L’enigmatico e geniale artista – qui trovate 10 cose da sapere sulla sua vita e la sua arte – che ha affascinato generazioni di persone con le sue geometrie sofisticate e le sue prospettive impossibili aveva l’Italia nel cuore. Lui, olandese di nascita, viaggiò a lungo in Italia e vi soggiornò per 12 anni dopo il suo matrimonio, dal 1923 al 1935.
Vediamo 10 luoghi in Italia (e uno in Spagna) cui l’artista è legato, e perché.
Il primo viaggio nel nostro Paese, con i genitori, nel marzo del 1921, non lasciava presagire gran che di buono. Giunto in Liguria dopo aver visitato il Sud della Francia e la Costa Azzurra, in una lettera a un amico il giovane Mauritz, allora 22enne, scriveva: «all’inizio sembra tutto travolgente, ma dopo una settimana tutto diventa ordinario». Si sarebbe ampiamente ricreduto…
L’anno successivo, terminati gli studi, decise, sulle orme dei grandi artisti mitteleuropei dell’Ottocento, di intraprendere con due amici il Grand Tour, un viaggio in Italia, visitando stavolta le regioni centro-settentrionali. Fu particolarmente colpito dalla campagna e dalle città della Toscana, in particolare da San Gimignano e Siena. Ricordando il viaggio in calesse alla volta di San Gimignano scrisse: “Mentre le 17 torri della città diventavano sempre più vicine, mi sembrava di vivere un sogno. Non era possibile che tanta meraviglia fosse reale” .
Innamoratosi dell’Italia, del suo paesaggio, della sua natura, della sua arte Escher vi rimase a lungo, visitando anche la Biennale di Venezia dove quell’anno era rappresentata la prima retrospettiva di Amedeo Modigliani.
Nell’autunno del 1922 tornò in Italia fermandosi a Genova, Pisa, Roma e si spinse per la prima volta a Sud sulla Costiera Amalfitana, dove nel 1923 conoscerà Jetta Umiker, figlia di un industriale svizzero: la sposerà l’anno stesso, a Viareggio. La Costiera amalfitana lascia in lui un segno indelebile, a tal punto che il Duomo di Atrani verrà rappresentato in uno dei suoi capolavori più celebri, Metamorphose II (sotto, particolare dell'opera).
Dopo il matrimonio, Escher si stabilì a Roma dove ebbe modo di incontrare e di confrontarsi con i diversi movimenti artistici del primo Novecento. Seguirà le lezioni di storia dell’arte di Adolfo Venturini alla Sapienza e studierà i grandi architetti del Rinascimento, restando affascinato in particolari modo dal Borromini.
Nei 12 anni in cui visse a Roma viaggiò molto. Si spinge fino in Calabria e in Sicilia, di cui amava il sole e il calore. Racconta Federico Giudiceandrea, uno dei più grandi collezionisti in Europa delle opere di M.C. Escher, e curatore della mostra milanese (leggi qui la nostra scheda evento): “Quando da giovane iniziai a interessarmi al lavoro di Escher, non grande sorpresa ed emozione scoprii che fra i paesi che aveva visitato e raffigurato nelle sue opere c’erano sia Morano Calabro, paese natale di mio padre, sia Rossano Calabro, il borgo dove era nata mia maser. L’ho considerato un segno, una conferma che io e lui eravamo legati da molto tempo…”
Nel 1929 è a Castrovalva, in Abruzzo (ne parliamo diffusamente in questo reportage), che diverrà il modello di una sua celebre litografia (nelal foto sotto)  Lo stesso accade per la vicina Scanno.
C’è poi un altro viaggio che avrebbe segnato in maniera indelebile la personalità e l’arte di Maurtz Cornelius Escher: è quello compiuto, nel 1936, in Spagna. Visitò Madrid, Toled e Granada, dove rimase colpito dal magnifico palazzo moresco dell’Alhambra. I particolari arabeschi e i motivi grafici ricorsivi che adornano gli interni del complesso verranno rielaborati dalla fantasia di Escher nelle sue più celebri tassellazioni.