Perché andare in Lituania? Vi raccontiamo che cosa vedere, le attrattive da non perdere, le esperienze da fare in questo piccolo Paese baltico spesso sottovalutato. Eppure, come vedrete, c'è molto da scoprire... soprattutto in un viaggio on the road.
1. KAUNAS, TRA STREET ART E DIAVOLI
Adagiata dove i fiumi Nemunas e Neris si incontrano, Kaunas è la seconda città della Lituania, quella che più vuole proiettarsi verso il futuro. Anche perché il passato non è stato semplice: invasa più volte, ha visto mettere a dura prova alcuni dei suoi simboli - dal castello medievale alla chiesa di San Giorgio, che le ha davvero viste tutte: incendi, saccheggi, conversione in magazzino dai napoleonici o in sala da ballo dai sovietici. Quanto ai nazisti, durante i loro tre anni di occupazione portarono i 40mila abitanti ebrei nel periferico Forte IX, dal quale non uscirono vivi.
Destinata a centro industriale dal governo sovietico, dall'indipendenza in poi ha declinato questa sua vocazione in direzione di architettura e design, che saranno presumibilmente le forze trainanti per quando nel 2022 sarà capitale europea della cultura. In particolare l'architettura urbana prevalentemente modernista, per qualche tempo subita quasi passivamente, è ora stata riscoperta e rivalutata come spunto di partenza per nuove costruzioni. Non sorprende che l'edificio recente del quale la città è orgogliosa sia la Žalgirio Arena, nella quale gioca la leggendaria squadra di basket dello Žalgiris, anche nel 2018 entrata nelle final four dell'Eurolega.
Sport a parte, la star dell'arte lituana è certamente Mikalojus Konstantinas Čiurlionis, pittore e musicista noto per la sua inclinazione per soggetti fantastici ed esoterici, ospitati nel museo che porta il suo nome. Non sorprende che molte delle statue che si incontrano in città, dal Seminatore di stelle al monumento a Romas Kalanta, abbiano la stessa ispirazione sognante e non troppo modernista - lo stesso vale per la diffusissima street art. Per non parlare del Museo dei Diavoli, con 3000 rappresentazioni diaboliche. Merita una segnalazione infine una scadenza più vicina del 2022, quella della Biennale del 2019 dedicata a viaggi, migrazioni e spostamenti. 
2. NERINGA, LA STRISCIA DI SABBIA
La penisola di Neringa è un lido lungo quasi cento chilometri ma sottilissimo (al massimo, 3,8 km) che racchiude l'ampia laguna curlandese; per metà appartiene alla Lituania (nella parte nord), mentre il suo lembo meridionale pertiene alla fettina baltica di Russia staccata dalla madrepatria e attaccata a Kaliningrad. Per motivi di spazio, ci passa solo una strada, nonché un percorso ciclabile in gran parte protetto dai pini.
Per arrivarci si prende il traghetto dalla città di Klaipeda (la distanza è davvero irrisoria). Neringa è un parco nazionale e offre dune (altre fino a 60 metri), boschi (voluti a suo tempo dai prussiani per bloccare l'avanzata delle dune), fauna (alci, caprioli, volpi, cinghiali e una quantità quasi preoccupante di aironi e cormorani) e parecchia mitologia baltica. L'epicentro di quest'ultima è la Collina delle Streghe presso Juodkranté, dove quasi cento incredibili sculture in legno che artisti diversi hanno dedicato a favole e leggende locali - a partire da quella della ragazzona Neringa - si succedono lungo una passeggiata nei boschi affascinante oppure un po' spaventosa se comincia a farsi sera. Se viceversa vi piace il sole, dalla duna Parnidis potete vederlo sorgere dalle acque oppure tramontare sulle acque: non a caso il luogo è stato considerato ideale per un grande orologio solare
3. L'ATMOSFERA DI NIDA
Il posto dove stare a Neringa è Nida, dove la striscia di terra si allarga al massimo (poco meno di quattro chilometri) e i lituani - e i tedeschi e anche un po' di russi - vengono a fare villeggiatura. Tra mar Baltico e laguna ci sono casette di legno colorate, ristoranti, bancarelle, un'apoteosi di banderuole (in senso letterale, e non politico), la casa delle vacanze di Thomas Mann (visitabile), le case dei pescatori (visitabili anche loro), la Grande Duna, le sculture di sabbia. Le auto sono sostanzialmente inutili, si passeggia o gira in bicicletta. Il paese probabilmente non scatenerà l'entusiasmo di chi concepisce la vacanza in base alle foto ad effetto da mettere su instagram, ma ha l'atmosfera rara di quei luoghi che sembrano vivere in un tempo tutto loro. 
4. L'INCREDIBILE COLLINA DELLE CROCI
Un luogo veramente unico, al di là del proprio rapporto con la religione, è la Collina delle croci, vicino alla città di Siaulai, nel nord del Paese. A partire dal 1831, per commemorare i familiari morti nei moti rivoluzionari contro il dominio russo e sepolti (forse) in qualche luogo imprecisato nei dintorni, gli abitanti della Lituania iniziarono a piantare croci in quest'area, e ora - per quanto sembri incredibile che qualcuno le abbia contate - sono più di 100mila.
Di tutte le dimensioni, di tutti i tipi: ce n'è una fatta coi Lego, una con forchetta e coltello, una di vetro, una fatta di telefonini usati, flauti, chiavi inglesi, sci - e l'espressione "ce n'è una..." potrebbe essere fallace, è molto probabile che di vetro o di tubi o di badili ce ne siano anche cinque o sei, perché una passeggiata attenta e prolungata rivela davvero di tutto. Anche solo come opera simbolica collettiva, non c'è niente di simile al mondo. Nemmeno il regime sovietico riuscì a contrastare efficacemente questa tradizione, malgrado la sua scarsissima tolleranza per le inclinazioni cattoliche dei lituani, regolarmente costretti a frequentare corsi di ateismo. Volendo, potete piantare la vostra - e se non ne ve ne siete portata una da casa, potete comprarne una. Si parte da un euro. 
5. TRAKAI, L'IDENTITÀ DELLA LITUANIA
A pochi chilometri da Vilnius, lungo un percorso che molti amano fare in bicicletta, Trakai è la meta delle gite preferita da un popolo che - vista anche la sua storia inquieta - ha molto a cuore la sua identità. Il castello rosso sull'isola in mezzo al lago, unico maniero sull'acqua nell'Europa Orientale, è proprio pittorico come dicono. Si può raggiungere tramite il ponte che lo collega alla terraferma o circumnavigare in barca sulle acque del lago Galve. La storia del castello è narrata nei suoi stessi saloni, così come quella di Vytautas il Grande, che dalla vittoria sull'Ordine Teutonico sei secoli fa è considerato il patriarca della nazione. A quei tempi Trakai era la capitale del Granducato di Lituania, che nel XV secolo era realmente enorme, probabilmente la più grande nazione europea: partiva dal Baltico e arrivava al Mar Nero, e includeva le attuali Lituania, Bielorussia, Ucraina e parti di Polonia e Russia. All'epoca, Trakai era la capitale - naturalmente, prima che fosse trasferita a Vilnius. 

Trakai, Lituania - foto S. Klug
6. VILNIUS, LA CAPITALE
Per certi versi ha tutta l'atmosfera delle capitali dell'Est, quell'improvviso incontro di diverse eredità e quel pizzico di apertura al mondo che magari manca al resto della nazione. Ma la sua storia e il carattere lituano le danno una personalità unica. Non è solo una questione di impatto visuale, anche se la sovrapposizione di gotico, barocco, classico e moderno la rendono più elusiva rispetto ad altre città più sfacciate. Del resto, Vilnius ha tanti stili perché in un malaugurato contrasto con l'inclinazione caratteriale dei lituani, tra guerre, incendi, saccheggi e occupazioni di varia natura non è mai stata tranquilla. Perciò, come i lituani, non si svela subito. E presenta poco a poco le sue varie anime, da quella quieta e quasi enigmatica del centro storico con le sue strade strette e i palazzi di mattoncini a quella più globalizzata di Gedimino prospektas e Pilies Getva con i loro brand internazionali, fino a quella alternativa della Repubblica di Uzupis, il quartiere degli artisti al di là della Vilnia, il piccolo affluente del fiume Neris, nel quale ogni stranezza è lecita.
Vista dall'alto, dalla Torre di Gediminas, oppure dal campanile della chiesa dei San Giovanni (tutti e due, l'apostolo e il battista) sembra assopita, appoggiata in modo idilliaco tra i colli, un riposante susseguirsi di tetti a punta e chiese con i loro campanili che sembrano guardarsi tra loro e sorvegliare le strade, il tutto racchiuso da una cerchia contemporanea, funzionale. Sicuramente la capitale della Lituania va passeggiata (oltre che assaggiata, come vedremo). Dal Ghetto ebraico alla Porta dell'Aurora, dalla rossa e gotica (...molto gotica) Chiesa di Sant’Anna alla rosea e barocca (...molto barocca) San Casimiro, alla bianca e dorata, ortodossa (...e piuttosto bizantina) San Michele e Costantino; dai negozi di artigianato a quelli che ripropongono (apparentemente con un certo fastidio da parte dei concittadini) i memorabilia del severo periodo sovietico. Interessante notare, a margine, che se Kaunas propende per la street art, negli ultimi anni Vilnius si va popolando di statue. Molte, di gusto pop - dall'uovo di pasqua da 300 kg di Lijana Turskytė ai volti di Frank Zappa e John Lennon, dall'immane Monumento alla Pallacanestro (sì, davvero) a quello che celebra i Segugi Lituani, ovviamente ritratti in posa statuaria. 
7. LA SORPRENDENTE CUCINA
Sorpresa: in Lituania si mangia bene, e non di rado benissimo. Certo, malgrado l'aspetto mediamente invidiabile dei suoi abitanti, la cucina locale non è strettamente dietetica - per buona parte dell'anno, serve a scaldarsi. Da qualche tempo però la voglia di sperimentare, unita alla perdurante influenza dei popoli coi quali i lituani hanno avuto a che fare nel corso dei secoli, sta portando ad alternative consistenti per chi fosse preoccupato dalle calorie. I più temuti in questo senso sono i cepelinai, gnocchi di patate ripieni di carne, ai quali si suole aggiungere lardo, panna o formaggio, ed eventuali aggiunte dello chef. E non è che sia da meno il kugelis, sformato di patate in decine di varianti caratterizzate da carne (in particolare, pancetta).
In generale, le patate sono molto apprezzate, e spesso vanno a unirsi a un altro ingrediente che per i lituani vale oro: la barbabietola. D'estate per esempio fa la sua comparsa nei menu il saltibarsciai, brodo freddo e decisamente rosa, che alla coloratissima rapa unisce patate calde insieme a kefir, cetrioli, uova e cipolle. La patata, "il pane del contadino" detta legge anche nei vedarai (salsicce di patate tritate, farcita con carne preferibilmente di maiale). Ma quelli che troverete praticamente ovunque sono i kibinai, di influenza turca: un panzerotto aromatizzato con ripieno di carne o vegetariano.
Se all'atmosfera tradizionale volete alternare un po' di modernità, a Vilnius non perdetevi lo Sweet Root, dove la cucina locale e biologica è sottoposta a rinnovamento e ricerca ed esaltata anche dalla presentazione; a Kaunas puntate diritti sul "new nordic" dell'elegante ma accogliente Numan, con le sue erbe e salse sofisticate inserite in percorsi che portano il senso del gusto a fare giri stupefacenti.
8. NATURA: ALBERI E LAGHI
Viaggiando da una città all'altra, vi accorgerete di due cose: la Lituania è piena di alberi. Sono una quantità impressionante, e raramente si incontra un'area dove una specie prevalga nettamente sulle altre. L'altro elemento frequentissimo del paesaggio sono i laghi. Ce ne sono più di tremila, e se le loro temperature preoccupano noi mediterranei, non turbano affatto i locali, che vi nuotano spensieratamente - oltre a navigarli in barca o in canoa e pescarci.
Difficile scegliere quello immerso nello scenario più suggestivo, tra il più grande (Drūkšiai, ai confini con la Bielorussia a sud-est), il più profondo (Taraugnas, a nord-est, nel parco nazionale di Aukštaitija) e tutti gli altri. Forse il più popolare e comodo, per un percorso che oscilli verso il Baltico (è abbastanza vicino a Klaipeda) è il lago di Plateliai, apprezzato per le acque limpide, le immersioni, i reperti archeologici sui fondali, le escursioni in barca, e gli agriturismi nei quali fare una definitiva full immersion nella vita silvana. 
Regione Ignalina - foto Ambrozaitis
9. I FANTASMI DEL PASSASTO
Non è un argomento facile da trattare in nessun Paese dell'Europa dell'Est: da qualche parte è il grande tabù, in altre è rievocato con nostalgia sospetta e, qualcuno dice, alimentata con astuzia da un luogo ancora più a Est. In Lituania non ci sono molte ambiguità: è stato uno dei primi Paesi a scuotersi dall'oppressione dell'ex URSS, veramente inclemente con un popolo dalla così radicata matrice cattolica. Perciò, per quanto sembri strano, uno tra i motivi di interesse turistico del Paese è la possibilità di capire meglio una parte fondamentale del secolo da poco concluso, approfittando di luoghi che tramandano molti dei tanti aspetti che oggi ci sembrano sconcertanti del periodo sovietico.
Non se ne trovano solo a Vilnius: per esempio la ex base missilistica di Plokštinė, a nord-ovest, diventata il Museo della Guerra Fredda, oppure a Kaunas i quartieri con i poco amichevoli casermoni, grigi e tutti uguali, nei quali il popolo doveva vivere senza smanie di gusto individuale. Ma a Vilnius si trovano sia il Museo del KGB (che fa pensare che la serie spionistica The Americans si sia persino autolimitata rispetto alle vere abitudini dei servizi segreti di Mosca) che i bazar di "Soviet kitsch", souvenir di ogni tipo - dalle radio alle medaglie, dai giochi agli orologi - che provocano un doppio salto nei ricordi di chi è cresciuto da questa parte della cortina. Uno, indietro nel tempo, e l'altro, in una forma mentis (anche estetica, o anti-estetica, eventualmente) che oggi risulta difficile da concepire, ma ha segnato la vita di milioni di persone. 

Great War Museum a Kaunas - A.Aleksandraviçius​
10. L'AMBRA
Dicono che sta finendo, eppure sembrerebbe ovunque. Negozi e bancarelle, in praticamente tutte le vie di tutte le città e paesi della Lituania, vendono gioielli, sculture o oggetti - dai dadi alle penne - fatti di ambra. Sempre meno pura e meno antica, perché alla fine, con tutta la buona volontà, anche un posto pieno di alberi come la Lituania e un mare protetto come il Baltico, hanno già dato il meglio di sé a chi voleva sfruttare la preziosa resina. Cionondimeno, c'è ambra in tutte le salse e per tutte le tasche, e la versatilità dei lituani nel mostrarne le potenzialità, illustrando in negozi e laboratori come se ne possa ricavare liquore o energia elettrica, finisce invariabilmente per spingere anche i più indecisi verso l'acquisto. In fondo, qualche regalo bisogna pur portarlo a casa.
INFORMAZIONI
- Ente del turismo della Lituania, www.lithuania.travel/it. Brochure e mappe scaricabili gratuitamente.
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