Il "Sentiero del Viandante", sulle rive orientali del lago di Como, è un itinerario caro al Touring: non foss'altro perché è stato - nel luglio 2020 - il primo cammino italiano a esser certificato dall'associazione nella sua nuova iniziativa dedicata al turismo lento, "Cammini e Percorsi". Un’iniziativa che riprende il modello di analisi con cui da oltre 20 anni vengono certificati i borghi Bandiera Arancione e lo modella sulla variegata realtà dei cammini, delle vie e dei sentieri.

Anche per via della sua vicinanza a Milano e alla pianura, il "Viandante" - com'è spesso chiamato - attira spesso camminatori in cerca di qualche giorno di relax in mezzo alla natura del Lario e dei suoi incantevoli borghi. Tra di loro, anche Enrico Brizzi, il noto scrittore che da tempo si dedica a percorrere sentieri e cammini (anche con la sua associazione Psicoatleti): quando abbiamo notato i post dedicati al cammino sul suo profilo Instagram abbiamo voluto intervistarlo per capire com'era stata la sua esperienza e che cosa ne pensava del Viandante. 


 

Enrico, come mai hai scelto di percorrere il Viandante?
"L'idea è nata lo scorso anno, quando insieme alla mia compagna Sara (che è comasca e guida Aigae) siamo usciti di casa per camminare una settimana lungo la via dei Monti Lariani. Si tratta di una via aspra e "infrascata" che corre lungo il lato occidentale del lago di Como con un dislivello complessivo importante: uno dei tanti percorsi italiani che si sono "persi" nel tempo perché non più manutenuti o mappati. Soprattutto nella parte alta del lago sono state numerose le sistuazioni in cui il sentiero era sommerso dalla vegetazione. In ogni caso, una volta arrivati all'imbocco della Valtellina ci è venuta voglia di proseguire lungo il lato orientale del Lario. In quel momento non ne avevamo la possibilità, ma ci siamo ripromessi di farlo in futuro. Così, nei primi giorni di marzo, siamo ripartiti".

Il tratto del Viandante da Piantedo ad Abbadia Lariana, quello certificato dal Touring, è solitamente proposto in quattro tappe, con pernottamenti a Dervio, Varenna e Lierna. Voi quanti giorni ci avete messo?
"Siamo andati veloci: ci abbiamo messo due giorni, fermandoci a Varenna. Ma io e Sara ci muoviamo con un passo allenato: direi che la scansione in quattro giorni è perfetta per chi ha tempo e vuole godersi i paesaggi attraversati".

Quali sono i maggiori punti di forza del Sentiero?
"Sono tanti. Uno è senz'altro rappresentato dalla intermodalità: tutti i paesi lungo il lago sono collegati l'uno all'altro dalle rotaie, così si può scegliere di percorrere un tratto a piedi e tornare al punto di partenza in treno. Una situazione fantastica sia dal punto di vista pratico sia da quello ecologico. Un altro punto di forza è che il Sentiero del Viandante permette di valorizzare un patrimonio altrimenti di difficile fruizione, ovvero quello delle vecchie strade di mezzacosta che univano le frazioni alte dei borghi. Una sorta di sistema viario in quota alternativo a quello lungolago: si cammina su percorsi che i padri dei padri hanno calpestato per secoli. E questa storia si sente".

Ci sono punti che ti hanno particolarmente colpito?
"I luoghi imperdibili non mancano lungo il Viandante. La baia e l'abbazia cistercense di Piona, i borghi di Bellano (Bandiera arancione Touring, ndr), Varenna e Dervio... Mi è rimasto impresso il castello di Vezio e poi un bellissimo mulino in pietra, che presidia un piccolo ponte, nel territorio di Perledo. Anche la salita a Ortanella, verso Esino Lario, regala aperture panoramiche fantastiche. L'unico tratto un po' alienante è quello compreso tra Lierna e Mandello del Lario, visto che costeggia la statale; ma in nessun caso si riscontrano problemi di traffico". 

La segnaletica funziona?
"In massima parte sì. A volte, tuttavia, ho notato una sovrabbondanza di segnali che può generare confusione. Oltre al Sentiero del Viandante, spesso compaiono anche frecce per la Svizzera e per Milano: si tratta del progetto Le vie del Viandante, diverso da quello del Sentiero (che ne è una parte). Tutto giusto, ma spesso questo tipo di indicazioni adesive non sono utili a raccontare durate e dislivelli. E chi vuole percorrere il Sentiero del Viandante dovrebbe sempre trovare scritto Sentiero del Viandante... Un altro elemento di possibile confusione è dato dalle varianti del Sentiero: esistono sia una variante alta sia una variante bassa, che però non sono indicate nello stesso modo. Al castello di Vezio, per esempio, c'è un cartello grande che indica il sentiero Stabium (ancora un altro percorso); un segnale piccolino che indica la variante bassa; nessun segnale che indica la variante alta. In quel caso a noi che volevamo percorrere la variante alta è risultato indispensabile il GPS, così come anche più avanti nel corso della giornata, ma non dovrebbe essere così. Ecco, direi che c'è bisogno di ancor più cartelli accurati, lungo il percorso: io e Sara siamo fan della segnaletica ideale!".

Su Instagram hai raccontato come siate arrivati ad Abbadia Lariana pensando di poter continuare il Sentiero fino a Lecco. E invece...
"E invece no! L'ultimo tratto non è stato ancora realizzato: manca una scaletta che dal lungolago porti al sentiero, 130 metri più in alto, oltre una galleria. Siamo stati tratti in inganno dalla app di Le Vie del Viandante, che segnalava il percorso come fattibile... almeno la nostra esperienza è servita, visto che dopo pochi giorni la stessa app riportava un avviso sul fatto che il percorso è in fase di completamento. La scaletta dovrebbe essere posizionata a breve. Altrimenti l'unico modo di raggiungere Lecco è quello di salire fino al Pian dei Resinelli, 1300 metri più in alto, e poi scendere da lì al capoluogo. L'avremmo anche fatto, ma non avevamo il tempo... abbiamo chiesto un passaggio in gommone!". (ndr: la scaletta è stata finalmente posata il giorno 22 marzo; il collaudo avverrà nelle prossime settimane)

Hai incontrato altri viandanti che percorrevano il cammino?

"Sì, molti. Ed è stato molto bello anche vedere quante persone ci chiedevano "State facendo il Viandante?". Segno di una presa di coscienza del territorio e del fatto che i camminatori sono visti come una risorsa economica. Le infrastrutture come questa portano benessere alle aree attraversate... d'altronde chi cammina deve dormire, mangiare, comprare strumenti e medicinali, si sviluppa tutta un'economia grazie ai percorsi. Ecco, devo dire che alcuni dei trekker incontrati non erano del tutto preparati e informati su quello che stavano facendo: è bene sottolineare come il Viandante non sia un percorso adatto a tutti, ci sono diversi tratti discretamente impegnativi, come la discesa ripida nei pressi di Esino Lario (o salita, dipende da quale verso si segue). Spesso si fa passare il cammino come un itinerario per tutti... non sempre è vero, si rischia di prenderlo sottogamba". 

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
"Tanti! Sperando che la situazione sanitaria migliori, a fine aprile ripartiamo insieme alla mia associazione per la Francigena da Siena a Roma, mentre in estate vorremmo esplorare il Cammino delle Cento Torri nella sua parte settentrionale: si tratta di un percorso che fa il giro della Sardegna (regione a cui sono legato, visto che mio padre ci ha lavorato per vent'anni) e che sono curioso di capire com'è organizzato. E poi, naturalmente, vorrei finire questo giro del Lario: a questo punto, se la scaletta non sarà ancora pronta, salendo a Pian dei Resinelli, scendendo a Lecco e in altri due giorni riconquistando Como!". 

INFORMAZIONI
- L'articolo di presentazione del progetto di certificazione "Cammini e Percorsi"
- La descrizione del Sentiero del Viandante
- Il sito web di Psicoatleti, l'associazione di Enrico Brizzi
- La scheda del Comune di Bellano sul sito web di Bandiere arancioni