Anzi, coi ventagli. Che sono quella tecnica affinata dai corridori, soprattutto nelle Classiche del Nord, per difendersi dalle raffiche che fanno sbandare il gruppo come una notturna compagnia di ubriachi. A dieci chilometri dal traguardo di Cagliari, la QuickStep si mette in testa al gruppo e lo allunga come una corda lento. Negli ultimi 350 m di pavé, in via Roma, Fernando Gaviria, ventiduenne, sprinter colombiano di gran classe, e probabilmente di ancora più grande avvenire, è una freccia. Il suo nome è pieno di vento. Primo, e terza maglia rosa in tre giorni.
TODOS CABALLEROS!
Pöstlberger, Greipel, Gaviria. Sapete che cosa accomuna le tre maglie rosa in terra di Sardegna? Tocca tornare indietro di qualche secolo. 8 ottobre 1541. L'imperatore Carlo V è in visita ad Alghero, già ricca colonia del regno catalano di Aragona. La città trova il gradimento dell'Asburgo: Bonita, por mi fé, y bien assentada! Chiamato dalla folla che gremiva la piazza Civica ad affacciarsi dalla finestra di palazzo d'Albis, pare che pronunciasse: “Todos caballeros!”, non si sa se rivolto urbis et orbis alla cittadinanza o, in particolare, a tre nobili algheresi che si sarebbero di lì a poco uniti alla flotta imperiale in una spedizione militare in Nordafrica. Sta di fatto che, in un salto indietro nel tempo, l'austriaco Pöstlberger, il tedesco Greipel, il colombiano Gaviria sarebbero davvero stati, nel 1541, sudditi del grande regno sul quale “non tramontava mai il sole”.
Che Carlo V sapesse fin d'allora come sarebbero andate le cose al Giro del 2017?    

 

 

Il "Giro del Touring" è realizzato in collaborazione con Hertz, partner storico dell'associazione, che ha messo a disposizione di Gino Cervi una vettura ibrida Hertz Green Collection per seguire le tappe della Corsa Rosa. 
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