Da settimane sulla homepage del sito italiano di FlixBus, il maggiore operatore europeo di linee di autobus a lunga percorrenza, campeggia l’avviso di sospensione di tutti i collegamenti sia internazionali sia in ambito nazionale. Ma anche a voler approfondire, l’elenco dei Paesi europei dove i collegamenti FlixBus sono momentaneamente annullati è davvero lungo: Spagna, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Danimarca, Polonia, Bosnia, Serbia, Portogallo, Ucraina,  Ungheria. Perfino in Scandinavia le prime corse Flixbus possibili sono successive al 18 maggio. 
 
Busrapido, piattaforma concorrente, è altrettanto congelata: grazie a una partnership con la britannica Zeelo sta “reinventandosi” nel settore del trasporto “a prova di Covid” dei dipendenti delle aziende. E un passaggio dall’aggregatore Omio non lascia dubbi: qualche raro bus notturno percorre la Penisola, zero collegamenti internazionali, sotto qualsiasi bandiera. Fermi anche i “bus delle badanti” diretti in Romania, bisogna arrivare fin in Scandinavia per trovare in circolazione i gran turismo di NettBuss sulla Oslo-Stoccolma

Una situazione davvero straordinaria, della quale abbiamo parlato con Andrea Incondi, Country Manager di FlixBus per l’Italia. 


Andrea Incondi, Country Manager per l'Italia di FlixBus

- Incondi, com’è la situazione generale del mondo dei bus di linea a lunga percorrenza? In particolare, come stanno reagendo i vostri partner operativi, quelli che ci mettono autisti e mezzi?
La situazione generata dalla pandemia da Covid-19 rappresenta chiaramente una sfida inedita e di dimensioni rilevanti per l’intero mondo dei trasporti, in termini tanto economici quanto operativi: sia noi sia le 70 aziende partner dislocate in tutta Italia che con noi collaborano, e che da sempre rappresentano l’anima e il motore vero e proprio del nostro servizio, siamo stati chiamati a confrontarci, improvvisamente, con un quadro dominato da una variazione nel flusso dei passeggeri, e dalla tendenza generale a ridurre i viaggi.
Quello che purtroppo ci troviamo a constatare oggi, a poche ore dall’audizione della ministra Paola De Micheli in Commissione trasporti alla Camera dei Deputati, è che il Ministero non sembra avere contemplato il comparto nella propria strategia per il rilancio dei trasporti nel Paese. È una lacuna che ci lascia esterrefatti, essendo il trasporto bus di linea a lunga percorrenza un servizio essenziale per gran parte della popolazione italiana, soprattutto quella che risiede in aree scarsamente collegate e penalizzate seriamente dal gap infrastrutturale. A dimostrazione della pubblica utilità di tale servizio, basti ricordare che nel solo 2019, in collaborazione con le nostre aziende partner, abbiamo trasportato nella sola Italia 10 milioni di passeggeri, offrendo loro una soluzione capillare ed economicamente accessibile. 
Siamo pronti ad affrontare, fianco a fianco con le imprese che con noi collaborano, una ripresa che si preannuncia in ogni caso lenta e faticosa, ma soprattutto in un comparto come quello della lunga percorrenza, in cui molte imprese non ricevono alcun contributo pubblico, è assolutamente indispensabile che il Governo stanzi subito aiuti finanziari e offra supporto affinché l’esistenza del settore stesso non ne esca compromessa.
- Il 18 maggio si avvicina e, non solo in Italia, potrebbe essere una data di svolta del cosiddetto “deconfinamento”. FlixBus sta già facendo ipotesi in merito?
La sicurezza e la salute dei nostri passeggeri e del nostro personale sono per noi da sempre, e sempre rimarranno, priorità assoluta. Qualunque decisione nella direzione di una ripartenza dovrà essere coerente con tale obiettivo, oltre naturalmente a rispettare rigorosamente le disposizioni del Governo e delle autorità competenti, le cui linee guida in materia di tutela della sanità saranno scrupolosamente applicate alla gestione del nostro servizio. Va da sé che, nel predisporre tali misure, ci appelleremo anche al senso di responsabilità dei nostri passeggeri, invitandoli a osservare un atteggiamento coscienzioso che supporti gli sforzi da noi messi in campo per proteggere la salute loro e dei nostri conducenti.


Un mezzo a due piani di Flixbus in viaggio. Prima del Covid-19

- Quali potrebbero essere i collegamenti, nazionali o internazionali, che FlixBus potrebbe scegliere di far ripartire? Come pensate di affrontare l’attuale chiusura delle aree di ristoro autostradali?
Il settore dei trasporti è il più colpito, e la ripresa sarà lenta perché la domanda di mobilità dipenderà da troppe variabili. I servizi di trasporto riprenderanno gradualmente e si tornerà forse alla normalità nel giro di un anno. Nel frattempo, il progetto della ripartenza sarà perseguito nel segno di una generale omogeneità territoriale, guidato, fra le altre cose, dall’obiettivo di servire anche le aree meno collegate dalle reti tradizionali, che in questo momento più che mai patiscono l’assenza di un’adeguata rete infrastrutturale.
- Le norme di distanziamento sociale e di sicurezza anti Covid impongono di ridurre il numero dei passeggeri a bordo. In merito circolano le ipotesi più disparate, comprese quelle che vedrebbero come utilizzabile un solo posto per fila. FlixBus come la vede?
Ci rimetteremo rigorosamente alle direttive che il Ministero renderà note: va precisato, sin da ora, che l’obbligo di attuare qualsiasi misura di contenimento in grado di produrre variazioni nel numero dei passeggeri a bordo avrà un impatto inevitabile sulle finanze degli operatori, e di questo impatto il Governo dovrà farsi carico.
- O’Leary, fondatore di Ryanair e guru del low cost, ha di recente dichiarato “se ci obbligano a lasciare posti vuoti non voliamo più”. Dal punto di vista di FlixBus è possibile trovare un equilibrio tra esigenze di sicurezza e prezzo dei biglietti?
Come già detto, la sicurezza dei passeggeri e del nostro personale hanno sempre avuto la massima priorità, ed è innanzitutto sulla base di questo valore che intendiamo predisporre la nostra ripartenza. Allo stesso tempo, tuttavia, ci sembra doveroso ricordare nuovamente che, ora più che mai, il settore del trasporto in autobus a lunga percorrenza necessita di una strategia chiara e ben definita da parte del Governo, pena la scomparsa di un numero incalcolabile di imprese del trasporto che finanziano il proprio servizio per mezzo del solo capitale privato.  La soluzione dell’impasse che tutto il comparto sta vivendo non può essere lasciata alle singole aziende, perché la risposta a questa crisi non risiede in una variazione del prezzo dei biglietti: è di aiuti economici concreti e di una strategia a lungo termine ciò di cui questo settore, in questo momento, necessita per sopravvivere.


Passeggeri all'imbarco di un FlixBus

- Detto che il minor numero di passeggeri a bordo cambia i parametri di costo, indicativamente in che misura pensate che i biglietti a tariffa piena potranno rincarare rispetto all’era pre-Covid? Sopravviveranno i ticket a 5 euro?
Saremo sempre in prima linea per garantire ai nostri passeggeri un’alternativa conveniente e consentire a tutti di spostarsi con facilità. La possibilità di continuare a offrire corse a prezzi contenuti, nel breve come nel medio e lungo periodo, tuttavia, dipenderà inevitabilmente soprattutto da quali misure saranno messe in atto dalle istituzioni a supporto del nostro servizio. Inoltre, è importante ricordarlo, vanno garantite condizioni uguali tra i diversi operatori a salvaguardia di una corretta concorrenza.
- Sia la Ue sia il governo italiano non mancano di sottolineare la drammatica crisi del turismo. E annunciano misure eccezionali di sostegno? Che genere di interventi chiede il mondo dei bus a lunga percorrenza? 
Il ruolo che la Ue è chiamata a ricoprire nella ripartenza economica è cruciale, e il settore del turismo, e quello dei trasporti di conseguenza – va precisato: senza trasporto non c’è turismo – rappresentano in tal senso un motore di importanza inestimabile, a livello internazionale così come in Italia e nei singoli contesti nazionali. Sappiamo che la Commissione Europea sta valutando l’inserimento del settore del turismo tra le priorità identificate per la ripresa economica, immaginando di dare agli Stati membri linee guida che rispondano a questa priorità. I servizi di trasporto rientrano ovviamente nella “questione turismo” e a livello europeo questo sembra abbastanza chiaro. Se infatti il turismo rappresenta in Italia circa il 13% del Pil, sono tantissimi altri i Paesi in cui questo settore incide in modo decisivo sulla ricchezza nazionale.
Auspichiamo pertanto che Bruxelles, riconoscendo l’importanza di un patrimonio culturale e paesaggistico dal potenziale immenso qual è quello europeo, strategica per la rinascita economica di cui stiamo parlando, si adoperi continuativamente tenendo ben presente che il turismo è un’industria fondamentale per l’Ue e che gli operatori del settore sono molteplici e tra i principali ci sono sicuramente le aziende che si occupano di trasporto. 

 

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