Novità per chi prenota online la sistemazione per le proprie vacanze in Italia. Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulla concorrenza e il mercato, che tra le altre cose, nell'articolo 61, abolisce la cosiddetta norma sulla "parity rate". 
Per dirla in parole semplici, l’Italia mette al bando le clausole che imponevano agli alberghi di pubblicare sul proprio sito internet condizioni più favorevoli rispetto a quelle presenti sui portali di prenotazione e sulle olta (acronimo per "online travel agency"). Le strutture, da questo momento, potranno proporre sul web i prezzi a loro più congeniali.
LE DICHIARAZIONI DEGLI ALBERGATORI
Una decisione ispirata dal buon senso, che stabilisce un nuovo e più corretto equilibrio nel rapporto tra le imprese ricettive e le multinazionali dell’intermediazione" ha dichiarato Federalberghi. "I primi a beneficiare di questa importante novità saranno i consumatori. Non tutti lo sanno ma quando un portale promette il miglior prezzo, in realtà sta dicendo che ha proibito al sito internet dell’albergo di offrire al cliente un prezzo più conveniente”. 
"Siamo molto soddisfatti per l’approvazione del ddl" ha dichiarato Giorgio Palmucci, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi. "Dall’analisi condotta dalla commissione Eu lo scorso aprile, ad un anno dall’entrata in vigore dell’analogo provvedimento negli altri paesi europei, la tariffa alberghiera si è differenziata a vantaggio dei clienti". Una norma simile, infatti, è stata approvata in Germania, Francia e Austria: secondo i dati di Federalberghi, i 4 paesi europei che hanno vietato la parity, con quasi centomila hotel e circa 5,9 milioni di posti letto, possiedono più del 40% della capacità ricettiva alberghiera dell’Unione Europea ed ospitano ogni anno circa 830 milioni di pernottamenti.
LA REPLICA DEI PORTALI
“I clienti possono continuare a prenotare con noi perché il portale garantirà in ogni caso la tariffa migliore” la replica di Booking.com, il più importante portale di prenotazione online per le strutture alberghiere. “Qualora un cliente trovi online un prezzo inferiore per la medesima sistemazione, Booking.com rimborserà la differenza”. Il portale ha ribadito la sua contrarietà alla norma: "Booking.com valuterà gli effetti di tale legge e aggiornerà, dove necessario, gli accordi e i termini generali dei contratti. Ma ritiene che la nuova legge italiana violi le normative dell’Ue e sia in contrasto con gli sforzi della Commissione europea per promuovere l’innovazione digitale a livello europeo, compromettendo così la coerenza e la concorrenza previste nell’ambito del mercato unico digitale. Venticinque autorithy di tutta Europa, tra cui l’Italia, concordano sul fatto che gli accordi di parity rateproposti da Booking.com siano soddisfacenti in materia di concorrenza".