I pini di Roma hanno i giorni contati, o forse no. Come stimato dal Servizio Giardini di Roma Capitale, oltre un milione di alberi della città e dintorni sta subendo l’attacco della Toumeyella parvicornus, meglio nota come Cocciniglia tartaruga: si tratta di un parassita che invade i pini domestici, nutrendosi della loro linfa, minacciando tra l'altro un patrimonio ambientale icona estetica della Capitale.
La Cocciniglia tartaruga proviene dal Nordamerica e dopo essersi diffusa in Campania, da un anno si è insediata anche nel Lazio, e a Roma ovviamente. Il problema riguarda l’ambiente in cui si sta replicando velocemente. Mentre gli inverni rigidi del Nord America ne tengono sotto controllo la riproduzione, alle nostre latitudini e con temperature decisamente più miti i momenti riproduttivi si sono moltiplicati.
Ad oggi il trattamento più utilizzato dal Comune di Roma è l’endoterapia, una tecnica chimica che prevede l’iniezione direttamente nel sistema vascolare della pianta di una soluzione con all’interno il principio attivo che si vuole far assorbire. Una sorta di flebo che viene associata a lavaggi delle chiome degli alberi. Per dare le dimensioni del problema, basti pensare che la lotta alla Toumeyella è divenuta indispensabile con la pubblicazione di un decreto di “lotta obbligatoria” contenuto nella Gazzetta Ufficiale del 21 luglio 2021.
Massimo Proietti Rocchi, costruendo una casetta per le coccinelle  / foto Fb Coccinella Libera tutti!
COCCINELLA LIBERA TUTTI!
A dare rinforzi alla lotta al nemico dei pini romani è nata nel 2021 una iniziativa che sta facendo parlare un po’ tutti, dai social ai giornali specialistici, dalle tv finlandesi alla CBS di New York. “Coccinella libera tutti!” è il nome di una organizzazione no profit che ha come fine quello di combattere il nemico del parassita facendo “entrare in azione” i suoi nemici naturali, in questo caso un vero e proprio manipolo di... coccinelle.
“L’idea è nata quando ho frequentato la Sicilia per motivi di lavoro”. A raccontarci il progetto è Massimo Proietti Rocchi, primo animatore dell’iniziativa, con studi di entomologia alle spalle. “Nella zona dell’Etna esistono infatti molti agrumeti e altre colture difese biologicamente con le coccinelle. L’area del vulcano è popolatissima di coccinelle. Ho rispolverato i miei studi di entomologia e ho iniziato a studiarle seguendone le loro migrazioni. Perché quando il clima si fa torrido, le coccinelle salgono fino a 3000 metri per cibarsi di pollini e altro materiale biologico trasportato in altura dalle correnti ascensionali. Tra il 2019 e il 2020, quando è esploso il problema in Campania e nel Lazio, ho avuto l'idea di provare a metterle in campo qui, a Roma, creando un piccolo ecolaboratorio a Villa Leopardi, nel Municipio II. Mi sono quindi rivolto a un allevatore di coccinelle forlivese per scegliere le specie più adatte a contrastare il parassita degli alberi romani”.
Le casette pronte a Villa Leopardi, nel Municipio II di Roma / foto Fb Coccinella Libera tutti!
Quale è stata la tua scelta?
Mi sono orientato su sei specie di coccinelle, scegliendole in base al loro regime alimentare. Per esempio la coccinella che tutti conosciamo, la Adalia, mangia gli afidi delle rose, poi ci sono la Propylea, la Exochomus quadripustulatus, la Rodolia cardinalis e la Crypolaemus montrouzieri, che invece è perfetta per aggredire la cocciniglia cotonosa”.
Come sei riuscito a coinvolgere la comunità locale della bontà della tua idea?
"A febbraio del 2021, come coordinatore della Consulta del verde del Secondo Municipio di Roma, ho proposto alle associazioni il mio progetto. Coinvolgere la comunità e le istituzioni era fondamentale per organizzare una struttura continuativa, per disporre di molti esemplari e per organizzarne logisticamente i lanci da diverse direzioni, visto che le coccinelle per la loro natura selvatica tendono a disperdersi. Con l’adesione di sei associazioni della Consulta, la scorsa primavera è finalmente nata “Coccinella libera tutti!”, un richiamo ai giochi d’infanzia e un suggerimento a liberare le energie di tutti per tutelare con metodi naturali l’ambiente che ci circonda, nello specifico i meravigliosi pini romani".
L'installazione di una casetta alla Pineta Sacchetti di Roma / foto Fb Coccinella Libera tutti!
Come avete finanziato l’iniziativa e come si svolgono le operazioni di “Coccinella libera tutti”?
“Nella parte economica ci finanziamo con un’autotassazione e con operazioni di crowdfunding. Nella parte attiva sul territorio, abbiamo effettuato un lancio di circa 4000 coccinelle ogni mese sugli alberi di Villa Leopardi, dove sono presenti soprattutto pini d’Aleppo (Pinus halepensis) e anche su quelli di parco Don Baldoni, a villa Chigi, del parco Mario Riva e di villa Pamphili, autorizzati dal Servizio Giardini del Municipio romano”.
foto Fb Coccinella Libera tutti!
Dal “primo manipolo” di sei famiglie di coccinelle avete modificato qualcosa?
“Sì, ci siamo concentrati su due specie che combattono meglio contro il parassita. La prima scelta è caduta sulla Exochomus quadripustulatus, che si preda principalmente della Cocciniglia tartaruga, l’insetto che sta aggredendo i pini romani. La seconda è la Crypolaemus montrouzieri, utilizzata dagli agricoltori per aggredire la cocciniglia cotonosa”.
Le famiglie di Coccinelle scelte per combattere il parassita / foto Fb Coccinella Libera tutti!
Dopo i lanci di coccinelle in primavera ed estate, come prosegue la vostra attività?
“Stiamo facendo un primo bilancio, e il resoconto della nostra indagine verrà inviatO o al Crea, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria. Stiamo avviando collaborazioni con l’Università La Sapienza, con la Città del futuro e le scuole. Perché oltre a essere utile all’ambiente, il nostro progetto riesce ad affascinare gli adulti e a incantare i bambini, educandoli alla conoscenza e al rispetto dell’ambiente”.
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