Dal boom economico alla crisi, in mezzo secolo di storia nazionale sono cambiati gli italiani ed è cambiato il loro modo di viaggiare: il risultato è che oggi le vacanze sono sempre più brevi, frequenti e fai-da-te.

Nel nostro Paese la domanda turistica è stato oggetto di ricerca sistematica dal 1959, anno in cui per la prima volta l’Istat ha cominciato a rilevare informazioni sulle vacanze della popolazione, attraverso un’indagine campionaria sulle famiglie. A quell’epoca, il turismo era ancora un fenomeno tutto sommato elitario. La quota di persone che andava in vacanza, almeno una volta durante l’anno, era molto bassa: solo l’11,3%.

Nel periodo successivo, la fruizione di vacanze è andata rapidamente aumentando, divenendo, verso la metà degli anni Sessanta un vero e proprio fenomeno di massa. La maggior quantità di risorse economiche a disposizione delle famiglie ha permesso, infatti, a segmenti sempre più elevati di popolazione di andare in vacanza: nel 1965 il 21% degli italiani aveva fatto almeno un periodo di vacanza e, dieci anni più tardi, nel 1975, tale quota raggiungeva il 35,4%.

Alla metà degli anni Ottanta, il turismo coinvolgeva il 46% dei residenti e agli inizi degli anni 2000 la quota di turisti si è stabilizzata attorno al 50%.

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