Verona è indubbiamente una città bellissima, con una quinta altrettanto suggestiva che la circonda a nord-est dagli ultimi rilievi prealpini digradanti verso la pianura, tra due anse dell’Adige. Per scoprirla basta camminare per le sue strade: non solo le maggiori, che conducono a monumenti splendidi come l’Arena, Castelvecchio o S. Zeno, e guidano i flussi del passeggio lungo corsi con raffinati negozi; ma inoltrandosi anche – magari per svolte casuali – nella trama della città antica col suo respiro di rettilinee vie romane e vicoli, corti e corticelle medievali, angoli silenziosi e scorci pittoreschi, lungofiume e ponti che aprono a prospettive ariose sui campanili delle chiese e il verde dei colli vicini. 
Al piacere del passeggio contribuisce la vocazione turistica di una città il cui intero centro storico è Patrimonio dell’Umanità Unesco. Una splendida cornice per quello che speriamo tutti di rivivere, una sequenza ininterrotta di veronesi e visitatori che si spartiscono i tavoli all’aperto di bar, che frequentano ristoranti e superstiti osterie, disseminati da piazza Bra a Veronetta, dal quartiere di S. Zeno alla zona dell’Università; così come si distribuiscono sulle gradinate del Teatro romano e dell’Arena in una stagione lirica di richiamo mondiale. 
Certo, non dimentichiamo la citazione per la “città degli innamorati”, resa celebre nel mondo dalla tragedia romantica shakespeariana di Romeo e Giulietta.
Verona / Getty Images
1. PIAZZA DELLE ERBE
La più antica piazza di Verona sorge sul vasto spazio rettangolare del foro romano. La piazza è il vero cuore cittadino, animato dal mercato nelle bancarelle dei piassaroti, dal passeggio continuo di veronesi e turisti, con in sottofondo le chiacchiere ai tavolini all’aperto dei bar.
Lungo il suo asse maggiore si allineano alcuni monumenti che celebrano la storia cittadina: la colonna del Mercato; la cinquecentesca berlina, baldacchino per le investiture pubbliche; la fontana di Madonna Verona; la colonna di S. Marco (1523), il cui leone è un rifacimento di fine ’800. All’angolo con via Mazzini spiccano le fronti alte e strette delle case-torri, avamposto del ghetto demolito nel 1924, quindi la porticata Domus Mercatorum (1301, rinnovata nel 1878), voluta dai Della Scala. 
Verona, piazza delle Erbe / Getty Images
2. L’ARENA 
Eretto probabilmente in età augustea appena fuori le mura, l’anfiteatro romano, il terzo d’Italia per grandezza, è uno dei monumenti-simbolo della città. L’Arena di Verona è, non solamente in Italia, sinonimo di opera lirica. Felice destino per il grande anfiteatro nel quale in età romana si disputavano combattimenti tra gladiatori e venivano allestite battaglie navali. 
Tanto oscura quanto varia la sua storia nei secoli di mezzo e nei successivi: disastri naturali e spoliazione dei marmi, arcovoli ridotti a ricoveri e poi a magazzini di artigiani e mercanti, giostre, cacce di tori e, in tempi moderni, gare di bicicletta, ascensioni con l’aerostato, spettacoli popolari e circensi. A noi piace riconoscerlo come il più grande teatro lirico all’aperto del mondo, che ha accolto tutti i grandi interpreti del ’900: nel 1947 debuttò qui, nella Gioconda di Amilcare Ponchielli, una giovane e ancora semisconosciuta Maria Callas.
L'Arena di Verona / Getty Images
3. LA CASA DI GIULIETTA
Verona è la città che William Shakespeare ha reso celebre nel mondo. Allora, anche se un po’ “mainstream” è quasi un dovere dare almeno uno sguardo alle presunte dimore dei protagonisti della tragedia romantica di “Romeo e Giulietta”. Frequentatissima (speriamo lo ritorni presto) è la casa di Giulietta, visitata ogni anno da migliaia di turisti. In via Cappello, percorrendo l’antico cardo massimo della città romana, da piazza delle Erbe verso via Leoni e il fiume, si può raggiungere la due­centesca dimora al numero 23
L’eroina di Shakespeare è evocata dal balcone nel cortile, aggiunto col fanta­sioso restauro del 1935, e con una statua in bronzo che la ritrae. Oggi nelle sale è stata anche allestita una mostra di incisioni d’epoca che hanno per soggetto la storia dei due amanti e mobili e costumi utilizzati per il popolarissimo film di Zeffirelli, datato 1968. Decisamente più in ombra rimane la casa dell’amato Romeo, nei pressi delle Arche Scaligere. Si tratta di un rustico castello in mattoni appartenuto alla famiglia dei Montecchi. Attualmente il palazzo è di proprietà privata. 
Il balcone di Giulietta / Getty Images
4. S. ZENO MAGGIORE 
San Zeno è un capolavoro del romanico italiano, un capolavoro che si ammira in tutte le ore del giorno, con l’avorio dei suoi tufi e dei suoi marmi che dialoga fascinosamente con le intensità e i tagli della luce. Fondata alla fine del IX secolo insieme a uno scomparso monastero benedettino, la chiesa venne distrutta dal terremoto del 1117, riedificata nel 1120-38 e prolungata e rialzata verso la seconda metà di quel secolo. Nella piazza, il terzo sabato e la prima domenica di ogni mese, si estendono i vivaci mercati di artigianato, antiquariato, modernariato e vintage della vicina piazza Corrubbio.
San Zeno Maggiore / Getty Images
5. PIAZZA DEI SIGNORI E LE ARCHE SCALIGERE
Raccolta, armoniosa, ritmata da archi di portici e portali, è uno dei luoghi più suggestivi e una delle più belle “cartoline” di Verona. Silenziosa in alcune ore del giorno, la speranza è di rivederla come d’abitudine animata in altre dal passaggio di veronesi e turisti (d’estate accoglie tavoli all’aperto di locali; d’inverno, per un mese, le casette del mercatino di Natale). 
Sulla piazza si affacciano il Palazzo della Ragione, il Palazzo del Capitanio, il Palazzo della Prefettura e la Loggia del Consiglio. Proprio la Loggia è una delle più felici invenzioni del rinascimento veronese. Le statue sul coronamento celebrano i veronesi illustri di epoca romana, da Catullo a Plinio, Emilio Macro, Vitruvio e Cornelio Nepote, in un racconto plastico della gloriosa storia cittadina.
Dalla piazza si raggiunge in pochi passi la Chiesa di Santa Maria Antica nel cui cortile si innalzano le Arche Scaligere. Al complesso, straordinario esempio di scultura funeraria gotica, si accede da piazza delle Erbe attraverso il vòlto della Tortura. L’antico luogo di sepoltura dei Della Scala, sul sagrato della chiesa di S. Maria Antica, fu in parte recintato e trasformato in “giardino di pietra” per accogliere le tombe dei signori di Verona.
Le Arche Scaligere / Getty Images
6. “ANDARE A BASTIONI!”
A Verona si “va ai bastioni” non più per “fare la guerra”, ma anzi per camminare, correre, giocare a pallone e fare ginnastica all’aperto. A fornire questa lunga e preziosa fascia di verde cittadino è di fatto la cinta di mura coi bastioni difensivi ideati negli anni ’30 dell’800 dagli austriaci. 
A invogliare una sosta cu sono i bei giardini Raggio di Sole, presso porta Nuova, i giardini pubblici dell’Arsenale, oltre il Ponte Scaligero, dove d’estate nella vasca rasa d’acqua ci si può anche rinfrescare. Il parco delle Colombare è alle prime pendici delle Torricelle. A soste rilassanti in pieno centro cittadino invitano invece i giardini di piazza Bra, quelli di piazza Pradaval di lato a corso Porta Nuova (anche con area picnic), quelli di piazza Indipendenza nei pressi delle piazze delle Erbe e dei Signori.
Giardini di piazza Bra / Getty Images
7. CASTELVECCHIO
Nato più per difendersi dalla città che per proteggerla, leva la sua mole rosseggiante e merlata sulla prima ansa dell’Adige. Spettacolare da vicino, lo si ammira meglio dai bei lungadige Cangrande e Campagnola, sulla riva opposta. Il complesso fu eretto nel 1354-57 su ordine di Cangrande II della Scala, che ne fece anche la propria residenza, su due nuclei separati dal ponte. Quello occidentale comprendeva la reggia vera e propria (oggi Circolo Ufficiali); quello orientale, aperto sul fiume fino alla costruzione della cosiddetta Ala napoleonica nell’800, ha forma rettangolare, è difeso da un’unica cortina di mura e racchiude il cortile maggiore. Tra le due parti la struttura ingloba un tratto delle mura comunali del dodicesimo secolo, nel quale si apre l’antica porta del Morbio. 
Castelvecchio / Getty Images
8. LA CUCINA VERONESE
Verona sta nel cuore di un territorio agricolo ricco e completo, diviso tra pianura, lago, montagna prealpina. Non stupisce dunque che il livello della tavola sia alto con punte straordinarie in ristoranti e trattorie di città! Per stare alla tradizione, il piatto-simbolo è forse il lesso con la pearà, sontuoso bollito misto accompagnato da salsa a base di pane grattugiato, brodo, midollo e pepe; gli sta vicino la pastissada de caval (o ‘de musso’), stracotto di cavallo marinato nel vino (eccellente l’Amarone). 
Tra i primi, ai risotti che contaminano le gastronomie veronese e mantovana si affiancano gli gnocchi di San Zeno o i bigoi co le àole, spaghetti grossi e alborelle. Sempre popolare la polenta (con il baccalà o con gli ‘osei’, ma anche con la ‘renga’, l’aringa di Parona). Tra i dolci, la tradizione si fa industria nelpandoro, mentre dimensione artigianale o casalinga mantengono il Nadalin, le fritole e i galani di Carnevale. 
Gli gnocchi di San Zeno / Getty Images
9. LE PASSEGGIATE LUNGOADIGE
Per vivere il rapporto strettissimo tra la città e il suo fiume il consiglio è di scegliere uno dei tratti vista acqua che segnano il centro storico. Alcuni passeggi sono particolarmente gradevoli e panoramici: tra questi, nell’ansa, il lungadige Cangrande con possibile discesa al greto e il susseguente lungadige Campagnola, che offrono una bella vista su Castelvecchio e sull’arco dei Gavi. Vedute più ravvicinate sul castello e sul ponte Scaligero si aprono da Riva S. Lorenzo e soprattutto dalle rigaste S. Zeno, una piacevole passeggiata rialzata con filari di tigli, aiuole di rose e panchine, da cui ammirare uno scorcio sul rosone di S. Zeno in Oratorio. 
Bella anche la passeggiata per lungadige S. Giorgio dai giardini Cesare Lombroso e dalla chiesa di S. Giorgio in Braida (con vista sul Vescovado e il Duomo sulla riva opposta) in direzione del Ponte Pietra e di castel S. Pietro. Ponte Pietra con le caratteristiche case al suo piede e vari campanili (a partire da quello bianco della Cattedrale) entrano nell’inquadratura da rigaste Redentore. L’ombroso lungadige Re Teodorico ha in vista la rossa mole di S. Anastasia di là dal fiume. 
Arco dei Gavi / Getty Images
10. SULLE MASAGNE: IL GIRO DELLE MURA DI VERONA
Osservando la pianta di Verona, balza all’occhio come la forma della città storica sia tuttora disegnata dal giro delle mura. Definita dagli Scaligeri tra il 1283 e il 1329, la cortina difensiva venne aggiornata e riqualificata dai veneziani con la costruzione di rondelle e bastioni; in parte smantellata dai francesi, fu infine rinnovata e rinforzata dagli austriaci per adattarla alle nuove esigenze belliche. 
Immaginando un giro in senso orario ecco da nord: la porta S. Giorgio (presso la chiesa di S. Giorgio in Braida), la porta Vescovoporta della Vittoria Nuova, porta Nuovaporta del Palioporta S. Zeno eporta Catena. Un modo piacevole e sportivo per avvicinarsi ai forti costruiti dagli austriaci esternamente alle mura a protezione della città sulle colline, è salirvi dalle “masagne”, le stradine militari scavate nel tufo, strette tra alti muri e pavimentate con ciottoli e pietre. Un Centro di documentazione Verona Città fortificata è aperto nel Bastione delle Maddalene, cui si accede da porta Vescovo, in Vicolo Maddonina 12.
Lungadige / Getty Images
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