Le date storiche del nostro Paese, quelle che non si possono dimenticare, non sono poi molte: l'Unità d'Italia nel 1861, la breccia di Porta Pia nel 1870, poi la Grande Guerra del 1915-18, la Seconda guerra mondiale del 1940-45, la nascita della Repubblica Italiana nel 1946, l'entrata in vigore della Costituzione nel 1948...
 
FIRENZE CAPITALE D'ITALIA, 1865-1871
Eppure nessuno ricorda la breve parentesi di Firenze capitale, dal 1865 al 1871... eppure anche questa è storia. Una storia in questi giorni riemersa alle cronache perché proprio quest'anno cade il 150° anniversario dello spostamento della capitale da Torino a Firenze.

Il capoluogo toscano fu rivoltato come un calzino per adeguarsi al nuovo ruolo; l'architetto fiorentino Giuseppe Poggi fu investito dell'incarico di progettare il nuovo assetto della città. La “modernizzazione” fu dolorosissima: si dovettero sventrare interi quartieri medievali del centro storico e furono abbattute le mura trecentesche di Arnolfo di Cambio per lasciare spazio a nuovi viali larghi 40 metri.

Al turista curioso oggi può interessare però come e a chi furono assegnati i palazzi del potere. Ripercorriamo allora le cronache dell'epoca per ricavare gli spostamenti delle sedi istituzionali dello Stato. Intanto il 3 febbraio 1865 Re Vittorio Emanuele II lascia Torino e giunge a Firenze prendendo alloggio a Palazzo Pitti, nell'appartato quartiere della Meridiana, che diventa di fatto la nuova reggia. L'alloggio resta defilato e dà l'opportunità al Re di sgattaiolare facilmente da una porta sul retro per raggiungere la sua amante Rosa Vercellana, sistemata nell'elegante villa medicea della Petraia, oggi spazio museale.

Il presidente del Consiglio La Marmora sceglie come sede, insieme al ministro dell'Interno, Palazzo Medici Riccardi, oggi museo e sede del Consiglio provinciale. La Camera dei deputati è ospitata nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio riadattato per l'occasione, che ospita pure il ministero degli Affari esteri. Il Senato invece trova sede dapprima nella Sala dei Duecento in Palazzo Vecchio e poi l'antico Teatro Mediceo degli Uffizi.
Il convento di Santa Maria Novella diventa sede del Ministero dei Lavori Pubblici (oggi è Scuola dei Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri) e nel convento di San Firenze si sistema il ministero dell’Istruzione. Invece nell’Antica Gendarmeria di piazza S. Marco trova sede il Ministero della Guerra.

Nel Palazzo Da Cepparello (già Portinari-Salviati), in via del Corso 6, si insedia il Ministero di Grazia e Giustizia (oggi è di proprietà del Monte dei Paschi di Siena) e nel Palazzo Galli-Tassi in via Pandolfini l’Agricoltura. Il Ministero della Marina, fu alloggiato sull’Arno, nell’antico convento dei Barbetti in piazza Frescobaldi sul Ponte a Santa Trinita.
Il Consiglio di Stato si sistema in un palazzo all'angolo tra via del Proconsolo e Borgo degli Albizi; la Tesoreria nella Badia Fiorentina; la Corte dei Conti in Palazzo della Crocetta in via della Colonna (oggi sede del Museo archeologico nazionale); la Finanza nel Convento di S. Croce e il Debito Pubblico nel Palazzo Fonseca e Morena, vicino alla Fortezza da Basso.
La sbornia di Firenze capitale, che costa alle casse del Comune il fallimento finanziario, si esaurisce in pochi anni: dopo la breccia di Porta Pia diventa naturale il trasferimento di tutto l'apparato statale a Roma.
 
CHE COSA RESTA DI FIRENZE CAPITALE D'ITALIA
Che cosa resta quindi della parentesi di Firenze capitale dopo 150 anni? Probabilmente nulla: infatti anche l'Istituto Geografico Militare prese sede a Firenze dopo il 1870 quando il trasferimento della capitale a Roma era nell'aria. Anche la Biblioteca Nazionale Centrale, erede della Biblioteca Palatina, fondata da Ferdinando III di Lorena, trasformata dapprima (1861) in Biblioteca Nazionale, è istituita nel 1885, quindi indipendentemente dal ruolo di Firenze capitale.

Oggi per ricordare quei sei anni in cui la città dei Medici fu capitale è stata allestita a Firenze, all'Archivio di Stato, la mostra Una capitale e il suo architetto. Eventi politici e sociali, urbanistici e architettonici. Firenze e l'opera di Giuseppe Poggi. La mostra sarà aperta fino al 6 giugno. Ingresso libero. Info: www.archiviodistatofirenze.it.
Orari: lun-ven ore 9-17; sab e dom 10-13. Chiusa 5, 6 e 25 aprile; 1° maggio e 2 giugno.