Da giovedì 28 ottobre Casola Valsenio (Ra) è stata invasa da speleologi, esploratori, geografi, docenti universitari, rappresentanti di associazioni (in primis i presidenti del Tci, Franco Iseppi, e del Cai, Umberto Martini), giornalisti e parlamentari amici della montagna. Siamo in Emilia-Romagna, sull’Appennino faentino a un passo dal confine con la Toscana, nel territorio del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, una delle aree carsiche più importanti d’Europa per ciò che riguarda il carsismo nei gessi e terra di lunga tradizione di speleologica.

Qui a Casola Valsenio, dal 29 ottobre al 1° novembre si tiene il Meeting internazionale di Speleologia Casola2010 Geografi del vuoto, cui partecipano appassionati provenienti da diversi Paesi europei allo scopo di confrontarsi e per documentare i risultati dell’attività speleologica in Italia e all’estero. Sono in programma infatti quattro giorni intensi di eventi, con convegni, proiezioni, mostre, performance e laboratori. Anche i profani che avranno avuto la curiosità di avvicinarsi a Casola potranno conoscere da vicino l’affascinante mondo delle grotte, l'importanza delle cavità carsiche come elemento caratterizzante di un territorio e il valore del paesaggio carsico per un turismo attento e sostenibile.

All'inaugurazione del meeting giovedì scorso, presso il Teatro Senio di Casola ha tenuto banco l'evento dal titolo Dalle Alpi alla Vena del Gesso romagnola. Sono intervenuti Annibale Salsa, antropologo, ex presidente generale del Cai, e Stefano Piastra, giovane ricercatore e geografo.

Sabato 30 ottobre sono in programma due convegni, il primo, la mattina, dedicato all'ambiente è intitolato Parchi carsici e speleologia. Esplorazione, valorizzazione e tutela degli ambienti ipogei. Sarà un momento di approfondimento su norme vigenti, diritti e regole di fruizione delle aree protette carsiche. Parteciperanno diversi direttori dei parchi appenninici e i rappresentanti nazionali di Società Speleologica Italiana, Club Alpino Italiano, Federparchi, WWF, Legambiente.

Il secondo appuntamento di sabato pomeriggio è Geografi del vuoto, rappresentazioni del mondo sotterraneo: l'incontro affronterà temi quali ad esempio l'esistenza o meno di un codice comune con la geografia classica o la responsabilità dello speleologo nella rappresentazione del mondo sotterraneo. Il convegno mira ad una maggiore consapevolezza di potenzialità e limiti della geografia ipogea e, per quanto possibile, a definirne la specificità. Oltre a speleologi ed esploratori di fama internazionale, interverranno fra gli altri Franco Iseppi, presidente del Tci; Umberto Martini, presidente del Cai; Giampietro Marchesi, presidente della Società Speleologica Italiana; l'on. Erminio Quartiani, presidente del Gruppo Amici della Montagna del Parlamento Italiano.

Sono pure in programma, sempre sabato 30 ottobre, alle ore 21 presso il Teatro Senio, Profondamente Eroico, un evento-concorso dal tono giocoso in cui una giuria popolare degusterà una selezione di vini eroici (prodotti in aree carsiche) e il secondo Festival Europeo dell’Immagine Speleologica, con due concorsi, dedicati a videoclip con tema speleologico.Tra le mostre (sono 18 quelle in programma), da ricordare il caleidoscopio d’immagini proposto dal team internazionale “La Salle” e il reportage sull’esplorazione del sistema carsico Stella-Basino nella Vena del Gesso e la documentazione dei Sotterranei di Bologna.

Luigi Vittorio Bertarelli, padre fondatore del Touring Club Italiano e secondo presidente dell'associazione, diede un notevole contributo alla scoperta, alla conoscenza e alla diffusione della pratica speleologica in Italia. Tanto che l'ultima opera di Bertarelli, colto ispiratore e realizzatore di importanti iniziative editoriali del Touring, stampata 4 -5 mesi dopo la sua morte, fu 2000 grotte dedicata alle aree del Carso. Dimostra infatti che fin dagli anni Venti del secolo scorso, la più importante organizzazione italiana (il Touring), nata per introdurre e sviluppare a 360° nel nostro Paese la pratica e la cultura turistica, dedicava alla speleologia lo stesso tipo di attenzione e lo stesso impegno di valorizzazione che riservava al paesaggio di superficie, alla montagna, alla costa, ai beni storico-artistici.