Siamo stati in Qatar e vi raccontiamo che cosa c'è da scoprire nel Paese lungo il Golfo Persico. Ma prima, qualche parola per presentare il piccolo Stato.

Cominciamo con qualche dettaglio storico. Per la maggior parte del XX secolo il Qatar è stato una zona remota e brulla: la popolazione, molto povera, si dedicava alla pesca delle perle e all'allevamento dei cammelli, fino a quando nel 1971 (anno dell'indipendenza dalla Gran Bretagna) fu scoperto uno dei più grandi giacimenti al mondo di gas. Ci vollero altri vent'anni prima di trasformarlo in una vera ricchezza, grazie alla messa a punto delle tecniche di liquefazione e alla realizzazione di un colossale impianto a Ras Laffan, voluto fortemente dal padre dell'attuale emiro con l'aiuto del gigante dell'energia USA Exxon Mobil.

Da allora i cittadini originari del Qatar, che oggi sono circa 313.000 (su una popolazione complessiva di 2,6 milioni), sono diventati in breve tempo fra i più ricchi del mondo, con un reddito medio annuo pro capite di 125mila dollari, più del doppio di Stati Uniti e Arabia Saudita. Dopo l'abdicazione del padre, nel 2013 è salito al trono Tamir bin Hamad al Thani, giovane sovrano molto amato dal suo popolo (la sua immagine è ovunque) e grande amante dello sport. Sognava di diventare una stella del tennis, grazie agli insegnamenti del suo maestro personale Boris Becker. Non ci è riuscito e si è dovuto accontentare di diventare proprietario della squadra del Paris Saint Germain e di ospitare nel 2022 i Mondiali di calcio (i primi a disputarsi in un Paese arabo).

La figura più carismatica dell'emirato, però, è sua madre Mozah bint Nasser (seconda moglie del padre dell'emiro), icona di stile, simbolo di un Qatar aperto e moderno, interessato alla parità di genere, all'arte e all'istruzione. Il suo più grande impegno è l'Education City, un'area di 14milioni di metri quadrati nella capitale, che ospita le sedi distaccate di alcune fra le istituzioni e università migliori del mondo. Le donne in Qatar godono di una libertà che non ha eguali negli altri emirati, tanto che la sorella dell'emiro, Mayassa al Thani, rappresenta spesso il suo Paese nel mondo, essendo la più importante acquirente nel mercato dell'arte degli ultimi anni.

Numerose le partecipazioni del Qatar nell'economia di mezzo mondo, da Harrod's all'aeroporto di Heathrow nel Regno Unito, all'ex Meridiana (oggi Air Italy), alla Costa Smeralda, alla rinata area milanese di Porta Nuova e alla maison Valentino. Dal 2016 il Qatar è stretto nell'embargo voluto da Arabia Saudita e Emirati Arabi, che accusano il vicino di finanziare gruppi estremisti islamici. Il Qatar ha dovuto modificare le rotte di aerei e navi, con conseguente aumento dei costi di importazione delle merci, ma allo stesso tempo ha reagito con creatività, importando per esempio mucche dalla Germania per soddisfare la propria richiesta interna di latte (che prima dell'embargo proveniva dall'Arabia Saudita) e aprendosi maggiormente al mondo. Oggi sono 80 le nazionalità per cui non è richiesto il visto per entrare in Qatar. E l'Italia è una di queste. 

Ed ecco che cosa vedere in Qatar.


Un falcone addestrato - foto Ente del turismo del Qatar
1. IL FASCINO DISCRETO DEL SOUQ WAQIF 
Se il suk di Marrakech vi è sembrato diventato eccessivamente caotico e turistico, quello di Doha vi conquisterà. Chi sbrigativamente lo definisce troppo nuovo o artefatto si sbaglia. Ricostruito la prima volta per volere dell'emiro Hamad bin Khalifah al Thani negli anni Cinquanta, perché considerava fatiscente e insalubre il precedente (e rinnovato nuovamente nel 2006, dopo un grande incendio), il Souq Waqif - nel cuore di Doha e a due passi dalla Corniche, il famoso lungomare con vista sui grattacieli – riesce a essere incredibilmente ordinato e vivace allo stesso tempo. Baluardo della tradizione, oggi come ieri, le famiglie locali continuano a frequentarlo soprattutto verso il tramonto per cenare e fare due passi. Nel souq dell'oro le ricche signore qatarine passeggiano celate dai loro veli scuri, seguite da nuvole di bambine e baby-sitter dai tratti asiatici, mentre gli uomini, elegantissimi nelle loro immacolate tuniche tradizionali, valutano con attenzione l'acquisto di un falco per il primogenito maschio o di un grazioso coniglietto per i piccoli di casa.
Come ogni souq degno di questo nome, è diviso per settori merceologici. C'è quello dei preziosi, quello delle stoffe, quello delle spezie, quello dei datteri, quello dei tappeti e quello degli animali da compagnia (al centro del quale si trova anche una clinica veterinaria) e molti altri ancora. In questo teatro della quotidianità i turisti sono benvenuti, sebbene la maggior parte delle merci in vendita siano chiaramente destinate a una clientela locale (e spesso anche i prezzi). Nessun venditore insistente, nessun mendicante, nessun disagio anche per una donna a passeggiare sola. Forse si perde un po' in fascino, ma almeno non c'è traccia di quell'esotico da cartolina, quel finto tipico a misura di turista che sta rovinando altri mercati più famosi. Le persone sono genuinamente gentili e disponibili, pronte a introdurti ai tesori e ai segreti del loro souq.

Il Souq Waqif a Doha - foto Ente del turismo del Qatar

E così al negozio di Mustapha assaggerete varie qualità di datteri - dai gusti, colori e dimensioni molto differenti – prima di scoprire che i più prelibati (e costosi) si chiamano Medjool e provengono soprattutto dalla Giordania, mentre i commercianti di oli ed essenze non si stancheranno di spalancare innumerevoli bauli colmi di oud – legno profumato da bruciare, che può raggiungere cifre da capogiro – malgrado sia chiaro che ne capiate quanto un cowboy del Texas di tartufi d'Alba. E poi, se avete la fortuna di avere come noi due guide gentili e preparate come Hammeed e Abdullah di Q Explorer (tour operator locale), vi ritroverete ad aspettare comodamente al bar gli esiti di una serrata contrattazione per un anello che vi ha fatto girare la testa, prima di incrociare lo sguardo con il maestoso falco posato sul vostro braccio, per una foto ricordo unica, quanto emozionante.

Fra le esperienze da non perdere ci sono la visita alle scuderie dell'emiro (sempre aperte al pubblico) con gli eleganti cavalli arabi, una cena dalle Mille e Una Notte in uno dei numerosi ristoranti come il persiano Parisa (atmosfera magica e cibo delizioso), una partita all'antico circolo della dama Majlis Al Dama, la scoperta del souq dedicato alla falconeria (a cui abbiamo dedicato un approfondimento a parte) e l'accoglienza intima ed elegante dei Tivoli Boutique Hotels, nove differenti edifici nel cuore del mercato.

Nel Suq Waqif - foto Laura Sommariva

2. L'ARTE PIU' RAFFINATA (E MENO VISTA) DEL MIA 
“L'edificio del Museo di Arte Islamica è ispirato alla Moschea di Ibn Tulun del Cairo, più che a ogni altro edificio. Una moschea austera e bellissima dalle geometrie eleganti. Mi ha ispirato soprattutto la sua piccola fontana per le abluzioni al centro del grande cortile. Quel piccolo edificio è una poesia”. Così l'architetto Ieoh Ming Pei (di origine cinese e naturalizzato americano) descrive la sua opera, il suggestivo edificio che ospita il MIA nel cuore della città a due passi dal Souq Waqif. La sua enigmatica sagoma a diamante domina la Corniche, il lungomare di Doha con il moderno skyline di grattacieli dalle forme più fantasiose.

Il Mia, Museo d'arte islamica a Doha - foto Ente del turismo del Qatar

All'ingresso, l'alta vetrata con vista sulla baia, l'intreccio delle scalinate, la fontana di marmo scuro sovrastata da grandi lampadari circolari, evocano l'ingresso di una moderna moschea affacciata sul mondo. Un edificio prezioso, che custodisce raffinati tesori, una costellazione di meraviglie inedita per il visitatore medio occidentale. Nei due piani dedicati all'esposizione permanente si ammirano manoscritti, ceramiche, vetri, avori, tessuti, opere in legno intagliato, pietre preziose, bronzi provenienti da tre continenti, dal Medio Oriente alla Cina, alla Spagna. Abbracciando un arco temporale di 1400 anni (dal Settimo al Ventesimo secolo) si intende rappresentare la varietà di idee e culture dell'arte islamica.
Al piano terreno una caffetteria e un negozio di libri e souvenir ispirati alla collezione, mentre attraverso il chiostro colonnato si accede all'Education Centre e alla biblioteca. La passione della famiglia reale del Qatar per l'arte è insaziabile (la sorella dell'emiro, Mayassa al Thani, negli ultimi anni è stata il più importante acquirente nel mondo dell'arte) e qui si sta procedendo a un lungo lavoro di catalogazione e digitalizzazione dei preziosi manoscritti della loro collezione. Recentemente fra i tesori custoditi in centinaia di bauli è stata scoperta un'inedita raccolta di opere di gastronomia italiana dal 14esimo al 19esimo secolo. Arte e culinaria si ritrovano anche al quinto piano dell'edificio, dove si trova IDAM, il ristorante di Alain Ducasse. Classici francesi come le escargot affiancano quelli del mondo arabo, come la zuppa di harira, oltre a insoliti incontri come lo stufato di cammello con tartufo nero e foie gras. A pranzo l'executive chef Damien Leroux presenta un interessante menù più economico (www.mia.org.qa/en).

Un reperto nel Mia - foto Laura Sommariva

3. LA VITA DORATA E UN POMERIGGIO AL CENTRO COMMERCIALE 
Alberghi eleganti, falconi sul braccio e ghepardi al guinzaglio, super car che filano sulla Corniche, cantieri in ogni dove, residenze di lusso su isole artificiali, ambiente cosmopolita, sfarzosi centri commerciali, chef stellati. La vita dorata alla qatarina può contagiare una strana euforia, che in confronto il Principato di Monaco sembra un paesino per ricchi anzianotti. In Qatar si può trovare tutto il meglio della bella vita e anche qualcosa di più.

Fra le esperienze da non perdere, un giro al giocoso Mondrian Hotel, firmato dal designer olandese Marcel Wanders, che oltre a vari ristoranti (fra i quali il primo in Qatar dello chef giapponese Masaharu Morimoto), propone anche la lussuosa ESPA (divisa per sessi) e il Rise skybar con piscina, cocktail e terrazza panoramica (mondrian-doha.com). Non si può dire di conoscere Doha senza aver visitato anche The Pearl, l'isola artificiale di 4 kmq, dove sorgono le prime abitazioni acquistabili dagli stranieri. Chi compra una casa qui, si conquista la residenza qatarina con i benefici che ne conseguono (fra le altre cose, zero tasse, accesso gratuito all'istruzione e alla sanità). Il nome è stato scelto per ricordare che l'isola è sorta in uno dei più importanti punti di immersione dei cacciatori di perle del passato, quando il Qatar era uno dei principali fornitori di perle per l'Asia, prima dell'avvento di quelle coltivate dal Giappone e della scoperta dei giacimenti di gas.

The Pearl - foto Ente del turismo del Qatar

Fra grattacieli, marine di sapore mediterraneo e addirittura un quartiere che ricorda Venezia, l'effetto straniante è assicurato. E per continuare nello spaesamento, non può mancare una vista al nuovo favoloso centro commerciale Alhazam, con una galleria coperta, gemella di quella milanese, ma interamente in marmo di Carrara, e il meglio dei ristoranti e dello shopping dal mondo (alhazam.com). Passeggiando fra i giardini, fra viali lastricati di candido marmo dell'isola greca di Thassos (lo stesso della Mecca, che mantiene sempre una temperatura fresca, malgrado il vento del deserto) si può fare una sosta da Lobster per mangiare le pregiatissime aragoste blu, o fingere di essere a Parigi, seduti a un tavolo de Le Train Bleu, copia esatta di quello della Gare de Lyon.

Alhazam - foto Ente del turismo del Qatar

4. LA VERTIGINE DEI GRANDI SPAZI E IL DESERTO DI R. SERRA 
Tra le esperienze da non perdere non siamo sicuri ci sia la solita passeggiata in groppa al cammello (proposta qui, come in ogni altro angolo del Medio Oriente, ai turisti in cerca di foto ricordo) o le folli “surfate” sulle dune a bordo dei potenti suv con aria condizionata, molto popolari anche fra i locali in cerca dello spirito del deserto da weekend. Ci si diverte, per carità, ma non si può fare a meno di pensare al danno ambientale. Questo non è uno spazio vuoto, come banalmente si potrebbe pensare, ma la casa di numerose forme di vita, comprese le minuscole e timide volpi del deserto, la cui sopravvivenza e riproduzione è messa a rischio dalle jeep che scorrazzano su è giù dalle dune in gran numero.

The Inland Sea, il "mare interno" - foto Ente del turismo del Qatar

Ci si dovrebbe abbandonare alla vertigine di questi grandi spazi con lentezza, silenziosamente, per vivere appieno emozioni difficili da provare altrove. L'immensità del Mare Interno, l'acqua turchese come gocce di cera sulla sabbia, la tentazione infantile di rotolarsi dalle dune fino a tuffarsi nel blu, il cielo stellato davanti al fuoco di un campo tendato. Vale la pena di passarci almeno una notte, scegliendo uno dei campi in riva a questo bel mare, dove il deserto diventa spiaggia, e godersi finalmente il silenzio e un sontuoso banchetto tradizionale. Sicuramente non bisogna perdersi l'escursione verso la costa ovest per giungere in mezzo al nulla fino all'installazione di Richard Serra. “East-West / West-East” è un'emozione primordiale: 4 altissimi pilastri di ferro arrugginito si confrontano nel vuoto del deserto, come antiche porte di civiltà dimenticate. Personalmente, non ho mai visto nulla di simile.

L'installazione di Richard Serra - foto Laura Sommariva

INFORMAZIONI
- Per informazioni il sito dell'autorità per il turismo è www.visitqatar.qa/it (anche in italiano).
- Qatar Airways collega l'Italia con Doha con 3 voli al giorno da Roma e Milano (qatarairways.com).
- Fra gli operatori locali, Q-Explorer propone numerosi pacchetti per esplorare il Qatar (q-explorer.com), compresa una notte in un campo tendato nel deserto in riva al mare, con trasporto da Doha, safari in jeep, escursione al mare interno, cena e prima colazione, da 1200 QAR (300 euro) a testa in doppia. Oppure un West Coast Tour con visita alla cittadina di Zekreet alle particolari formazioni rocciose della zona e all'installazione di Richard Serra nel deserto, da 450 QAR (105 euro) a testa per due persone.
- Grandi festeggiamenti ogni anno per il Qatar National Day, il 18 dicembre, ma anche per Natale e Capodanno.