È vero che anche l’occhio vuole la sua parte ma a volte, soprattutto a tavola si esagera. La tendenza sui media è quella di spettacolarizzare l’aspetto estetico dei piatti, puntando sulla bellezza della creazione per rassicurare il palato in una particolare sinestesia in cui il gusto richiede la complicità della vista.
 
Fin qui nulla di nuovo, è normale che se in tv si parla di cibo è necessario ricorrere alle immagini, a volte con ottimi risultati come nel caso del “food design” e in particolare del “cake design” (ci sono torte che sono vere e proprie opere d’arte, provate a vedere una puntate de “Il boss delle  torte” per farvi un’idea). Forse però si esagera, come nel caso in cui, trovandoci di fronte ad un piatto ancora caldo, prima di  mangiarlo preferiamo fotografarlo, poi ritoccarlo, poi condividerlo sui social, poi leggere i commenti e contare i like e poi, se il cameriere ancora non  l’ha portato via, decidere di mangiarlo (tanto ormai è freddo).

FOODSTAGRAMMING. Si chiama così l’abitudine di fotografare il cibo e condividerlo sui social (Instagram la fa da padrone, ovviamente). È un trend ormai consolidato, pensate che il quotidiano britannico “The Guardian” ha pubblicato una statistica su cosa venga postato maggiormente sui social media e questi sono i risultati: il 67% dei post riguardano il cibo, a sua volta diviso in queste categorie (25% ciò che mangiamo, 22% esperimenti culinari, 12% food-art, 8% ristoranti e luoghi dove si mangia). Solo il restante 33% delle immagini appare slegato al cibo. Una percentuale alta, vero? Se non ci credete, provate a cercare la parola “food” su Instagram.
 
Può sembrare strano ma è così. Si può essere fan o contrari, o si può cercare di sfruttare questo trend, del resto le foto dei piatti di un locale non sono che pubblicità gratuita che circola online (ovviamente bisogna avere un bravo cuoco prima di tutto, la rete non perdona). Sembra averlo capito meglio di tutti il ristorante di Londra “Picture House”.

IL CASO PICTURE HOUSE. La catena di ristoranti inglese ha deciso di offrire la cena (due portate) a tutti i clienti che fanno una foto ai piatti e poi la postano su uno dei principali social (Facebook, Instagram, Twitter). A questo punto il cameriere verifica se ciò è avvenuto e porta al tavolo uno scontrino con la cifra “zero” che, ovviamente, deve a sua volta essere fotografato e postato per chiudere il cerchio.
 
Una sorta di scambio: pubblicità in cambio di cibo. Va però specificato che la catena di ristorazione sta promuovendo un  nuovo menu basato su una linea di surgelati a marchio Birds Eye, non cibo di primissima qualità per capirci, ma è vero che il ristorante è pieno di studenti (soprattutto) che non disdegnano una cena gratis in cambio di un paio di foto.
 

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