Quando Cecilia Bartoli, star della lirica mondialeinizia a intonare i versi di “Una volta c’era un re”, nei panni della Cenerentola di Rossini, l’emozione ruba la scena a un’attesa durata troppo a lungo. Sono trascorsi 75 anni da quando le bombe degli Alleati nel 1943 cadevano sull’Italia, su Rimini, sul suo storico Teatro Galli. Da allora solo il silenzio tra i ruderi di un gioiello che nel 1857 era stato inaugurato dall’Aroldo di Giuseppe Verdi.
 
Il 28 ottobre il silenzio si è rotto, finalmente, preceduto da una cerimonia di benvenuto spontanea che ha coinvolto centinaia di riminesi e appassionati da ogni parte d’Italia, in attesa al botteghino persino dal pomeriggio del giorno precedente per assicurarsi biglietti e abbonamenti per la stagione della riapertura del loro teatro. Tende, sacchi a pelo e arie fischiettate anche nella notte… altro che nuovi smartphone. Anzi, qualcuno vuole regalare “un biglietto al babbo, che è nato nel '44, proprio quando il teatro è stato distrutto”, altri che festeggiano dopo anni di raccolte firme e appelli per far rinascere “il Galli” tra legni e stucchi pregiati, bello come era stato pensato dal modenese Luigi Poletti, il suo primo architetto.
 
“Non potrei essere più felice: riaprire un teatro chiuso da 75 anni, e con Gioachino Rossini! E poi a Rimini ci sono le mie origini, mio padre era riminese”: Cecilia Bartoli si confida a un quotidiano locale (chiamanicittà.it)”. E chissà cosa avranno pensato gli 800 fortunati in sala, e centinaia tra melomani e curiosi davanti al maxischermo allestito fuori dal teatro.
Per un palcoscenico restituito alla città, e che vuole essere "un teatro popolare", parole del sindaco Andrea Gnassi, i festeggiamenti dureranno due mesi: dopo Cecilia Bartoli, il 3 novembre ci sarà Roberto Bolle, la settimana dopo Nicola Piovani e l’attesissismo "Simon Boccanegra" del teatro Mariinsky di San Pietroburgo diretto dal maestro Valery Gergiev (10-11 dicembre): potrebbe essere l’occasione di vedere seduto in platea anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il mezzosoprano Cecilia Bartoli alla serata di riapertura del teatro Galli / foto Cecilia Bartoli Facebook
IL "GALLI", STORIA DI UN GIOIELLO RIMINESE
Eretto sui resti di una basilica paleocristiana, il Teatro Galli venne inaugurato come Teatro Nuovo nel 1857 da Giuseppe Verdi con la prima del suo "Aroldo." Intitolato nel 1859 al re Vittorio Emanuele II solo dopo prima guerra mondiale prese il nome da Amintore Galli, garibaldino, giornalista e compositore, autore dell'Inno dei lavoratori per Filippo Turati.

Già danneggiato da un terremoto nel 1916 e quasi interamente distrutto durante un bombardamento alleato avvenuto il 28 dicembre 1943, i lavori di ricostruzione del Galli sono cominciati solo nel 2014, dopo che alcuni progetti di restauro di tipo modernista, avanzati fra gli anni Ottanta e Novanta, videro la sonora bocciatura di gran parte della città, che voleva il Galli nello stile firmato da Luigi Poletti a metà Ottocento.

Il Galli ai primi del Novecento / foto Riminiduepuntozero
IL RESTAURO E IL NUOVO TEATRO
Il restauro che ha coinvolto il teatro Galli ha visto pause e improvvise ripartenze prima di arrivare alla sospirata riapertura. Nel 1975 viene realizzato il primo restauro dell'avancorpo del teatro, con la pavimentazione degli atri e delle sale laterali, consolidati il piano e il soffitto della sala Ressi, restaurate le decorazioni e le pitture, impermeabilizzato l'esterno dell'edificio. Nel 1997, si provvede al restauro delle facciate esterne, delle superfici decorate nella Sala delle Colonne e nella Sala Ressi. Nel 2010, dopo un lungo dibattito culturale sulle modalità di ricostruzione vince il buonsenso e la Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali dell'Emilia Romagna approva la ricostruzione della Sala e del Palcoscenico con l’obiettivo di restituire alla città il suo gioiello senza tradire l’identità originale.
I lavori di ricostruzione, iniziati nel 2014, hanno permesso a Rimini di riappropriarsi del suo teatro con l'inaugurazione del Foyer, il 17 settembre 2015, quando per l'occasione ritorna a Rimini, dopo 158 anni e il restauro del Laboratorio dell'Accademia dei Musici, il Pianoforte suonato da Giuseppe Verdi che accompagnò l’inaugurazione del Teatro Galli nell’agosto 1857. 
Oggi il Galli celebra i fasti del teatro storico all’italiana, e si dota di una tecnologia all’avanguardia che consente alla macchina scenica di essere computerizzata e così flessibile da poter ospitare non solo lirica e classica, ma anche prosa e musica contemporanea. Dal 2019 partiranno anche le visite guidate, per permettere a tutti di riappropriarsi di un bene comune.
Il teatro Galli nella serata di riapertura / foto Libertas
Per saperne di più sul Teatro Galli vai al sito turistico del comune di Rimini