Ci sono voluti 36 anni di attesa, ma finalmente riapre al pubblico l'Antiquarium degli scavi di Pompei. Il museo archeologico raccoglie alcuni dei reperti provenienti dagli scavi di Pompei, ma anche di Ercolano, Stabiae e Oplontis. Realizzato nel 1870 da Giuseppe Fiorelli, bombardato nel 1943 e riallestito nel 1948 da Amedeo Maiuri, l'Antiquarium ha subito l'ennesimo sfregio nel 1980 con il terremoto. Da allora è rimasto chiuso e solo oggi riapre con una nuova veste più moderna e utile per il visitatore.
MULTIMEDIALITÀ A SERVIZIO DELLA STORIA
Concezione moderna e allestimenti interessanti rendono il nuovo Antiquarium un luogo di accoglienza, conoscenza e apprendimento dove approfondire la storia delle città di Pompei dalle sue origini fino a quel fatidico 79 d.C., quando l'eruzione del Vesuvio spazzò via un'intera area: abitazioni e abitanti compresi. Grazie a nuovi sistemi multimediali e percorsi di realtà virtuale è oggi possibile un viaggio nel tempo che aiuta a comprendere meglio la portata dell'evento e la vita quotidiana dell'epoca. Due le mostre allestite contemporaneamente: la permanente “Sacra Pompeiana” dedicata ai luoghi di culto della Pompei preromana e la temporanea “Per grazia ricevuta. La devozione religiosa a Pompei antica e moderna” aperta fino al 27 novembre che approfondisce il tema del rapporto tra l'umano e il divino. Un viaggio nel mondo antico pagano e cristiano attraverso il confronto tra i reperti provenienti dagli scavi e dal Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario di Pompei. Il percorso espositivo dell'Antiquarium prosegue poi nella vicina Villa Imperiale, un lussuoso edificio del I secolo d.C., per la prima volta aperto al pubblico, dove sono proposte ricostruzioni di ambienti domestici dell'antica Pompei.