Car2Go e DriveNow, i due colossi mondiali del car sharing, hanno annunciato la loro fusione. E le reazioni sono state molto contrastanti. C’è chi ha scoperto solo ora che dietro a queste startup ci sono due big dell’auto tedesca, rispettivamente Mercedes e Bmw. Chi teme un cartello sulle tariffe e invoca l’intervento dell’antitrust europea (che comunque deve pronunciarsi, come quella Usa peraltro). Chi, ancora, legge l’accordo come il segno del fallimento del modello di “economia condivisa”, forte dei dati di bilancio negativi delle due aziende: 9,6 milioni di euro di rosso per car2Go e 2,8 per DriveNow.

I NUMERI DELL’ACCORDO

Per capirne qualcosa di più, due dati importanti. A livello mondiale Car2Go è una realtà con oltre tre milioni di utenti registrati, attiva in 26 città con una flotta di 14mila veicoli. DriveNow ha un milioni di clienti in Europa, opera in 31 città e dispone di oltre seimila auto. ReachNow, la sorella nordamericana, offre altre 1300 vetture tra Seattle, Portland e Brooklyn.
In più, come si dimostra a Milano dove sono attive entrambe le startup tedesche, si rivolgono a fasce di clienti tra loro differenziate: le Smart bianco azzurre di Car2Go costano 24-26 centesimi al minuto, le Mini e Bmw serie1/2 di DriveNow hanno tariffe comprese tra 31 e 34 centesimi.

NON SOLO CAR SHARING
Il matrimonio tra i due operatori, soprattutto, non si limita al car sharing. Coinvolge tutti i servizi di mobilità innovativa sviluppati da Mercedes e Bmw nell’ultimo quinquennio. Quindi incorpora la piattaforma Moovel di Mercedes, da cui accedere al circuito di MyTaxi in 40 città del mondo con oltre 45mila autopubbliche convenzionate (tremila a Milano, Torino e Roma), alla biglietteria elettronica delle ferrovie in Germania e dei mezzi pubblici ad Amburgo e Stoccarda nonché ai servizi di bike sharing e di ride-sharing. Dal versante Bmw entrano in squadra ParkNow e ChargeNow, attività specializzate nella gestione di parcheggi (mille città e 22 milioni di clienti tra Europa e Usa) e di punti di ricarica elettrica. Proprio ChargeNow, con 143mila colonnine di allacciamento costituisce il più ampio network a livello mondiale.

CHE PUÒ SUCCEDERE?
Mentre l’assalto al Vecchio Continente dei colossi cinesi del bike sharing Ofo e MoBike sembra rallentare il passo, il matrimonio tra Car2Go e DriveNow potrebbe quindi offrire prospettive interessanti per gli utenti della “mobilità 2.0”. A partire da un’integrazione tra le varie attività che consentisse, con una sola card/identità digitale, di accedere a una piattaforma con una gamma di servizi molto più ampia dell’attuale.

L’esperienza di FlixBus nell’integrare i servizi di bus a lunga distanza a livello continentale è un esempio da non sottovalutare. E per capire le opportunità che offre l’asse Mercedes-Bmw nella mobilità 2.0 basta immaginare di essere in viaggio – non importa se per piacere o per lavoro – e di poter scegliere senza formalità con una semplice app come quella di FlixBus tra una gamma di servizi che spazia dal biglietto del treno, il bike o il car sharing alla vettura con conducente per andare all’aeroporto, al taxi o alla colonnina per ricaricare l’auto elettrica a noleggio. Il tutto non solo nel proprio Paese di residenza, ma anche all’estero, in Europa come dal lato opposto del mondo.