Provate a fermarli, se ci riuscite. Provate a dire gentilmente a 52 orsi polari di uscire dalla vostra casa, levare le zampe dalla vostra dispensa e gentilmente togliere il disturbo. A Belushya Guba, il più grande villaggio della regione di Arkhangelsk, in un remoto arcipelago nella Russia del nord c'è una "invasione" di orsi polari, che entrano nelle case e hanno anche attaccato alcune persone. La scena pare surreale, a metà tra una sequenza horror e una fiaba della Disney.
Ma cosa spinge questi candidi bestioni a rovistare nei cassonetti tra le strade e le case di un posto così sperduto, tra il mare di Barents e i confini del Circolo polare artico? Presto detto… Una fame da lupi, una fame blu che attanaglia i plantigradi che stanno drammaticamente subendo i cambiamenti assai repentini del loro habitat, sconvolto dal fenomeno del riscaldamento globale. Ghiacci che si sciolgono e limitano il terreno di caccia di questi predatori, che in carenza di foche, provano a rimediare come possono.
Orsi polari tra case e scuole di Belushya Guba / foto The Siberian Times
Di solito, i plantigradi non sono considerati pericolosi: tra il 1870 e il 2014, in tutto il mondo ci sono stati solo 73 attacchi accertati con dieci morti e 63 feriti. Ma l’agenzia russa Tass riferisce di una popolazione che teme per la propria incolumità, tanto da installare reti protettive vicino ai luoghi pubblici e impiegare mezzi speciali per “scortare” i viaggi al lavoro delle persone. “Lo stato di emergenza cesserà solo quando la popolazione locale sarà messa in sicurezza”, riferisce Zhigansha Musin, a capo dell’amministrazione dell’arcipelago di Novaya Zemlya.
La risposta dell’Agenzia federale russa per l’ambiente non è però rassicurante, almeno per ora. Dai “federali” arriva un provvisorio “niet” all’uccisione degli orsi, che rimangono una specie protetta, anche se a ben vedere non vorremmo trovarci nella condizione di mantenere una discussione sobria e pacata con un Polar Bear di tre metri si altezza e 500 chili di peso...