Qualche tempo fa quando la Commissione aggiudicatrice del logo delle Dolomiti Patrimonio dell'umanità, in seguito a un bando promosso da Fondazione Dolomiti Unesco e dalla Provincia di Trento, ha assegnato la vittoria al bozzetto preparato dal designer Alfredo Tranti, valdostano, è subito partita la polemica.

In effetti il logo vincitore sembra ricordare più dei grattacieli di Manhattan che alcuni torrioni dolomitici, non c'è dubbio. Difficile non concordare con chi lamenta che non si coglie la poesia e il fascino che queste spettacolari montagne sanno trasmettere. Addirittura tutte le associazioni alpinistiche della regione dolomitica (i vari Cai provinciali, la Sat di Trento e l'Alpenverein Südtirol) si sono trovate d'accordo nel respingerlo, chiedendo un ripensamento della Commissione aggiudicatrice al fine di  identificare nuove proposte “che trovino la condivisione più ampia possibile”.

Sembravano parole al vento, proteste fine a se stesse. Invece no. È notizia recente che la Commissione aggiudicatrice (lo aveva scelto fra 400 opere presentate), dopo aver ricevuto migliaia di proteste ha contattato l'autore del bozzetto invitandolo a rimettere mano all'originale, per venire incontro ai rilievi giunti da ogni parte. Alfredo Tranti, per la verità, convinto della bontà della sua idea, aveva finora difeso a spada tratta la sua creatura grafica.

Le motivazioni sono varie. Intanto le torri dolomitiche sono quattro non a caso. Rappresentano le quattro etnie che popolano le Dolomiti: italiani, tedeschi, ladini e friulani, dice l'autore. Il fatto poi che i simboli ricordino i grattacieli è voluto: le Dolomiti secondo l'autore hanno un'immagine urbana e da sempre sono state accostate a elementi architettonici. In effetti i termini “pareti” e “tetti” del linguaggio alpinistico sono tratti da elementi dell'architettura, non c'è dubbio.

Alfredo Tranti, che recentemente ha progettato il sistema segnaletico del patrimonio della Soprintendenza della Valle d'Aosta è un professionista con le carte in regola. Ha ricordato pure che la locandina del film Il figliol prodigo di Luis Trenker riportava le Dolomiti che si stagliavano sullo sfondo dei grattacieli di Manhattan... Tutto certo è soggettivo, ma pur con queste dichiarazioni non era riuscito a convincere il popolo degli scettici. Che anzi ha alzato sempre più la voce convincendo la Commissione aggiudicatrice a rivedere il verdetto.

Ora, a quanto si legge sulla stampa locale, entro breve giorni avremo il logo “rivisto” e corretto. La nuova versione soddisferà tutti gli scontenti? Trattandosi di modifiche a un impianto precedente non ci si può certo aspettare un ribaltamento totale del marchio, pertanto è verosimile che il popolo degli scontenti non avrà poi più di tanto di che gioire...