Dopo una prima rassegna sui giardini botanici delle Alpi ecco che ora affrontiamo quelli dell'Appennino.

In realtà tutti conoscono i giardini alpini tra Piemonte e Friuli Venezia Giulia, ma pochi immaginano invece che ce ne sono altrettanti anche sull'Appennino; è quindi una bella sorpresa apprendere quanti ce ne sono e dove si trovano, a partire... addirittura dalla Lombardia!

1. GIARDINO BOTANICO ALPINO DI PIETRA CORVA (PV)
Da Voghera si risale la val Staffora fiono a Varzi; quindi si sale verso Romagnese (Pv). Il Giardino alpino di Pietra Corva, è ubicato a 950 m di altitudine, sul versante del Monte Pietra di Corvo, una scura emersione di roccia ofiolitica che sovrasta il giardino stesso.
Ideato e realizzato da Antonio Ridella, veterinario e cinofilo, ma anche naturalista e grande appassionato ed esperto di botanica, il giardino fu aperto ufficialmente al pubblico nel 1967 con la finalità di conservare e adattare piante d’alta quota che egli stesso andava scoprendo attraverso viaggi ed escursioni botaniche effettuati sulle Alpi e Appennini ma anche su Pirenei, Carpazi, Caucaso sino all’Himalaya e Ande.
 
Il Giardino è dotato di una foresteria, di un centro-visita che illustra i diversi aspetti del territorio ed è completato da una serie di pannelli didattici esposti lungo i sentieri interni. I recinti confinanti con queste strutture ospitano inoltre ungulati quali cervi, daini e mufloni. E’ stato di recente realizzato un Centro Studi dell’Appennino Settentrionale il cui scopo è quello di favorire, sviluppare e realizzare attività di ricerca, educazione ed informazione sull’ecosistema naturale appenninico nonché attività di studio della biodiversità del territorio limitrofo.
Le specie attualmente presenti nel giardino sono circa 1200, suddivise nei vari settori principalmente secondo la provenienza geografica, le caratteristiche ecologiche e ambientali di crescita (faggeta appenninica, stagno e ambienti umidi, ambienti ofiolitici), le collezione di generi importanti quali Saxifraga, Gentiana, Iris, Primula, Campanula).
Sono circa 50 le specie presenti all’interno del giardino e rinvenibili anche negli ambienti ofiolitici presenti nella zona sovrastante il giardino e denominata “sassi neri”.
 
Aperto dal 1° aprile al 30 settembre, ore 9-12 e 15-19. Ingresso a pagamento. Visite guidate gratuite su prenotazione.
Info: tel: 0382.597865; www.provincia.pv.it
2. GIARDINO BOTANICO CAPLEZ. IN VAL TIDONE (PC)
Il giardino botanico Caplez è situato in Emilia-Romagna, nel Piacentino, nella sperduta località Cappelluzzo a 730 m tra Tassara e Stadera nella Val Tidone. E’ agevolmente raggiungibile sia dal versante piacentino (Nibbiano)  che da quello pavese (Santa Maria della Versa). Si estende su di una superficie di 15.000 mq. su terreno esclusivamente calcareo.
 
In un area di 11.000 mq. vengono coltivate circa 1.800 specie e varietà di piante provenienti da tutto il mondo. Rivestono particolare interesse due collezioni di arbusti: Philadelphus e Spiraea. Vengono, inoltre, coltivate numerose erbacee perenni tra le quali: Campanula, Centaurea, Eryngium, Nepeta, Penstemon, Phlomis, Potentilla, Salvia, Scutellaria, Sedum, Stachys, Teucrium, Verbascum. Cura e passione viene dedicata alle piante endemiche e in via di estinzione.
 
Aperto nei giorni di sabato e domenica da metà aprile a metà giugno. Ingresso libero. Visite guidate solo su appuntamento.
Info: tel. 02.58106009; www.aigba.org/PgCaplez.htm
3. GIARDINO BOTANICO DI VALBONELLA (FC)
Da Forlì si risale la val Montone e oltre Rocca San Casciano si sale a Premilcuore e quindi a Fiumicello. Andando verso Corniolo sulla strada del Passo della Braccina, circa 3 km prima di Corniolo (Fc) a un’altitudine media di 700 m, si trova il Giardino Botanico di Valbonella. Siamo all’interno del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna. Il giardino è un museo all’aria aperta, con intenti didattici e protezionistici, costituito da circa 2 ettari completamente dedicati a riprodurre gli ambienti vegetali dell’Appennino romagnolo. Il giardino botanico è organizzato con tre percorsi a tema, in cui le piante sono identificate da cartellini con informazioni relative alla specie e all’ambiente in cui vivono. Accanto a queste informazioni ve ne sono altre più specifiche riguardo la distribuzione della specie nel mondo e la posizione delle gemme della pianta come adattamento per superare la stagione avversa.
 
Inizialmente, al momento della sua istituzione nel 1983, nel giardino botanico erano presenti 420 specie di piante, distribuite in 12 diversi ambienti, in parte già esistenti e in parte ricreati appositamente con l’apporto di rocce o terreni idonei. L’Ente Parco ha in seguito allestito al suo interno 3 sentieri natura tematici, suddividendo gli ambienti già esistenti in tre gruppi ed articolando maggiormente la sentieristica presente.
I sentieri ideati sono dedicati agli ambienti forestali (il bosco), agli ambienti umidi (il torrente e le zone umide) e agli ambienti aperti e di transizione (le rupi, le praterie, gli arbusteti).

Visite guidate su appuntamento previo contatto telefonico.

Info: tel. 0543.974219.
4. ORTO BOTANICO DELLE ALPI APUANE PELLEGRINI-ANSALDI. A PIAN DELLA FIOBA (MS)
Istituito il 22 luglio 1966, l’orto botanico delle Alpi Apuane dedicato al medico e botanico Pietro Pellegrini (1867-1957) si trova al Pian della Fioba (Ms) a 900 m, presso il rifugio Forte dei Marmi del Cai.
La copertura vegetale dell’ Orto Botanico Pellegrini-Ansaldi è in gran parte spontanea; le specie più interessanti della flora apuana vi crescono infatti spontaneamente.
 
L’Orto comprende una coltura sperimentale di piante d’alto fusto, per lo più conifere, messe a dimora con l’istituzione dell’Orto stesso, che attualmente vengono via via diradate. Si tratta in prevalenza di pino nero d’Austria (Pinus nigra subsp. nigra), pino strobo (Pinus strobus), pino marittimo (Pinus pinaster), abete bianco (Abies alba), cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica), cipresso di Lawson (Chamaecyparis lawsoniana), duglasia (Pseudotsuga menziesii), ontano napoletano (Alnus cordata), e acero di monte (Acer pseudoplatanus).
l substrato dell’Orto botanico è costituito in piccola parte da scisti porfirici (Permiano – Paleozioco) di natura silicea, e per il rimanente da “grezzoni” (Triassico – Mesozoico) di natura calcarea. La parte dell’Orto costituita da scisti porfirici ospita numerose piante acidofile, che sulle Apuane sono spesso presenti nei boschi di castagno (Castanea sativa), come il cisto (Cistus salvifolius), l’erica arborea (Erica arborea), ed altre (Teucrium scorodonia, Digitalis lutea, Phyteuma orbiculare).

La maggiore estensione dell’Orto Botanico è costituita da dolomia; qui sono presenti il carpino nero (Ostrya carpinifolia), il cerro (Quercus cerris), l’orniello (Fraxinus ornus) ed i sorbi (Sorbus aria, S. aucuparia).
Nelle ampie radure sono presenti arbusti come la lantana (Viburnum lantana), il pero corvino (Amelanchier ovalis) e la coronilla (Coronilla emerus).
 

L'orto è aperto tutti i giorni da metà maggio a metà settembre con orario 9-123 e 15-19. Ingresso gratuito.
Info: tel: +39 050 2211321; www.parcapuane.toscana.it/orto
5. ORTO BOTANICO FORESTALE DELL'ABETONE (PT)
Il luogo in cui sorge, denominato Acqua Bona, si trova nell’Alta Valle del Sestaione, a poca distanza dalla Riserva Naturale Orientata di Campolino, in cui si conserva il bosco relitto di abete rosso più meridionale d’Italia. Dal 1987 al 1991 furono compiuti vari lavori che hanno reso l’Orto come si presenta attualmente, con la casetta di legno per le guide, le roccaglie calcarea e silicea, l’area umida e il laghetto. Dal 1994 l’orto fa parte dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese all’interno dell’Itinerario naturalistico.
 
L’Orto Botanico Forestale di Abetone è situato tra i 1320 e i 1270 m di quota su un pendio esposto a Sud-SudEst e raggiunge una superficie complessiva di 14.000 mq. L’Orto ha in uso la foresteria nel villino del Corpo Forestale dello Stato in località Fontana Vaccaia, per alloggiare studenti e giovani laureati, ai quali nel periodo estivo sono affidate le funzioni di guida e lavori di piccola manutenzione del giardino. Al suo interno sono presenti un piccolo laboratorio e una saletta per le conferenze, che ospita anche un’interessante collezione etnografica di vecchi attrezzi forestali ed una piccola xiloteca.
 
Aperto da metà giugno a metà settembre. Ingresso a pagamento.
Info: tel. 0573.60363;
6. ORTO BOTANICO PANIA DI CORFINO (LU)
Si trova a Pié Magnano di Corfino, vicino a Villa Collemandina. Vi si giunge in breve da Lucca passando da Barga e Castelnuovo di Garfagnana.
 
Nato nel 1984 per iniziativa della Comunità Montana della Garfagnana con finalità educative, scientifiche e didattiche, raccoglie, tutela e conserva la flora autoctona dell’Alto Appennino Lucchese. L’orto botanico si estende per una superficie di circa mezzo ettaro e riproduce, al suo interno, diverse situazioni ambientali dove sono rappresentate le diverse specie vegetali.
L’orto è diviso in settori: flora dei boschi, dei prati, dei pascoli, delle brughiere, delle torbiere, dei macereti e delle rupi; i settori riproducono diverse situazioni ambientali che caratterizzano il territorio. La visita dell’Orto acquisisce così il significato di una breve escursione naturalistica. Nella parte più bassa dell’Orto botanico è sistemato l’Hortus sanitatis, un settore nel quale sono coltivate le piante tradizionalmente utilizzate in Garfagnana per le loro proprietà medicinali o per uso alimentare.
 
Aperto da giugno ad agosto tutti i giorni ore 9-12.30 e 14.30-18. Negli altri mesi previo appuntamento.
7. GIARDINO BOTANICO DANIELA BRESCIA ALLA MAJELLA (AQ)
Il Giardino Botanico “Daniela Brescia”, localizzato a Sant’Eufemia a Majella (Pe), a circa 900 m, nel Parco nazionale della Majella, è stato realizzato nel 2001 grazie ai finanziamenti coordinati dall’Unione Europea. Attualmente ospita circa 500 entità floristiche su una superficie di 43000 mq. Simbolo del giardino è la Soldanella sannitica (Soldanella minima Hoppe subsp. samnitica Cristofolini & Pignatti), endemismo della Majella che si rinviene in pochissime stazioni, a quote elevate, su rupi con stillicidio. Il giardino ospita uno dei Centri di visita del Parco che nel periodo primaverile ed estivo accoglie visitatori provenienti sia dall’Italia che dall’estero.
 
Il giardino è diviso in settori. Più precisamente, sono presenti sia settori ecologici, in cui sono stati ricostruiti ambienti naturali caratteristici del territorio circostante e dell’Appennino centrale (querceto misto caducifoglio, cerreta, mugheta, ecc.) sia settori educativi tematici (piante medicinali, alimentari selvatiche, campo vetrina delle varietà agricole autoctone, piante e insetti ecc.). Molte delle specie coltivate sono endemiche dell’Appennino Centrale o esclusive della Majella e dei rilievi adiacenti.

Relativamente ai settori ecologici, oltre a principali habitat forestali e prativi che si rinvengono nel Parco, è stato ricostruito anche l’ambiente delle rupi e dei ghiaioni dove si trovano numerose entità rare e/o endemiche dei generi Saxifraga, Sedum, Androsace e Cerastium. Specie di particolare interesse conservazionistico in quanto diventate ormai rare sul territorio regionale o nazionale sono presenti anche nel settore dedicato agli ambienti umidi, in particolare Menyanthes trifoliata L., Ranunculus lingua L., Geum rivale L., Salix pentandra L. Carex paniculata L. subsp. paniculata, etc.
 

Aperto dal 15 giugno al 15 settembre dal martedì alla domenica: 10-13/16-19; - dal 1° aprile al 14 giugno e dal 16 settembre al 15 ottobre giorni festivi: 10-13/16-19. Visite guidate a pagamento e su prenotazione.
Info: tel. 0864.25701; www.parcomajella.it.
8 GIARDINO BOTANICO DELLA MAJELLA MICHELE TENORE, A LAMA DEI PELIGNI (CH)
Il giardino botanico Michele Tenore si trova a Lama dei Peligni (Ch), a 650 m, nel Parco nazionale della Majella.
Attualmente ospita circa 500 specie vegetali su una superficie di 9000 mq. Simbolo del giardino è il Fiordaliso della Majella (Centaurea tenoreana), endemismo della Majella orientale dedicato al botanico napoletano Michele Tenore che nell’anno 1831 visitò questi luoghi individuando numerose entità floristiche fino ad allora sconosciute. Il giardino e il Museo costituiscono uno dei Centri di visita del Parco.
 
Il giardino è strutturato in sezioni didattiche e in sezioni che riproducono gli ambienti vegetazionali della Majella. Molte delle specie coltivate sono endemiche dell’Appennino Centrale o esclusive della Majella e dei rilievi circostanti.
L’altitudine alla quale è collocato il giardino e l’esposizione di questo versante della Majella, ha favorito la creazione di ambienti come le rupi e i ghiaioni di bassa quota che ospitano diversi endemismi tra cui la campanula di Cavolinii, il giaggiolo della Marsica e l’astragalo aquilano accanto a specie con distribuzione anfiadriatica come per esempio la saponaria a foglie di pratolina, la dripide spinosa ecc.
 
Il giardino è nato con l’intento far conoscere ai visitatori le piante che crescono nei territori della Majella, al fine di distinguerne i nomi, le proprietà o le utilizzazioni; nel corso degli anni ha assunto un ruolo fondamentale nella salvaguardia delle specie rare o a rischio di estinzione del territorio dell’area protetta; circa il 7% delle specie coltivate sono endemiche, cioè specie con una distribuzione più o meno locale, mentre il 13% sono appartenenti alle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia, redatte dall’Unione Internazionale Conservazione della Natura (UICN).
Molte delle piante che sono o potrebbero essere a rischio di estinzione sono oggetto di specifiche azioni di salvaguardia nel Giardino Botanico.
 
Aperto tutto l'anno con orari diversi. Ingresso a pagamento. Visite guidate su prenotazione.
Info: tel: 0872.916010; www.parcomajella.it
9. GIARDINO DI FLORA APPENNINICA DI CAPRACOTTA (IS)
Il Giardino della Flora Appenninica di Capracotta è un orto botanico naturale fra i più alti di Italia (1525 m), in cui vengono conservate e tutelate le specie vegetali della flora montana e altomontana autoctona dell’Appennino centro-meridionale.
Grazie alla sua morfologia, ospita numerosi ambienti naturali tipici del piano montano, come faggeta, abetina, roccaglia, rupe, palude e stagno. A corredo, zone tematiche gestite a fini didattici, come i terrazzi dedicati alle piante officinali e alle varietà orticole autoctone.
Il Giardino rappresenta un’opportunità per avvicinarsi al mondo delle piante offerta a tutti, grazie alla presenza di sentieri accessibili a portatori di difficoltà motorie e visive.
I particolari angoli tematici dedicati, come il Percorso dei Sensi, l’Angolo delle Farfalle, lo Stagno, la Roccaglia, le Piante Officinali, la passeggiata tra i Frutti di Bosco, fanno compiere al visitatore una straordinaria esperienza sensoriale. Un laboratorio all’aperto per l’Educazione ambientale e il turismo naturalistico, che ogni anno richiama numerosi appassionati, soprattutto da fuori regione. Da un’idea del naturalista Valerio Giacomini, fu costituito nel 1963 ed è attualmente gestito da un consorzio tra il Dipartimento Bioscienze e Territorio – Università del Molise, il Comune di Capracotta e la Regione Molise; si avvale, inoltre, della collaborazione della Banca del Germoplasma del Molise e del Museo Erbario dell’Università.
Aperto dal 15 aprile al 31 ottobre dalle 8 alle 18. Ingresso gratuito.
Per le visite guidate, su prenotazione, contattare 340.6449336 / 349.6107487 oppure scrivere a giardinocapracotta@unimol.it.
10. GIARDINO BOTANICO NUOVA GUSSONEA SULL'ETNA (CT)
Si trova presso Ragalna, sul versante sud dell’Etna, al centro dell’omonimo Parco naturale, a 1720 m ed è stato creato per far conoscere e salvaguardare la flora e la vegetazione locale. Di grande interesse è l’angolo della colata lavica su cui crescono inizialmente solo specie vegetali pioniere, solo piante cioè che preparano la strada ad altre; di questo fenomeno vengono mostrati i vari stadi. In un’altra parte del giardino sono raccolte le principali specie etnee divise secondo i piani di altitudine.
 
Il nome Nuova Gussonea è stato scelto per ricordare il noto studioso della flora sicula, Giovanni Gussone come pure un'iniziativa simile risalente al 1903, quando il professore di botanica Fridiano Cavara fondò, sempre sul versante meridionale dell'Etna, il giardino botanico "Gussonea", che però durò poco.
Caratterizzano il giardino botanico Nuova Gussonea le distese di Astragaletum siculi, tipici dell'alta montagna etnea, i piedi dei grandi Pinus nigra laricio; in una cavità prolifera Asplenium septentrionale, "manuzza" in siciliano, prolifera una felce che proviene dalla regione alpina e che sull'Etna piuttosto rara.

Il giardino  suddiviso in più settori, tra i quali si distinguono: la zona delle aiuole, ai fini didattico-divulgativi; il vivaio, per la riproduzione delle specie presenti; un'estesa colata lavica che ospita la vegetazione pioniera, per lo studio della colonizzazione vegetale; le zone a bosco, in cui crescono Betula aetnensis, Fagus sylvatica , Quercus cerris, Quercus pubescens, Populus tremula, Quercus ilex; una cavità rocciosa di origine lavica, per lo studio degli adattamenti dei vegetali alla diminuzione della luminosità.
 

Visite a richiesta. Ingresso gratuito.
Info: tel. 095.234310 e 328.6571042.