Per festeggiare i cent'anni dalla nascita del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il primo d'Italia insieme a quello d'Abruzzo, Lazio e Molise, abbiamo preparato tre articoli per scoprirlo al meglio.
Nel primo, il Presidente del parco, Italo Cerise, fa il punto su passato, presente e futuro dell'area protetta;
- il secondo (qui sotto) vuole offrire consigli per esplorarlo al meglio, grazie anche alla collaborazione di Cristina Del Corso, Responsabile Ufficio Comunicazione del parco;
il terzo racconta gli eventi con cui si celebreranno i cent'anni. 
Buon compleanno al parco e cento di questi anni! 

1. ESPLORARE LE TANTE REALTÀ DEL PARCO
Il primo consiglio per scoprire il Parco Nazionale del Gran Paradiso è quello di esplorare più valli e più borghi. Spesso i visitatori si fermano "soltanto" a Cogne o a Valsavarenche (l'unica valle interamente compresa nel parco nazionale, sul versante valdostano) o a Ceresole Reale, nella parte piemontese. Eppure ci sono moltissime altre realtà degne di nota. "Per festeggiare il parco faremo eventi in ognuna" spiega Cristina "e le proporremo ciascuna con una sua peculiarità, un suo racconto. Sono 13, che invito ad approfondire sul sito web del parco. Nella parte valdostana: i tre centri di fondovalle, Villeneuve (con il suo vino), Aymavilles (con il suo castello) e Introd (paese certificato dal Touring con la Bandiera Arancione, ndr); la valle di Rhemes, con i due paesi di Rhemes Notre Dame e Rhemes Saint Georges; la valle di Cogne, storica porta del parco; e appunto la magnifica Valsavarenche. Nella parte piemontese, la valle Soana con Ronco Canavese e Valprato Soana; la grande valle Orco, con Ceresole Reale, Locana e Noasca; e il piccolo centro di Ribordone, luogo di rara e incontaminata bellezza". Se vi è possibile, dunque, programmate qualche giorno in più per conoscere le varie realtà, tutte diverse tra loro. Oppure avete una buona scusa per tornare...


Parco Nazionale del Gran Paradiso - foto Shutterstock​

2. SCOPRIRE GLI AMBIENTI
Esplorando le tante realtà del parco nazionale, si viene a contatto con i suoi ecosistemi. Anche qui ci sono idee preconcette: spesso si pensa al Parco Nazionale del Gran Paradiso come a un paesaggio composto soltanto da ghiacci e praterie alpine. In realtà il territorio offre moltissimi ambienti: si va dal fondovalle con i suoi paesi alle foreste di conifere, dai torrenti ai boschi di querce fino ai laghi d'alta quota. "Salire da Ceresole Reale, in Piemonte, fino al colle del Nivolet è come arrivare in Norvegia... mancano solo le renne!" ride Cristina. È un ottimo itinerario per scoprire la varietà della vegetazione e capire come cambia la flora a mano a mano che si sale. In generale, tutte le valli offrono esperienze simili: l'unica differenza è che al Nivolet, al di là dell'estate, si può arrivare anche in auto, altrove bisogna camminare - ma l'emozione di trovarsi di fronte panorami che continuano a cambiare è sempre la stessa. In ogni caso: "Più si va in quota, più bisogna andare in punta di piedi" raccomanda Cristina. "Devo essere sempre l'ospite dell'ambiente in cui sto camminando". 


Lago Rosset, Parco Nazionale del Gran Paradiso - foto Shutterstock​

3. ENTRARE NEI CENTRI VISITA
Per capire meglio la realtà multiforme del Parco Nazionale del Gran Paradiso il punto di partenza sono i suoi centri visita, dislocati davvero un po' ovunque. "Ognuno è dedicato a un aspetto, un animale, una caratteristica del parco" spiega Cristina "cosicché, visitandoli tutti, si arriva a capire l'area protetta nella sua interezza. Quello di Ceresole Reale, per esempio, è dedicato a sua maestà lo stambecco e al suo rapporto con l'uomo - il plastico con il nostro avo che lancia in mano caccia l'animale riscuote sempre molto successo con i bambini!". Ci sono anche tre centri speciali, che nascono con obiettivi scientifici (studiare, non solo informare). "A Campiglia Soana, si fa il punto sulle coltivazioni di un tempo, per esempio sulla canapa e sui cereali antichi; a Rovenaud, in Valsaverenche, il centro acqua e biodiversità vede come protagonista la lontra: è possibile osservare alcuni esemplari mentre si muovono sott'acqua, sembra di essere dentro a un torrente! E poi c'è il giardino botanico Paradisia, a Valnontey, nella valle di Cogne, uno dei più antichi e famosi delle Alpi". Inutile dire che in tutti i centri il personale qualificato dà consigli e suggerimenti per esplorare al meglio il territorio.


Il Centro visite a Ceresole Reale, Parco Nazionale del Gran Paradiso - foto PNGP​

4. CONSIDERARE IL MARCHIO DI QUALITÀ
Da tempo il Parco Nazionale del Gran Paradiso ha un suo marchio di qualità, che assegna a tutti gli operatori del settore turistico alberghiero, artigianato e agroalimentare impegnati in un percorso di qualità e sostenibilità. "Se quindi si deve scegliere una struttura dove dormire, mangiare, acquistare prodotti tipici" spiega Cristina "il consiglio è quello di verificare sul nostro sito - o direttamente con la struttura - se è stata certificata con il marchio del parco. Gli esercizi certificati sono oltre 100: il marchio è una garanzia non solo di qualità, ma anche di rispetto per l'ambiente". Il marchio, che dunque tutela l'intera filiera, viene assegnato a chi dimostra di aver investito in sostenibilità, dall'utilizzo di detersivi ecologici (giusto per fare un esempio) al rispetto delle risorse idriche fino alle lavorazioni utilizzate per le produzioni artigianali.

5. FARSI ACCOMPAGNARE
Parlando con Cristina, si scopre che il Parco Nazionale del Gran Paradiso accompagna davvero per mano il visitatore: non solo attraverso i centri visita. "Innanzitutto, abbiamo tre segreterie turistiche (una centrale e due per i due versanti) che ogni mattina, nei giorni feriali, rispondono a tutte le domande dei visitatori. Per chi non vuole esplorare il parco da solo, poi, abbiamo due tour operator specializzati, entrati nel circuito del marchio di qualità: sono Vertical Life e Itur, che consigliamo di contattare per ogni esigenza di pacchetto e attività". Ma farsi accompagnare vuol dire anche farsi condurre sui sentieri del parco: ogni estate sono tantissimi gli eventi gratuiti in ogni valle, per famiglie o per tutti. "Sentire i racconti delle nostre guide e dei nostri guardaparco è sempre il modo migliore per entrare a contatto con la natura e le tradizioni del parco" conclude Cristina.


Escursioni nel Parco Nazionale del Gran Paradiso - foto Massa Micon/PNGP​

6. DORMIRE IN UN RIFUGIO
Dormire in un rifugio - ce ne sono tanti nell'area protetta - è sempre un modo eccellente per toccare con mano la natura. Spesso gli stambecchi e i camosci si fanno vedere più volentieri all'alba e al tramonto e svegliarsi in quota, uscendo da un rifugio alle prime luci, permette magnifici avvistamenti. Pensiamo al rifugio Vittorio Sella, in alta Valnontey, o al rifugio Chabod e al Vittorio Emanuele, in Valsaverenche, o ai rifugi del Nivolet, dove le osservazioni sono garantite; ma ce ne sono tanti anche nei fondovalle, raggiungibili senza dover camminare per ore (come i rifugi Mila, Le Fonti e Muzio nei pressi di Ceresole Reale, tutti e tre certificati con il marchio di qualità). "Pernottare in un rifugio è bellissimo" conferma Cristina "ma bisogna sempre ricordare che spesso sono strutture isolate in alta quota... non si può chiedere un pranzo a base di insalata o frutta acquistata al supermercato, portata da un elicottero! Bisogna dare un senso all'esperienza: si deve arrivare in quota capendo che la vita in montagna è diversa da quella di città". 


Piani del Nivolet, Parco Nazionale del Gran Paradiso - foto Shutterstock​

7. SCEGLIERE LA MOBILITÀ SOSTENIBILE
Se si può, se le gambe lo permettono, scegliere di lasciare l'auto in un parcheggio e muoversi a piedi o in bicicletta è sempre il modo migliore per esplorare il parco e nello stesso tempo dare il proprio contributo all'ambiente. "I chilometri di sentieri tracciati sono centinaia" spiega Cristina "che la meta sia un lago alpino, un rifugio, una casa di caccia, un alpeggio o un passo, i panorami sono sempre bellissimi e garantiti". Anche la bicicletta può dare il suo contributo, specialmente ora che le e-bike possono agevolare di molto chi è meno allenato. "Nella valle Orco è facile e comodo spostarsi su due ruote" spiega Cristina "a Ceresole Reale si possono per esempio noleggiare biciclette presso il Camping Villa e a Locana presso il Parco avventura in frazione Nusiglie". Da ricordare il progetto “A piedi tra le nuvole”, con cui dal 2003 il parco promuove una mobilità dolce, regolamentando il traffico automobilistico privato in luglio e agosto lungo la strada che conduce al Colle del Nivolet e favorendo gli spostamenti a piedi, in bici e con navetta (in pratica, si lascia l'auto a valle e si sale in quota con bici e navette). Noi abbiamo provato una vera esperienza di sostenibilità a Cogne e dintorni, grazie a un albergatore pioniere e a un progetto avveniristico: la potete leggere in quest'articolo


Valnontey, Parco Nazionale del Gran Paradiso - foto Shutterstock​

8. PORTARE UN BINOCOLO
Ritorniamo sul tema animali. Il Parco Nazionale del Gran Paradiso è davvero un... paradiso per osservare da vicino e in libertà gli animali alpini. Parliamo degli stambecchi e dei camosci, i grandi ungulati delle vette; ma anche delle simpatiche marmotte, che fischiano non appena si sentono in pericolo; e poi di ermellini, volpi, lepri variabili. Senza contare gli uccelli: le maestose aquile reali, gli ancora più imponenti gipeti, e poi le piccole cince che vivono nei boschi, i gracchi alpini dal becco giallo che volano ad alta quota e molti altri. Per osservarli al meglio, i consigli sono diversi: informarsi presso i centri visita riguardo ai posti migliori nella stagione in cui si è al parco (perché gli animali si muovono con il passare dei mesi, anche di molto!); cercarli in punta di piedi, senza fare rumore e camminando lungo i sentieri segnati; soprattutto, portare un binocolo per ammirarli a dovuta distanza, senza correre il rischio di disturbarli facendo un improbabile selfie. "La montagna è loro" conferma Cristina "noi abbiamo il dovere di proteggerli, tenendo in mente che ogni nostra azione potrebbe causare un disturbo". Ma non preoccupatevi: soprattutto con gli stambecchi, in molte situazioni saranno loro a venire da voi...


Marmotte nel Parco Nazionale del Gran Paradiso - foto Shutterstock​

9. ASSAGGIARE LA ZUPPA DEL PARCO
Le vallate piemontesi e valdostane che fanno parte del Parco Nazionale Gran Paradiso offrono una notevole quantità di prodotti e piatti tipici, che riflettono la storia e la purezza di un ambiente speciale qual è l’area protetta più antica d’Italia. Per valorizzarli, l'ente parco insieme ai produttori e ai ristoratori che aderiscono al marchio di qualità ha pensato di creare un piatto che potesse racchiudere e custodire le tipicità di questo territorio e diventare così il suo emblema. "È la zuppa del Gran Paradiso" spiega Cristina "una pietanza a base di patate, cipolle o porri e pane che è possibile gustare nelle strutture del parco che hanno aderito al progetto e che viene preparata con ingredienti della tradizione contadina". La zuppa viene insaporita con formaggi d'alpeggio come toma, fontina, serais, con pane di grano saraceno o integrale; e con erbe tipiche, come ortica, "verquegno" o "lenga buinà". Insomma, un vero pretesto per iniziare a scoprire la gastronomia delle valli, semplice e gustosa.


La zuppa del Parco Nazionale del Gran Paradiso - foto PNGP​

10. PREFERIRE I MESI MENO AFFOLLATI
"Il consiglio finale è sempre quello: se vi è possibile, cercate di venire al parco nei mesi lontano da agosto". Cristina ne è sicura: anche la primavera e l'autunno regalano bellissime atmosfere e maggiore tranquillità, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. "Giugno, per esempio, è un mese meraviglioso: la natura torna a fiorire, ci sono canti ovunque, i piccoli degli animali sgambettano sui prati...". E, indubbiamente, le strutture ricettive hanno più facilità a ospitare, offrendo anche sconti. Cristina, anche in questo caso, raccomanda sempre silenzio, rispetto, ascolto: "lo dico soprattutto ai fotografi, cerchiamo di non avvicinarci troppo agli animali... se ci si apposta vicino alle tane di marmotta, spesso non si permette ai piccoli di mangiare proprio quando devono nutrirsi con vigore, dopo il periodo di letargo...". 

INFORMAZIONI
- Il sito del Parco Nazionale del Gran Paradiso, dove trovare tutte le informazioni sui centri visita, sulle strutture certificate dal marchio di qualità, sulle escursioni, sui rifugi e su molto altro è www.pngp.it