È ufficiale. L'Italia candida i Portici di Bologna a sito Patrimonio dell'Umanità Unesco per il 2021. L'ha deliberato il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco, riunito ieri presso il ministro dei Beni Culturali. 

L'esito della candidatura è atteso il prossimo anno: c'è infatti bisogno di almeno un anno di tempo perché gli organismi dell'Unesco possano verificare la candidatura e decidere se approvarla (o respingerla).

Nel dossier di candidatura si spiega come i Portici di Bologna - che erano nella "tentative list" dal 2006 - siano "un elemento identificativo della città di Bologna, sia dalla comunità che dai visitatori, e sono un punto di riferimento per uno stile di vita urbano sostenibile, in cui gli spazi religiosi e civili e le abitazioni di tutte le classi sociali sono perfettamente integrate". In totale sono 12 i tratti, selezionati nell'ambito dei 62 chilometri di portici della città, localizzati sia in centro sia nelle aree periferiche: via Zamboni, il Pavaglione con piazza Maggiore, il quartiere Barca, via Santa Caterina, via Santo Stefano e piazza della Mercanzia, via Galliera e via Manzoni, strada Maggiore, Baraccano, portico della Certosa, piazza Cavour e via Farini, Forno del pane, San Luca.
 


 

Potrà bastare per entrare tra i siti Patrimonio dell'Umanità, che vengono giudicati per la loro unicità e la loro straordinarietà? (e non certo per la loro bellezza, come spiegavamo in quest'articolo). In ogni caso, la candidatura è più che mai sentita anche dalla popolazione. Come ha spiegato il Presidente della Commissione Nazionale, Franco Bernabè: "Rappresenta la conclusione di un lavoro corale tra società civile e amministratori locali. La candidatura mette in evidenza il valore universale del portico come elemento architettonico, culturale e identitario".

In Emilia Romagna sono già Patrimoni dell'Umanità Unesco "Ferrara città del Rinascimento e il suo delta del Po" (1995-1999); i "Monumenti paleocristiani di Ravenna" (1996); la Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande di Modena (1997); la foresta di Sasso Fratino, all'interno delle Foreste primordiali dei faggi (2017).

LE CANDIDATURE DEL 2020
Intanto per il 2020 ricordiamo che la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco ha puntato su altri due siti. Il primo è chiamato “Padova Urbs Picta - Giotto, La Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento” e riguarda gli straordinari monumenti di Padova che conservano importanti testimonianze pittoriche: Cappella degli Scrovegni e Chiesa degli Eremitani, Palazzo della Ragione, Battistero del Duomo, Cappella della Reggia Carrarese, Basilica del Santo, Oratorio di San Giorgio, Oratorio di San Michele.

Il secondo invece è un sito seriale, detto “Great Spas of Europe” che raggruppa, oltre al nostro Paese, Germania, Austria, Francia, Belgio, Regno Unito e Repubblica Ceca. Si tratta di dieci siti termali storici: per l'Italia è candidata Montecatini Terme.

Il responso a Fuhan, in Cina, nella sessione inizialmente prevista tra il 5 e il 7 luglio 2020 e poi rimandata a causa della pandemia al giugno/luglio 2021.