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Roma in realtà sono tante “Roma”, e quartiere per quartiere la città assume anime e volti differenti. Eppure per i romani la vera anima della Capitale è forse quella di Testaccio.
Un tempo era un polo commerciale, conosciuto anche come la più grande discarica a cielo aperto romana. L’intensificarsi dei traffici commerciali mise in luce il problema dello smaltimento delle anfore olearie che non potevano essere semplicemente buttate a fiume come era stato fatto per lungo tempo, e che avrebbero finito per intasare la zona. Così la grande discarica venne riqualificata in una collina artificiale di oltre 50 metri, il Monte Testaccio, destinato a diventare nello slang locale il ‘Monte dei Cocci’, che appunto diede il nome al rione (in latino ‘testae’ significa cocci).
A Testaccio, XX rione di Roma, posizionato a sud dell'Aventino e sulla riva sinistra del Tevere, gli abitanti si sentono più romani degli altri, e questo vale ancor di più se si parla di tradizione gastronomica. Qui si trovano ancora le botteghe e i ‘pizzicaroli’ di un tempo, i mercati rionali e le persone che si conoscono per nome, e tutto ciò fa sì che a differenza di altri quartieri Testaccio sia riuscito a mantenere intatto l’originario spirito popolare.
La Piramide Cestia al Testaccio / foto Shutterstock
Tra queste vie hanno vissuto personaggi influenti e di cultura, come Elsa Morante che trascorse i suoi primi dieci anni di vita in queste strade come testimonia una targa commemorativa in via Amerigo Vespucci 41 e che ha vi ambientato parte delle vicende del suo romanzo più noto, ‘La Storia’.
Oggi Testaccio è una meta di intrattenimento e un polo gastronomico che attrae con i suoi locali storici, le iniziative e le botteghe dove fanno la spesa gli abitanti del quartiere. Qui la cucina romana vede riuniti molti degli autori tra i più richiesti e premiati piatti della tradizione. È qui che si trova una tra le migliori carbonara in città, una cacio e pepe imperdibile, la coda alla vaccinara memorabile.
Una tradizionale cacio e pepe romana / foto Shutterstock
Del resto questo è il luogo culto della carne, anche per la presenza dell’ex Mattatoio, e con il Mercato coperto la possibilità di fare street food e di spaziare dalla macelleria, ai forni, agli artigiani, è altissima. Potrà sembrare un luogo dove è difficile tenere il passo e invece a Testaccio ci sono anche posti, come una panchina nella piazza centrale, dove sedersi e prendersi il proprio tempo, con un bicchiere di vino in mano.
Se vi trovate in zona in orario di colazione passate alla piazza Santa Maria Liberatrice al bar pasticceria Linari per una ciambella fritta, ne rimarrete semplicemente entusiasti. Gli abitanti di Testaccio fanno tappa fissa in questo bar prima di raggiungere le varie botteghe e i laboratori artigianali per fare la spesa. All’angolo della piazza sullo stesso marciapiede c’è il panificio Passi, una garanzia per la qualità dei prodotti, con pane e biscotteria artigianale che rievocano le fragranze di un tempo.
Al lato opposto di questo panificio storico, attraversando la strada, al civico 44 troviamo Remo. Pizzeria storica (ha festeggiato i suoi primi 40 anni nel 2016) dove poter assaggiare la pizza romana, sottile e croccante. Non è possibile prenotare, la fila dalle 19 è immancabile ma anche di buon auspicio. Ordinazioni segnate in autonomia su copia del menu, posateria lasciata al tavolo, con il cliente che fa il resto, insomma un clima romano allo stato puro, che fa parte del folclore e viene ripagato dall’assaggio delle pizze.
La celebre pizza "alla romana" di Remo
Ultimando il giro della piazza, troviamo la prima sede del Trapizzino dove Stefano Callegari avviò il suo nuovo format che è arrivato anche a Tokyo. Un angolo di pizza realizzato con un impasto di farina di grano tenero e lievito. Provate il pollo alla cacciatora, non è nostra imposizione ma è acclamato a furor di popolo come il migliore.
Pochi minuti a piedi e si raggiunge il Mercato coperto, che con i banchi di macelleria, forni e artigiani è l’ideale per gli amanti della gastronomia e dello street food e offre proposte per tutti i gusti. Vale sicuramente la pena passare a trovare Marco Morello al suo FoodBox: 25 mq che contengono tanta bontà, dai supplì alla crema fritta alle arepas venezuelane.
Al Mordi e Vai Sergio Esposito ogni giorno intinge ciabatte nel brodo ad ammorbidirle e le farcisce con carne tagliata sul momento e verdure di ogni tipo, rucola, carciofi e broccoletti. Per il pesce passate da Simona, al box 95, dove si può acquistare al banco o farselo recapitare direttamente con servizio a domicilio. Simona vende, sorride e consiglia come preparare i suoi prodotti. Ma si possono anche scegliere polpette, spiedini o calamari pronti per esser cucinati.
Mercato Coperto Testaccio / foto Shutterstock
Per una tra le migliori carbonare di Roma ci si può spostare sulla via dei locali dove lato destro troviamo Flavio al Velavevodetto, una vera e propria istituzione nonostante sia aperto solo dal 2009. Nato dall’esperienza di Flavio De Maio che nella sua seconda vita, illuminata da passione culinaria, ha voluto ridonare quella passione per la tradizione nei suoi piatti. Tecnica appresa in sei anni di esperienza nelle cucine di Felice a Testaccio, altro punto di riferimento in città, in attività dal 1936. Trovare un posto in questa trattoria è molto difficile se non ci si muove con largo anticipo, del resto la sua cacio e pepe è imperdibile.
La carbonara di Flavio Veloavevodetto / pagina facebook Flavio Veloavevodetto
Per una coda alla vaccinara memorabile si rimane in via di Monte Testaccio, che vede da una parte il Mattatoio e dall’altra la cucina di Checchino dal 1887, che si trova su questa via, lato MACRO (Museo d’Arte Contemporanea a Roma). Nato come una rivendita di vino, i tre fondatori ottengono nel 1887 la licenza come ristorante, stesso anno in cui inaugura il Mattatoio. Ecco nata la collaborazione simbiotica e la cultura del quinto quarto (parti commestibili del bovino che non appartengono ai tagli più nobili) e piatti come la coda alla vaccinara e i rigatoni con la pajata.
Il Mattatoio sta tornando oggi a essere punto di ritrovo e aggregazione grazie al progetto di quattro volti della gastronomia capitolina, che con il nome di Collettivo gastronomico a Testaccio, cercano di comunicare soprattutto attraverso il cibo, creare rete con professionisti del settore e intrattenere. Piacevole per l’ampio spazio verde, consigliato per orario aperitivo o cena, e nei weekend per un pranzo con menu alla carta. All’interno del Campo Boerio dell’ex Mattatoio è stato creato uno spazio con l’idea di riqualificare, coinvolgere e sfruttare gli spazi, non a fini di lucro ma di un commercio consapevole e sostenibile. È la Città dell’Altra Economia, 3500 metri quadrati di spazi dove vengono allestite mostre, eventi, presentazioni di libri. C’è sempre qualcosa in corso da vedere quindi, in qualsiasi periodo si visiti il quartiere, vale la pena informarsi.
Il Mattatoio Testaccio / foto Shutterstock
Una volta immersi nella vivacità del quartiere potrete scoprire che ci sono anche luoghi dove prendersi il proprio tempo. Ripassando a piazza Testaccio, l’anima del quartiere, vi sentirete invitati a rilassarvi, per esempio chiedendo un bianco o una bollicina all’Oasi della Birra (Enoteca Palombi) e occupare una delle panchine per perdervi nella quiete. Al suo centro sorge la splendida fontana delle Anfore realizzata dall'architetto Pietro Lombardi nel 1927.
E poi nel quartiere della cultura del quinto quarto si trova invece anche il posto perfetto dove trovare il sapore del mare: è l’Acquasanta. Ombrina, polpo, sgombro in una location dalle luci soffuse, arredo post industriale e una cucina dove lo chef dà valore e gusto in maniera egregia soprattutto ai secondi piatti.
Da qui imboccando via Luca della Robbia si raggiunge poi l’Enoteca Bernabei-Testaccio, fornitissima dalle bolle ai distillati, il secondo punto vendita aperto dopo il successo del pioniere in Trastevere nel 1933. Consolidato tale successo la quarta generazione si è mossa sul digitale estrapolando la riuscita idea di ‘ECommerce in bottiglia’. L’azienda è in grado di garantire consegne in giornata a Roma e Milano e in 24/48 ore anche nel resto d’Italia, con una domanda che superava l’offerta durante il lockdown.
Accanto a questa enoteca c’è l’Emporio delle Spezie, dove reperire ingredienti per una cena etnica, della frutta secca ai tè di ogni varietà. Se cercate ricette, anche suggerite da clienti affezionati, sono tutte disponibili sulla pagina web molto ben curata. Pausa necessaria prima di raggiungere via Marmorata: passate da Volpetti. Dal 1873 la drogheria del quartiere dove prendere un calice, mangiare o acquistare prodotti genuini di qualità: salumi, formaggi, prodotti da forno, nonché una vasta scelta di vini.
La salumeria Volpetti / pagina facebook salumeria Volpetti
Arrivare a Testaccio è molto semplice, giacché è servito da numerosi mezzi pubblici. Dalla stazione Ostiense, in zona Piramide, si possono prendere i bus numero 280, 23, 716 e proprio a Piramide si trova la fermata della metro omonima della linea B. Dal centro si arriva con gli autobus 95, 170, 628 o con il tram 8. Inoltre durante pandemia il Comune ha intensificato le piste ciclabili così permettendo una viabilità meno caotica e più ecosostenibile. A proposito di giri in bicicletta, per raggiungere comodamente il centro, a pochi passi da Ponte Testaccio, potrete alloggiare a In Rome in love in Bike: 81 metri quadrati di appartamento, accogliente e luminoso con un balcone vista sul giardino e dove svegliarsi ogni mattina pregustando una colazione all'italiana.
Roma, rione Testaccio / foto Shutterstock
INFORMAZIONI 
Nel testo vi abbiamo parlato di vari indirizzi. Ecco tutte le schede e i riferimenti:
- Dormire al TestaccioIn Rome in love in Bike
 
Per qualche consiglio in più, ecco le nostre proposte su: