- Cinque giorni in Norvegia: quarta parte, lo shopping e il mal di fiordo

 

Nel giorno della Brexit siamo in Norvegia, Alesund, e l’unico elemento che rimanda a una chiusura è solo la [o] con cui i locali pronunciano il nome della loro città. Perché le prime impressioni che regala questo elegante avamposto tra le città del sud e il nord estremo del paese sono immagini di apertura, spazio, silenzi, possibilità. Tre ore di nuvole e qualche vuoto d’aria ci portano a un rapido scalo a Oslo. E sul secondo volo interno verso i fiordi del nord il caldo della pianura padana scende rapidamente tra le sensazioni da rimuovere, e in fretta. Non sarà un grande sforzo perché messa fuori la testa dal piccolo aeroporto di Alesund il termomentro segna 16 gradi. 
Inizio a fare a patti con la microlingua dei miei compagni di viaggio che ruota attorno al verbo snapchattare, e non è lingua nordisk, ma il social del momento: nessun follower, video brevi, che scompaiono dalla rete in 24 ore. Social-punk, da imparare e portare a casa. 
L’ingegneristica è uno dei settori che hanno fatto crescere la Norvegia contemporanea, un vanto che Alesund esibisce subito. Bastano due chilometri di strada e sopra la testa abbiamo 150 metri... di mare. Due gallerie scivolano per quasi 10 chilometri. Nessun pedaggio, perché le tasse hanno già coperto gli oneri dell’infrastruttura. 
ALESUND, LA CASA DEL LIBERTY
Alesund è una  cittadina di 23mila abitanti che si aggrappa al continente con una stretta lingua di terra. Fianco a fianco si stringono grossi pescherecci, diportisti in vacanza (le scuole sono finite) e navi da crociera, ma le linee dei palazzi non si accordano a una tipica città di mare, rimandano a un liberty elegante, quasi fuori contesto. Il motivo data 1904, quando un incendio devasta pochi giri d’orologio una città intera. Mai più legno dissero, e mai più legno è stato. La ricostruzione in stile liberty ha concesso al legno tradizionale solo qualche pagaia vintage e le travi a vista dei café più cool. Il resto è pietra, marmo, ferro e acciaio.
Anche la cena volta le spalle al tradizionale merluzzo: in tavola capretto e vino rosso, in attesa della mezzanotte, luminosissima e altrettanto disorientante.

Ore 8.30. I depistaggi finiscono qui, e il mare si riprende la scena già dalle (prime?) luci del mattino che ha il sapore di salmone-burro-croissant ed espresso all’italiana. 

L’odore salmastro è potente e ci segue fino alla terrazza panoramica della città: il belvedere Kniven. Bisogna guadagnarselo con 418 gradini che salgono dal centro di Alesund. A renderli più che piacevoli sono dei terrazzini panoramici che aiutano il fiato e danno l’occasione per uno scatto sui tetti della città. Uno dei tanti, perché la voglia di immortalare il panorama continua fino al belvedere. 
JUGENDSTIL SENTERET, FUOCO E RICOSTRUZIONE
Si riscendono gli scalini mentre l’umidità del mattino lascia spazio a un’aria tersa e frizzante. La luce si riprende spazio e aiuta a immortalare gli scorci di mare tra le facciate pastello. Prossima meta, lo Jugendstil Senteret. I cassettoni di legno, gli intarsi e i banconi tirati a lucido svelano le origini di questo museo dedicato al patrimonio architettonico di Alesund. Una antica, elegante farmacia che vanta il primato di edificio Art Nouveau della cittadina. Le ceramiche, i manifesti anni 70, stampe e plastici raccontano quanta cura è stata impiegata dalla comunità nella ricostruzione dell’impianto urbanistico dopo l’incendio devastante che la rase al suolo in qualche giro di orologio. La sintesi drammatica si rivive in una curatissima time machine multimediale che in un quarto d’ora racconta la storia di Alesund “dalle ceneri all’art nouveau”. 
L’ATLANTERHAVSPARKEN, DIVERTIMENTO ATLANTICO
Pochi chilometri di navetta ed entriamo nel mondo giocoso dell’Atlanterhavsparken, un bell'acquario che occupa senza imbruttirla una piccola baia verso nord. Quattro milioni di litri d’acqua e vetri spessi 20 centimetri permettono a famiglie e bambini di passare una giornata conoscendo il mondo che popola i freddi mari di questa porzione di Atlantico. I più piccoli aspettano il rito del sub che si immerge nella vasca principale per sfamare i pesci. Ma la parte più suggestiva è all’esterno, dove foche e i buffi pulcinella non sembrano vivere in cattività. 
Che la cucina nordica sia sul tetto culinario del mondo gourmand è risaputo. Qui a Alesund ci pensa Andreas a tenere alta l’asticella con un pranzo-installazione, tra sedie di design a chilometro O, sedute di Philippe Starck e piatti che nascono da accostamenti tra spezie e frutti di bosco e la materia prima per cui Alesund è famosa: il merluzzo. Poi inizia l’attesa, perché alle 18 si parte per una vera nordik experience, un vero e proprio sea safari. 
RUNDE, LA CASA DEI PULCINELLA
Eccoci imbragati dalla testa a I piedi con un kit da allunaggio. Ci pensa il team di 62o Nord a mettere in pratica l’adagio norvegese che "non esistono giornate sbagliate, ma solo vestiti sbagliati”. Tuta imbottita impermeabile, maschera antispruzzo e guanti idrorepellenti sono l’armatura che contiene l’ansia della truppa quando partiamo a tutta su un supergommone a prova di fiordo. 2 ore di onde, sobbalzi e derapate ci portano davanti a uno spettacolo della natura da stroppicciarsi gli occhi: l’isola di Runde. 67 chilometri a sud ovest di Alesund, Runde è la casa di mezzo milione di uccelli, 230 specie diverse che convivono punteggiando le scogliere dell’isola. Gabbiani, gazze marine, cormorani e 100 mila pulcinella di mare, che si sono ritagliati uno spazio tutto loro, nidificando da aprile a luglio inoltrato.
Il ritorno nel porto di Alesund è altrettanto scavezzacollo, 50 miglia/h controvento, contromare, controonde. Ma il morale è a favore e prima di tornare a terra assistiamo a un'incredibile prova di ingegneristica artigianale. Ragazzi, uomini di mezza età, donne si aggrappano a una enorme catasta di bancali che oggi sarà il falò più grande del mondo. Una tradizione norvegese per festeggiare l'estate.  
Salutiamo Alesund sotto una pioggia fitta e con la voglia di vederla nelle quattro stagioni. A Bergen si arriva domani alle 15, il tempo di godere della navigazione notturna sulla mitica Hurtigruten, la rotta postale che da 120 anni solca I mari  di Norvegia, tra Bergen e Kirkenes, doppiando Capo Nord. 

INFORMAZIONI

Seguiteci su questo sito e sulla pagina dedicata di VisitNorway nei prossimi giorni, continueremo a svelarvi i segreti della Norvegia!
 

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