Se non è un miracolo poco ci manca. In meno di un anno in Egitto hanno costruito il nuovo canale di Suez, un corridoio di 35 chilometri che raddoppia il canale esistente scavato nell’Ottocento su progetto dell’italiano Luigi Negrelli. Di fatto con quest’opera il canale diventa a doppio senso di circolazione: da un lato si entra nel Mediterraneo, dall’altro si esce verso il mar Rosso. Con un incremento del traffico (a regime si passerà dalle 49 navi attuali a 97) e un taglio dei tempi di percorrenza (da 18 ore a 11) e la possibilità di far transitare le immense portacontainer da quasi 400 metri di lunghezza.
INAUGURAZIONE IL 6 AGOSTO
Nel 1869 ci vollero dieci anni e un milione di lavoratori (circa 125mila perirono, falcidiati dalla malaria e dal colera), oggi meno di 12 mesi. Era il 6 agosto di un anno fa infatti quando il presidente al-Sisi annunciò il progetto. E il 6 agosto il canale verrà inaugurato ufficialmente, anche se le prime navi cargo nei giorni scorsi hanno già effettuato le traversate di prova. Quel che è incredibile, oltre ai tempi di realizzazione dell’opera, è che il Nuovo canale di Suez è stato per tre quarti finanziato dal popolo egiziano. Che non è un modo di dire, ma è da prendersi letterale. Visto che 6,5 miliardi di dollari (su 8,2 di costo totale stimato) sono stati raccolti con una sottoscrizione popolare di obbligazioni del canale andate esaurite in soli 8 giorni.

Un investimento di massa che rende l’idea di quanto importante sia per la crescita dell’economia egiziana il nuovo Suez. Tutto intorno al canale intatte è prevista la costruzione di una grande area industriale (chiamata SCZone) dove edificare nuovi impianti industriali e aree dedicate alla logistica per fare della zona del Canale non solo un luogo di passaggio, ma un punto nevralgico della distribuzione di merci del pianeta. Del resto se fino a oggi attraverso il vecchio canale transitava il 7/8% del traffico merci mondiale è quanto meno lecito aspettarsi che questa percentuale superi il poco tempo il 10%.

LA MARCIA DELL'AIDA
Ora al governo egiziano non rimane che trovare un nuovo Verdi cui commissionare un’opera che celebri l’impresa. Nel 1869 il viceré d’Egitto (allora faceva parte dell’Impero Ottomano), Ismail Pascia, commissionò a Verdi un inno per l’apertura del Canale. Il maestro rifiutò. Salvo poi affascinarsi all’idea di un’opera che avesse come sfondo l’Egitto e creare l’Aida. E proprio la scena seconda della marcia dell’Aida verrà rappresentata il 6 agosto durante la cerimonia di inaugurazione del secondo canale. Bene, bravi, bis.