Per tutto ottobre 2020, il sito del Touring Club Italiano - in collaborazione con Hertz - segue il Giro d'Italia edizione numero 103 (Monreale, 3 ottobre - Milano, 25 ottobre). A raccontarci le tante storie del Giro d'Italia 2020 è Gino Cervi, scrittore e giornalista, nonché cultore di storia del ciclismo, curatore di guide turistiche Tci e autore di volumi di storia dello sport (tra cui il recente "Il Giro dei Giri"). Seguiteci lungo le strade del nostro Bel Paese! A questa pagina trovate tutte le puntate.

 

A meno di venti chilometri dal traguardo di Roccaraso-Aremogna, Pescocostanzo è un borgo impreziosito di belle e storiche architetture che si trova in bella posizione centrale e dominante nelle regione degli Altipiani. Qui ho incontrato Elio Torlontano, console abruzzese per il Touring Club Italiano, che mi ha raccontato due storie di sport che non sono il ciclismo.
 
La prima lega la località di Roccaraso e il suo sviluppo sciistico al nome di Luigi Vittorio Bertarelli, fondatore del Touring, pioniere del cicloturismo e formidabile comunicatore turistico ante-litteram. Fu infatti tra i promotori, nel gennaio del 1910, del primo “Convegno skiistico” che proponeva per la prima volta competizioni agonistiche sugli sci: nel programma erano previste gare di velocità e dimostrazioni di salto con gli sci. Da quel momento, Roccaraso, già frequentata da una ristretta élite dell’aristocrazia romana e napoletana, divenne una fiorente e frequentata stazione sciistica. Nell’inverno del 1943 venne completamente distrutta dalle truppe tedesche del generale Kesserling che volevano lasciare terra bruciata all’avanzare verso nord degli Alleati che avevano sfondato la linea difensiva Gustav. La ricostruzione del dopoguerra fu rapida, anche se lasciò poche tracce della conformazione del vecchio paese.


Pescocostanzo, guardando verso Roccaraso - foto Getty Images​
 

La seconda storia racconta di quando da queste parti provarono a mettere gli sci anche agli aerei. Nella piana del Quarto Grande, ai piedi di Pescocostanzo, esisteva un campo di addestramento della Regia Aeronautica militare dove si sperimentavano prove di volo a bordo di piccoli apparecchi muniti di “pattini speciali” per poter atterrare sulla neve. Il 2 marzo del 1930 a provare evoluzioni e atterraggi con quel tipo di velivolo, pensato soprattutto per impieghi militari, venne a Pescocostanzo Italo Balbo, già quadrumviro fascista “della prima ora” e all’epoca ministro dell’Aeronautica. Nel decennio a seguire il ministro aviatore sarebbe decollato per altri cieli, quelli atlantici delle trasvolate che lo avrebbero celebrato in tutto il mondo, e quelli nordafricani di Tobruk, dove nel 1940 trovò la morte paradossalmente, e non senza ombre di complotto.
 
Oggi invece la tappa che si concludeva sulle salite abruzzesi non è stata per trasvolatori, forse anche a causa della pioggia che ha battuto per buona parte del finale del percorso. Ci siamo lasciati alle spalle la Puglia e forse l’ultima giornata di estate tardiva. Dopo l’arrivo di Vieste, lasciato solo Pizzomunno senza la sua Cristalda, ho dormito a Rodi Garganico, ma assicuro che non mi è accaduto nulla di quanto capitato a quel personaggio del Piatto piange di Piero Chiara che, perdutamente invaghitosi della figlia del Duce, Edda Mussolini, aveva escogitato il modo di attirarne le grazie compiendo una strabiliante impresa quasi degna di Italo Balbo: circumnavigare l’Italia in barca a remi partendo da Luino. Il Merli, facendosi accompagnare in un improbabile “due di coppia” dall’amico Pozzi, disceso il lago Maggiore, e poi il Ticino, e il Po, costeggiarono la costa adriatica tra mille avventure e soprattutto disavventure. E, arrivati a Rodi Garganico fecero indigestioni di anguille e a Vieste di carrube. 


Rodi Garganico - foto Cervi
 

Risalendo in auto la litoranea, continuo a non capacitarmi di quanto poco duri il Molise. Questa volta l’ho cronometrato: 17 minuti. I nomi dei paesi abruzzesi sono bellissimi, qualcosa a metà tra il romanzo magico sudamericano e i Draghi Locopei di Ersilia Zamponi: Guardiagrele, Pennadipiemonte, Lettomanoppello, Roccacaramanico, Rivisondoli, Pescocostanzo. Sempre l’amico Torlontano mi spiega che il prefisso “pesco” è una radice della lingua degli osci, l’antica popolazione pre-latina, e sta per “spuntone di roccia, luogo elevato”, e quindi adatto all’insediamento sicuro e protetto. Se ne trovano molti altri in questa parte di Italia interiore: Pescasseroli, Pescolanciano, Pescopagano. A  Pescopennataro, come già abbiamo visto con Mongibello, è un toponimo... pignolo, che ci tiene a ribadire il concetto, giacché anche “pen, o penna”, deriva dal latino pinnus, acuto. Salendo per il passo di San Leonardo, con la grande mole del Monte Amaro incappucciato di nuvole a scortarci alla nostra sinistra, l’autunno è ormai conclamato e ce lo dicono il foliage dei boschi e la luce che, tra le nuvole, colpisce la strada con lame sempre più inclinate. 


Tappa 9 Giro d'Italia - foto Lapresse


Monte Amaro - foto Cervi
 

La tappa non è decollata, dicevamo. Qualcuno ipotizzava per oggi una sorta di redde rationem, stante le incertezze sul prossimo futuro della corsa. I migliori si sarebbero dati battaglia per indossare stasera la magia rosa ché dopo, vedi mai... Invece non è successo nulla, o quasi di tutto questo. Ancora una volta la fuga di giornata è andata a buon fine e degli otto avventurieri che si sono lanciati su e giù per le asperità d’Abruzzo a giocarsi a vittoria sull’ultima salita, quella che dal centro di Roccaraso porta agli impianti sciistici di Aremogna, sono rimasti i due: lo spagnolo Castroviejo e il portoghese Guerreiro. Il derby iberico, e anche un po’ “bellico”, è andato al “guerriero” che ha espugnato il “castelvecchio” all’ultimo sprint e da ieri sera il Giro è sempre più lusitano, con Ruben Guerreiro, da Setubal, vincitore di giornata e primo anche nella classifica dei migliori scalatori, e Joao Almeida, da Caldas da Rainha, ancora in maglia rosa, oltre che primo nella classifica dei migliori giovani al Giro.


L'arrivo di Guerreiro, tappa 9 Giro d'Italia - foto Lapresse

Direbbe, e canterebbe, Ivano Fossati:  

E c'è sempre vento in strada
ad aspettare noi che siamo qui a vedere
e a camminare e nel nostro viaggiare
e volere ricordare e toccare e camminare
In questa smania
dimentichiamo posizioni, rotte e nomi
e siamo piccoli, stupiti viaggiatori soli
e tutto questo vento intorno invece... è Lusitania.

 
Il "Giro del Touring" è realizzato in collaborazione con Hertz, partner storico dell'associazione, che ha messo a disposizione di Gino Cervi una vettura per seguire le tappe della Corsa Rosa. 
 
Si ringraziano per il sostegno al progetto anche AcdB Museo-Alessandria Città delle Biciclette e Terre di Ger.

In occasione del Giro d'Italia, per tutto il mese di ottobre il volume Touring "Il Giro dei Giri" è scontato del 40% per i soci Touring