Un secolo e rotti di monopoli nazionali hanno abituato le compagnie ferroviarie europee, un tempo “Ferrovie dello Stato”, a guardare con molto sospetto i nuovi operatori attivi sul proprio territorio. Operatori fortemente sponsorizzati per l’appunto dall’Unione Europea per far partire meccanismi di sana e leale concorrenza. Meccanisimi che, almeno in parte, nel settore del trasporto merci stanno dando ottimi risultati.

Ma per i passeggeri il mondo del treno “gira” ancora su binari differenti. Ne sanno qualcosa gli ingegneri che stanno lavorando al collegamento ad alta velocità tra Londra e Berlino. I binari per viaggiare a 270 orari ci sono tutti, gli impianti e i convogli pure, perché non sfruttare il tunnel sotto la Manica per offrire un servizio a basso impatto ambientale? L’analisi dei mille ostacoli “tecnici” finora frapposti ha alla fine un comune denominatore: il consorzio ferroviario franco-britannico che monopolizza i servizi sotto la Manica non gradisce che si apra il tunnel ai concorrenti. E la società Eurotunnel che lo gestisce non ha alcuna intenzione di inimicarsi il suo più importante cliente… Con buona pace delle direttive sulla libera concorrenza ferroviaria emanate da Bruxelles.

Su scala minore, anche il nostro Paese è protagonista di un caso simile. Il 10 dicembre scorso, infatti, il fino ad allora ignoto URSF-Ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari ha emanato un provvedimento che vietava le fermate intermedie ai convogli Eurocity gestiti dal consorzio tra DB-Deutsche Bahn, Ferrovie austriache Öbb e Le Nord, in partenza dall’Italia e diretti a Monaco. Di fatto i treni in partenza da Verona, Venezia, Bologna e Milano avrebbero dovuto filare senza fermate fino al confine e viceversa, saltando sempre e comunque le stazioni di Trento e Bolzano, giusto per menzionare due capoluoghi, ma anche quelle di Rovereto, Bressanone e Desenzano, giusto per fare degli esempi.

La decisione dell’URSF, tra l’altro, oltre a scatenare le reazioni negative dei viaggiatori e del consorzio capitanato da DB, ha suscitato l’allarme degli operatori turistici lungo il percorso, visto che nella sola Bolzano si stima che siano almeno 20mila i passeggeri sbarcati o imbarcati dal nuovo servizio concorrente con quello di Trenitalia. Non è perciò un caso che un gruppo di 49 europarlamentari, capitanati dall’altoatesino Hebert Dorfmann, abbia indirizzato ai commissari Ue ai Trasporti e alla Concorrenza una lettera in cui si chiedeva di intervenire in merito. E che l’URSF abbia scelto di sospendere il provvedimento “in attesa del riesame della decisione”.

Risultato: i treni DB da e per Monaco potranno continuare a imbarcare e sbarcare passeggeri alle fermate intermedie italiane senza problemi. E, per ora, uno dei primi barlumi di concorrenza nei servizi ferroviari sul territorio italiano resta attivo. Per la cronaca: tra Verona e Monaco di Baviera l’unico convoglio Trenitalia viaggia di notte e il biglietto costa a tariffa piena 87,50 euro; Deutsche Bahn offre cinque treni diretti al giorno al costo di 68,10 euro a corsa.