È difficile non rimanere affascinati da Stefano Faravelli. Sembra uscito da un libro di Emilio Salgari o di Jules Verne. Non che sia un avventuriero che sfida l’ignoto, quello no: però sembra avvolto da quelle stesse atmosfere, da quell’inebriante senso di lontano che trasuda dalle loro pagine. Come l’umidità tropicale che ti senti addosso mentre leggi certe pagine di William Somerset Maugham. Basta avere tra le mani un suo carnet di viaggio, fare uno sforzo minimo di fantasia e immaginarselo mentre lavora in silenzio, un blocco bianco dalla carta spessa sul tavolo, il kit di pennelli e gli acquerelli al fianco. Cina, Giappone, Mali, India: sono queste le mete che negli anni Faravelli ha illustrato con quel suo modo antico di raccontare il mondo. Usando illustrazioni, chiaro, ma anche parole, reperti rinvenuti qui e lì durante il viaggio ed altri elementi che finiscono sul taccuino che poi si fa libro. Una strana alchimia creativa, una di quelle che se ti appassioni non molli più, aspettando ogni nuovo taccuino come i regali per Natale.
L’INCONTRO
Il nuovo taccuino è arrivato da qualche mese, si intitola Verde Stupore, ed è pubblicato da Edt (pag. 94, euro 32). Di Verde stupore e dell’arte di realizzare taccuini di viaggio Stefano Faravelli parlerà venerdì 13 gennaio dalle 18.30 al Punto Touring di Milano nell’ambito di Compagni di viaggio, l’appuntamento settimanale dedicato ai libri di viaggio organizzato dal Touring Club Italiano. Lo farà dialogando con Claudio Visentin, e con Andrea Bocconi, con cui da anni condivide l’esperienza della Scuola del Viaggio per cui tiene dei laboratori per insegnare l’arte del carnet.
IL VIAGGIO IN MADAGASCAR
Ma di che cosa parla Verde Stupore? Questa volta Faravelli è andato a raccontare un luogo il cui nome stesso sembra uscito da un libro di Salgari. «Il nome, foresta di Betambona sembra un luogo da romanzo, ma è vero, verissimo. Si tratta di una riserva integrale che si trova in Madagascar. Un luogo inaccessibile dove vive un popolo indigeno circondato da una macchia di foresta di poche miglia quadrate che è uno scrigno di diversità assoluto all’interno di quello scrigno di diversità che è il Madagascar stesso». Il viaggio che racconta è un sogno che si avvera. «Il sogno della mia infanzia è sempre stato partecipare come “engagé” a una spedizione scientifica. Una di quelle cose un poco antiche che ricordano Darwin e altri esploratori/scienziati.
L’occasione è venuta grazie a Franco Andreone, conservatore del museo di storia naturale di Torino e grande esperto di rane malgasce, che mi ha invitato a prendere parte a questa spedizione investigativa in Madagascar» racconta Faravelli. «Un’esperienza antica molto ottocentesca, in cui con ho messo la mia arte figurativa al servizio della scienza. Immortalando per la prima volta animali, come un camaleonte nano, che prima di allora non erano mai stati rappresentati. Un’esperienza che uno pensava di poter mai fare nella vita e invece» racconta con entusiasmo Faravelli. «Per me è stato come un pellegrinaggio: da piccolo volevo fare o l’esploratore o il naturalista e questa esperienza è stata l’unione di tutte e due con l’aggiunta dell’altra mia grande passione: la pittura». Pittura con cui ha ritratto foglie e rane, insetti e lemuri che ha incontrato nel suo mese all’interno della foresta pluviale.
«Nel taccuino ho fissato tutto quello che poteva entrare: ci sono campioni di rettili, foglie, ma anche esempi di “camaliotipia”». Che sarebbe? «Ho preso la zampina, l’ho intinta nell’inchiostro e l’ho immortalata sulla carta. Per me è estasi pura, stupore: il non plus ultra dalla contemplazione della natura, qualcosa di affine alla sensazione dei mistici». Sentimenti di trasporto che emergono sfogliando Verde stupore, cui è allegata una piccola esegesi della foresta in cui Faravelli torna a una delle sue passioni, la filosofia. «Una meditazione su quel che mi ha colpito di questa esperienza: in cui faccio esegesi del corpo mitico e mistico della foresta come un rabbino si applicherebbe ai segreti della Torah». Difficile non rimanere affascinati sfogliando un libro di Stefano Faravelli.
GLI ALTRI APPUNTAMENTI DI COMPAGNI DI VIAGGIO
Mercoledì 18 gennaio, dalle 18.30, Calabria guerriera e ribelle (Aracne Editrice), l'autore Giampiero Mele ne parla con Nicola Pirone e Angela Arena.
Mercoledì 25 gennaio, dalle 18.30, Artico Nero (Exorma Edizioni) di Matteo Meschiari che ne parla con Tino Mantarro, giornalista di Touring.