Se pensando a Busto Arsizio viene in mente solo l’idea di una piccola cittadina industriale nel Varesotto, non si è sulla buona strada. Da ben 12 anni, infatti, si svolge in nove sale cinematografiche qui presenti e in cinque Comuni vicini (Castellanza, Legnano, Olgiate Olona e Varese) il BAFF (Busto Arsizio Film Festival), iniziativa di approfondimento, di cultura e di divertimento che strizza l’occhio alla formazione didattica sia per le scuole che per i livelli più avanzati di studio.
Dal 29 marzo al 5 aprile, insomma, entra a tutto titolo nel mondo del cinema di alto livello anche la provincia di Varese, che si toglie la maschera di zona esclusivamente industrializzata e lavorativa. La partenza soft del BAFF è fissata per sabato 29 marzo con la mostra Una terra da Oscar tra saperi e sapori, vini e libri d’artista, allestita alla Galleria Boragno di Busto Arsizio. Alle ore 21 si entra però nel vivo, al cinema Sociale sempre di Busto Arsizio, per un incontro nientemeno che con il regista Ferzan Ozpetek, cui seguirà la proiezione del suo ultimo film Allacciate le cinture. Per domenica 30 grande spazio al cinema d’animazione, tra anteprime e concorsi per bambini (ore 16 allo Spazio Festival di Busto Arsizio) e in serata l’incontro, alle 21, con Elisabetta Sgarbi e proiezione del film Racconti d’amore (sarà lei, l’anno prossimo, a prendere il posto di Steve Della Casa, attuale direttore artistico del Festival nonché conduttore da vent’anni di Holliwood Party su Radio3). Tra gli ospiti dell'evento, Francesco De Gregori, lunedì 31 alle ore 20.45 al cinema Sociale di Busto Arsizio: racconterà Rosemary’s Baby, film di Roman Polanski che ama (seguirà proiezione); da segnalare anche il film sull’attrice Piera Degli Esposti (il 2 aprile, ore 21, al cinema Manzoni di Busto Arsizio, dal titolo Tutte le storie di Piera di Peter Marcias). In programma anche incontri e approfondimenti dedicati alla critica del cinema, con la serata in ricordo di Tullio Kezich (il 4 aprile, dalle 16: prima si vedrà I recuperanti di Ermanno Olmi, a seguire il documentario Noi che abbiamo fatto la doce vita di Kezich, e infine discussione con Alessandra Levantesi Kezich, Maurizio Porro e Patrizia Wachter), e film che raccontano il cinema stesso (come 1964-il tuo anno, il 2 aprile alle 17 allo Spazio Festival di Busto arsizio, che è realizzato con i materiali d’archivio dell’Istituto Luce e racconta in una sequenza i fatti più significativi di quell’anno in Italia e nel Mondo).

Il Festival si propone come un appuntamento che vuole approfondire il linguaggio cinematografico sotto molteplici aspetti: dalla musica alla recitazione, fino alla critica. Così si spiega lo slogan che accompagna l’intera rassegna quest’anno, Non di solo pane, motto che riprende le nostre radici e che rivolge un omaggio al concetto stesso di cultura come fondamentale necessità dell’essere umano per capire la vita.
 

L’impronta didattica e di invito all’approfondimento che caratterizza questo Festival, inoltre, è data anche dall’istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, nato nel 2008 proprio a Busto Arsizio e che si occupa di fornire un’alta formazione a professionisti nel campo della recitazione e di regia cinematografica. Una scuola altamente specializzata in ambito cinematografico che non si trova a Roma, ma nell’Alto Milanese. Si formerà una cittadella del cinema anche nel Nord Italia?

Info: www.bafilmfestival.it