A Ravenna si va per vedere i mosaici, tra i più straordinari capolavori dell'arte italiana. Ma da dicembre c'è un'altra attrazione che merita la visita. Anzi, un'attrazione che racconta la storia di Ravenna e il perché quei mosaici sono proprio lì, in quella che oggi è una bella cittadina a due passi dal delta del Po. E che per questo dovrebbe essere visitata ancor prima dei mosaici stessi. 
La nuova attrazione si chiama Classis Ravenna e potrebbe essere definita una spettacolare macchina del tempo, che consente al visitatore di immergersi in una doppia storia. La prima storia, quella con la S maiuscola, è la storia antica di Ravenna e del suo strategico ruolo nel Mediterraneo in epoca classica, negli anni in cui la città, sontuosa erede degli Imperi, divenne capitale. La seconda è la storia - che per molti versi, essendo tutt’ora nella memoria di molti, è cronaca - di un luogo emblematico della città, l’ex colossale zuccherificio, che ritrova una funzione nel ruolo di scrigno delle memorie più antiche e più recenti di Ravenna. Due storie, entrambe avvincenti, che si intersercano tra loro.

TRE VOLTE CAPITALE
Bisogna partire con una nozione che spesso sfugge. Ravenna oggi non è più sul mare, ma un tempo era un porto. Un porto di quelli importanti, uno dei principali del mondo romano e bizantino, da quando Ottaviano Augusto vi stabilì la flotta incaricata della difesa dell'Adriatico. Più tardi, in epoca tardo imperiale e bizantina, l'abitato intorno al porto prese il nome di Classe (Classis in latino significa flotta): possiamo ancora vedere com'era, visto che fu ritratto nel mosaico di Sant’Apollinare Nuovo (VI secolo). Dal porto Ravenna trasse la sua ricchezza e il suo prestigio: un prestigio non da poco, se pensiamo che la città fu capitale ben tre volte, dell'Impero romano d'Occidente (402-476), del Regno degli Ostrogoti (493-553) e dell'Esarcato bizantino (568-751). 

Oggi a Classe, che si trova a 4 chilometri dalla città, si possono ammirare i resti dell'antico porto, recentemente valorizzati, e la Basilica di Sant'Apollinare in Classe, definita una dei più grandi esempi di basilica paleocristiana e decorata anch'essa da meravigliosi mosaici. Insieme a loro, il nuovo museo Classis Ravenna costituisce il Parco Archeologico di Classe: un meraviglioso complesso storico-architettonico-museale che racconta storie e vicende di una delle più importanti città del Mediterraneo, cui si aggiungerà in futuro anche la musealizzazione della Basilica di San Severo.

L'ARCHEOLOGIA IN TEMPI MODERNI
Ma veniamo al nuovo museo, definito semplicemente "il più importante intervento di recupero di archeologia industriale volto alla realizzazione di un contenitore culturale". L'impatto, quando si arriva, è di quelli forti: lo zuccherificio è imponente, grandioso; al suo esterno è stato collocato un mosaico moderno che raffigura lo scorrere dell'acqua (il mare) da cui tutto ebbe inizio. Anche all'interno la meraviglia continua: le architetture industriali - con il ferro trattato al naturale - sono state conservate, creando un contenitore affascinante. E poi si scopre il progetto espositivo, elaborato da una Commissione scientifica presieduta da Andrea Carandini;

Gli oltre 600 reperti archeologici presenti - che testimoniano l’evoluzione del territorio e la multietnicità delle sue popolazioni - seguono una “linea del tempo” che dall’epoca umbro-etrusca giunge all’Alto Medioevo, attraverso cinque fasi diverse. Un accorgimento riuscito, che crea uno stretto rapporto tra la storia e le opere allestite, dando vita a una visita immersiva; peraltro il racconto si sviluppa avvalendosi di apparati multimediali, plastici e multiproiezioni.  

 

Alla linea del tempo si affiancano vari approfondimenti tematici. Particolarmente suggestiva è la sezione dedicata al rapporto della città con il mare, una costante della storia di Ravenna, un fattore determinante la cui presenza ha influito in modo sostanziale sulla evoluzione della struttura urbana, sulla vita quotidiana e sulle prospettive dei suoi abitanti. Non poteva poi mancare un approfondimento finale che accoglie le testimonianze della storia dello zuccherificio trasformato in museo. 


 

REPERTI PREZIOSI
Soltanto qualche reperto, per invogliare alla visita. Bellissimo il Tesoro di Classe, del VII secolo, che comprende 7 cucchiai e una coppa (patera), probabilmente prodotti a Ravenna: gli oggetti facevano parte di differenti servizi da tavola e furono nascosti a Classe dentro una fossa scavata accanto a una strada, nella zona portuale. Poi i mosaici, tra cui quello del I secolo a.C. con i resti di una scena che vede protagonisti due pugili. Ancora, il sarcofago di Vibio Proto, del III secolo, e una bulla in oro con decorazione a sbalzo a grappoli d’uva, I secolo. Ma c'è molto altro, naturalmente.

Da notare che Classis Ravenna - realizzato grazie al contributo dello Stato, del Comune di Ravenna, dell'Unione Europea e della regione Emilia-Romagna, con l'apporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, è anche centro di ricerca ed è dotato di laboratori per lo studio e il restauro. Per far fede a quell'idea vincente di "museo della città e del territorio" e di "museo vivente" tanto voluta da chi l'ha pensato e realizzato.

INFORMAZIONI

Classis Ravenna - Museo della Città e del Territorio
Via Classense 29,  Ravenna
Tel. 0544 473717; classisravenna.it.
Orari. Dal 7 gennaio al 1 marzo 2019: dal martedì alla domenica 10 - 17; dal 2 marzo 2019: tutti i giorni 10 - 18.30.