In un passato nemmeno troppo remoto c’era qualcuno che affermava spavaldo che “con la cultura non si mangia”. Al di là delle posizioni personali e politiche a smentire l’affermazione sono il buon senso e anche i numeri, come nel caso dell’ultima ricerca commissionata dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo a Boston Consulting Group.

Secondo lo studio i musei statali nel 2018 hanno infatti prodotto 27 miliardi di euro. pari all'1.6% del Pil, con 117mila posti di lavoro, generando 278 milioni di ricavi e portando 53 milioni di visitatori. La ricerca si intitola non a caso “Cultura: leva strategica per la crescita del Paese” e a illustrarla è stato nella giornata di lunedi 7 ottobre il ministro del Mibact, Dario Franceschini.

L’analisi si è concentrata sui 358 musei statali32 autonomi e 326 afferenti ai poli museali regionali – presenti sul territorio nazionale. Stando ai numeri, il 20% dei turisti in Italia, pari a 24 milioni, vengono proprio per visitare i musei statali. Fra questi i 32 musei statali autonomi, nel 2018, hanno attratto il 58% dei visitatori e generato l’87% dei proventi dei musei statali.
Il Maxxi di Roma / Getty Images
IN ITALIA CULTURA QUASI PRODUTTIVA QUANTO L'AGRICOLTURA
“Il fatto che i soli musei statali, che sono il 10% dei musei presenti in Italia, produca l’1.6% del Pil, poco meno dell’agricoltura, pari al 2.1%, dimostra che investire in cultura e nel nostro patrimonio museale fa bene alle menti, alle anime, ma fa anche molto bene all’economia del Paese”, ha sottolineato Franceschini, senza omettere che “serve ancora un grande lavoro da fare e servono risorse”.
E infatti secondo il report, il potenziale ancora inespresso potrebbe incrementare l’impatto sul Pil – nell’arco dei prossimi 7 anni – fino ad arrivare a circa 40 miliardi di euro. I ricavi da visitatori potrebbero raggiungere il miliardo di euro e i posti di lavoro crescere fino alle 200mila unità.
Alcuni indicatori per valutare impatto generato dai musei statali sul Pil / Studio BcG per Mibact
PROMUOVERE I MUSEI MINORI E SOSTEGNO AI PRIVATI
Franceschini ha ribadito la volontà di tutelare e promuovere le realtà "erroneamente definite 'minori'", che nel caso dei musei statali rimanda alla possibilità di poter trasferire opere che non trovano la dovuta esposizione nella loro sede abituale da un museo statale ad un altro dove possano essere esposte con regolarità e quindi messe a valore. E a questo proposito il ministro ha dichiarato di non sostenere la strategia delll’accorpamento delle realtà museali più piccole".
Fra le note negative ci sono i contributi dei privati, che in Italia sono ancora molto bassi: circa 3 milioni di euro nel 2018. Per Franceschini va meglio comunicato il sistema di incentivi alle donazioni e al mecenatismo: “L’Art bonus è stato via via esteso. Prima era partito come intervento sui beni culturali e in uno dei passaggi è stato esteso al museo. Se doni 1000 euro al museo, vale la donazione non solo come intervento sul patrimonio, ma c’è la detrazione piena. Penso da questo punto di vista ci sia un problema di promozione, non servono norme nuove”, ha detto Franceschini, commentando i numeri dei contributi dai privati.