La partita è per la gloria, certo, ma è pur sempre una partita degli Europei che vale il primo posto del girone. Mercoledì alle 21 a Lille (Lilla in italiano), nel Nord-ovest della Francia si gioca Italia-Irlanda, terzo incontro del girone. La partita viene disputata nello stadio Pierre Mauroy che si trova a Villeneuve-d'Ascq, in realtà una cittadina alle porte di Lilla. Lo stadio ha quasi 50mila posti a sedere (49.822 per essere precisi) e ha un tetto retrattile che permette di coprire completamente il campo da gioca, comunque in erba naturale e non sintetica. Inaugurato nel 2012, normalmente ospita gli incontri del Losc Lille, squadra di media classifica della Ligue 1 francese che ha vinto il titolo francese solo tre volte nella sua storia.
SU AL NORD
Il tetto retrattile per lo stadio è piuttosto utile a Lille perché qui, nella regione del Nord-Pas-de-Calais-Picardie, a un passo dal confine con il Belgio, piove abbastanza spesso. Tolto questo è una cittadina non grande (250mila abitanti) piacevole per una visita di qualche giorno senza essere spettacolare. Città nordica, dal gusto francese ma dall’aspetto fiammingo, fatta di mattoni e pietra scolpita, con la birra che nelle brasserie prevale sul vino nei gusti dei locali, il ciclismo all’antica come religione popolare ben più del calcio (a Roubaix, paesone industriale dove termina l’inferno del Nord, la “mitica” Parigi-Roubaix, ci si arriva in metropolitana) e una luce che non sarà quella mediterranea di Arlès ma sa essere sorprendente, specie quando il sole buca le nuvole dense e nere.
LA RINASCITA GRAZIE ALL'ARTE
E al nero del carbone (ma anche all’industria tessile) era ancorata fino a qualche decennio fa anche la fortuna economica della città e dell’intero distretto. Poi finita l’epoca di quest’altro “oro-nero” qui è arrivata la crisi. Crisi dura che ha portato la regione a essere la più depressa della Francia, con i disoccupati che facevano la fila e la gente che emigrava. Si è ripresa grazie all’arte. Nel 2004 la città fu nominata Capitale europea della cultura e si riconverti all’arte in tutte le sue forme. Da allora diversi spazi sono stati ripensati per ospitare mostre e spettacoli, come la Gare Saint-Sauveur, un tempo stazione dei treni, o il Tripostal, ex centro di smistamento delle Poste e oggi il più grande centro espositivo cittadino.

Ma la città natale del generale De Gaulle (casa sua si può visitare) ha anche un bel centro storico da non mancare. Tutto ruota intorno a place De Gaulle e alla vicina place du Théatre con la sua monumentale Opéra. Da non mancare anche il palais des Beaux-Artes, tra i più prestigiosi musei di provincia di tutta la Francia, con veri e propri capolavori di arte francese e fiamminga. E oltre all’arte amate anche i libri non potete perdervi la La Furet du Nord, otto piani di libreria divisa in due palazzi. Ma i libri (usati) si trovano anche tra le bancarelle all’interno dei cortili del palazzo della Vecchia Borsa.

A TAVOLA
Se non amate la cucina francese, non c’è problema: a Lille l’impronta è decisamente più nordica e pesante. La triade delle specialità locali prevede: fricadelle, una salsiccia di scarti di carne di maiale; la Carbonade flamande, che nulla centra con la carbonara, ma è uno spezzatino di manzo cucinato con timo, cipolla e birra; e il Potjevleesch, pentolata di quattro tipi di carne diversi: pollo, manzo, maiale e vitello, cotti assieme e racchiusi in gelatina, da mangiare freddo. Ci sarebbe anche il Welsh traditionelle, ma come denuncia il nome è un piatto di origine gallese a base di birra e formaggio, anche se è assolutamente di casa in tutte le brasserie del Nord-Pas-de-Calais. Tutti si mangia rigorosamente accompagnato da patatine fritte e, ovvio, birra.