Ieri a Bergamo si è spento Pepi Merisio. Era uno dei grandi fotografi italiani del Novecento, nato nella provincia bergamasca (a Caravaggio) nel 1931. Anche il Touring Club Italiano lo vuole ricordare con affetto: la collaborazione con la nostra associazione durò per trent'anni e molte sue immagini sono conservate nel nostro Archivio fotografico. 
Merisio iniziò a lavorare per il Touring già nel 1956, quando era ancora un fotoamatore e frequentava il Circolo Fotografico di Milano, a quel tempo vivace culla di dibattito e aggiornamento sulla fotografia nazionale e internazionale. I suoi primi "commissionati" furono per la seconda serie di "Attraverso l’Italia", serie cui contribuì poi a più riprese negli anni a venire (Veneto 1964; Toscana 1966; Lazio 1967; Umbria, 1969; Liguria 1969; Abruzzo e Molise 1970).

"Attraverso l’Italia" fu una collana in tre distinte serie, dal 1930 agli anni Novanta. Soprattutto con la prima e la seconda serie, le fotografie presenti nei volumi dedicati alle regioni furono per molte generazioni di lettori l’Italia tout court: ci si immaginava il nostro Paese con le immagini dei volumi TCI con la copertina color carta da zucchero, un’Italia peraltro fotografata in modo molto diverso rispetto alle istantanee fisse, alle vuote panoramiche monumentali e alle scene di genere tipizzate tipiche della fotografia di fine Ottocento e inizio Novecento. Le nuove fotografie volute dal Touring per questi volumi davano, piuttosto, l’impressione di trovarsi sul posto in cui erano state scattate, di essere “prese in corsa”. Erano, a tutti gli effetti, un invito a visitare, viaggiare e fotografare, senza mai scadere nella visione stereotipata da cartolina.

Pepi Merisio - Porto Maurizio, Imperia - foto Archivio Tci

In particolare, Pepi Merisio si distinse, nell’ambiente della “nuova fotografia italiana”, per immagini tese all’indagine sociologica, ma senza essere mai essere un neorealista puro. “La sua ideologia rimase sempre serena, orientata dall’ottimismo, mai selvaggiamente speculativa del dolore, della miseria, che pure in Italia esisteva e che i fotografi avevano in qualche misura rivelato, indagando laddove mai prima era stato indirizzato un obiettivo. Quello di Merisio ha cercato di essere il più possibile gratificante, rivelatore di bellezze, ma anche di malinconie” ha scritto Italo Zannier (dal volume “I fotografi del Touring”, 1995). 

Pepi Merisio - Loreto Aprutino - foto Archivio Tci

Suo tema principale è sempre stata la terra, a cominciare dalla sua Bergamo, cui ha dedicato anche un vero e proprio canto contadino con il volume “Terra di Bergamo”: le sue fotografie di uomini, alberi, paesaggi, tradizioni, lavoro hanno fissato un’Italia contadina che è stata l’ultima possibile, condannata a una inevitabile estinzione con l’avvento del consumismo. Merisio ha sempre cercato frammenti intatti di questa vita antica, spazi liberi in cui ritrovare questa cifra da lui così amata.

Pepi Merisio - Floricoltura a Ventimiglia, 1969 - foto Archivio Tci
Oltre ad "Attraverso l'Italia", Merisio ha collaborato per il Touring a volumi della collana “Conosci l’Italia” (La flora 1959; La fauna 1959; Il folklore, le tradizioni, vita e arti popolari, 1967), a volumi della collana “Italia meravigliosa” (Ville d’Italia, 1972; Abbazie e conventi, 1972; Castelli e fortificazioni, 1974; Il Palazzo Italiano, 1975) e a volumi della collana “Capire l’Italia" (I paesaggi umani, 1977; Le città, 1978; Il patrimonio storico-artistico, 1979; I musei, 1980; Campagna e industria, 1981).

Anche dal Touring Club Italiano un saluto a questo grande protagonista dell'arte italiana del Novecento.