La storia non si fa con i “se”, ma ci sono luoghi che più di altri fanno sorgere la tentazione. La tedesca Lipsia, per esempio. Una città vivace e cosmopolita, un tempo al crocevia della Via Regii e della Via Imperii, da allora all'intersezione della geografia e delle vicende d'Europa. A Lipsia tante cose sono accadute, facendo prendere una certa direzione, e non un'altra, alla storia dei popoli così come alla musica, alla letteratura, al pensiero, all'economia, alla società in generale.

SE NON CI FOSSE STATA LIPSIA...
La storia europea, per esempio, sarebbe stata diversa, e forse non ci sarebbero stati Waterloo e il Congresso di Vienna, “se” Napoleone a Lipsia nell'ottobre 1813 non fosse stato sconfitto da russi, austriaci, svedesi e prussiani nella Battaglia delle nazioni (Völkerschlacht bei Leipzig), lo scontro più grande in tutte le guerre napoleoniche, che lasciò sul campo 100-120mila fra morti e feriti. “Se” nel 1519 Lutero e Melantone avessero trovato un accordo con il teologo cattolico Johannes Eck, durante i venti giorni della “disputa di Lipsia”, forse non ci sarebbero stati la Riforma e la rottura definitva con la Chiesa di Roma.

“Se” 320mila abitanti nell'ottobre 1989 non fossero scesi per le strade di Lipsia a manifestare pacificamente, il Muro di Berlino non sarebbe venuto giù così in fretta, nel giro di un mese: magari sarebbe caduto lo stesso, ma certo ad accelerare la caduta dell'odiata barriera (e anche della Ddr, la comunista Germania dell'Est) furono proprio quei primi simbolici colpi di piccone che gli furono portati da lontano. “Se” nel 1723 Georg Philipp Telemann non avesse preferito andare ad Amburgo, e “se” il misconosciuto Johann Christoph Graupner avesse ottenuto le dimissioni dal margravio di Darmstadt per il quale lavorava, Johan Sebastian Bach forse non avrebbe rivoluzionato la storia della musica: invece il consiglio comunale di Lipsia, per il posto vacante di kantor (direttore del coro e maestro di cappella) della Thomaskirche, dovette ripiegare su quel 38enne che a un consigliere faceva dire “Dal momento che non si poteva ottenere il meglio, si è dovuto accettare una soluzione mediocre”.
 
Volando un po' più in basso: Lipsia sarebbe mai diventata una potenza calcistica europea “se” la Red Bull non avesse fatto nascere nel 2009 una squadra, il RB Leipzig, che in sette anni ha scalato tutte divisioni del fußball tedesco, esordendo nella Bundesliga e subito arrivando seconda dietro al Bayern Monaco? (notare che RB non sta per Red Bull ma per RasenBallsport, letteralmente "sport della palla sul prato", escamotage pensato per aggirare il divieto tedesco a mettere lo sponsor sulle magliette dei calciatori).


Lipsia - foto Getty Images

UNA CAPITALE CULTURALE

Si potrebbe proseguire, ma forse l'unico “se” che conta è questo: se non avete visitato Lipsia, vi siete persi qualcosa. La città più grande della Sassonia sin dal Medioevo è stata leader e pioniera nei campi più disparati: fiere e libri, musica e arte, caffè e cabaret, festival e sport. Una capitale culturale dove a ogni angolo par di sentir riecheggiare i passi di Leibniz, Bach, Goethe, Schiller, Hoffmann, Mendelssohn, Schumann, Liszt, Wagner, Grieg, Mahler, Nietzsche. Una città con una costante vocazione alla libertà, mai soffocata neppure nei periodi più bui e poi riesplosa nel 1989, nella ribellione alle vessazioni comuniste (poi, conquistata la democrazia, Lipsia si è scoperta una vena ironicamente megalomane, come mostra l'abbreviazione L.E., introdotta ai primi anni 90 dalla rivista cittadina Kreuzer per indicare la città: pronunciata con accento sassone fa pensare alla sigla L.A. di Los Angeles).
 
Non è difficile indicare dieci o venti ragioni per restare a Lipsia anche più di un weekend. Alcune fondamentali ve le indichiamo noi. Le altre, cercatele per conto vostro, perché non c'è nulla di più bello, specie in una città giovane e vivace come questa, che andare in esplorazione e scovare da soli un angolo piacevole e inatteso (parco, museo, chiesetta, biergarten...) di cui nessuna guida vi ha parlato.


Lipsia, Augustusplatz - foto Getty Images

IL CENTRO STORICO DI LIPSIA

Per assaporare il clima e lo spirito del luogo, iniziate la visita passeggiando senza meta per le piacevoli viuzze del centro storico, lungo e largo appena un chilometro, un nonnulla se si guarda all'espansione recente di una metropoli che oggi conta oltre mezzo milione di abitanti. Punto di orientamento centrale è la grande Marktplatz, la piazza del mercato dove si sviluppò la fortuna di Lipsia, specie dopo che nel 1165 ottenne da Ottone il Ricco il diritto di tenere mercato, e ancora più dopo che nel 1497 l'imperatore le riconobbe il privilegio di centro fieristico.

Lipsia era all'incrocio ortogonale di due grandi assi di comunicazione fra est e ovest e fra nord e sud, così presto la sua fiera annuale si affermò come la più importante dell'Europa centrale. E rese ricca la città, come mostra l'imponenza del Municipio Vecchio, capolavoro del Rinascimento tedesco.  Ci crediate o no, questo enorme e scenografico edificio cinquecentesco, con un salone principale lungo 50 metri, fu costruito in soli nove mesi, tra una fiera e l'altra. Oggi ospita il Museo di storia della città, perché dal 1905 Lipsia ha un altro Municipio, ai bordi del centro storico: un po' lugubre, con una torre alta 110 metri che è quanto resta della Pleissenburg, l'antica fortezza che ospitò la Disputa di Lipsia.


Lipsia, il Rathaus - foto R. Copello
 

Parlano invece del ricco passato commerciale di Lipsia tanti altri edifici attorno alla Marktplatz, dall'Antica Pesa pubblica alla Vecchia Borsa, una bomboniera barocca (in realtà è stata ricostruita del tutto dopo la guerra) che fa da sfondo a una statua di Goethe. Sì, perché il padre della letteratura tedesca moderna studiò a Lipsia dove, niente meno, avrebbe concepito la saga di Faust e di Mefistofele ai tavolini di una cantina del 1530, la leggendaria Auerbachs Keller. È questo uno dei locali più noti del mondo, vietato dunque non dargli un'occhiata scendendo nove metri sotto al pavimento dell'elegante Mädlerpassage, una delle tante gallerie commerciali per le quali a Lipsia hanno un debole.

Che poi vogliate fermarvi a cena dipende da diversi altri “se”: se il posto non vi appare più turistico che storico, se le comitive di turisti giapponesi abbiano lasciato un posto libero, se il vostro stomaco regge una cucina molto tradizionale. Locale storico per locale storico, val la pena dare un'occhiata alla facciata del Zum Arabischen Coffe Baum, aperto nel 1694 e che contende al Procope di Parigi il primato di più antica sala da caffè-ristorante esistente al mondo: peccato che, essendo in ristrutturazione, ci si debba limitare a contemplare il bassorilievo dorato sopra la porta d'ingresso, dove un turco placidamente sdraiato sotto una pianticella di caffè offre una tazza di preziosa bevanda a un angioletto.


Lipsia, l'insegna dell'Auerbachs Keller - foto R. Copello

SULLE ORME DI BACH

A questo punto è venuto il momento di fare sul serio. E di andare alla scoperta delle due chiese che furono il regno di Bach dal 1723 fino alla morte, avvenuta nel 1750 a 65 anni, dopo 27 anni di frenesia creativa e innovativa in cui compose centinaia di cantate e oratori, al ritmo persino di un'opera alla settimana. Una chiesa è la luterana Thomaskirche, dove Bach lavorava e insegnava ai ragazzi del Thomanerchor, uno dei cori di voci bianche più famosi del mondo, la cui storia ebbe inizio niente meno che nel 1212, e che ogni venerdì e sabato sera si esibisce a entrata libera. Nella chiesa di San Tommaso fu rappresentata per la prima volta quella cattedrale musicale che è la “Passione secondo Matteo”, e proprio qui Felix Mendelssohn la diresse nel 1829, facendo riscoprire al mondo un compositore che, incredibile a dirsi, era stato dimenticato.

Accanto alla chiesa e al monumento a Bach, poi, una casa del '700 ospita l'Archivio Bach e il godibilissimo Museo Bach: in una vetrina è esposto lo spartito dell'aria BWV 1127 “Alles mit Gott und nichts ohn' ihn” (Tutto con Dio e nulla senza di Lui) che un giovane musicologo allora di 27 anni, Michael Maul, scoprì nel 2005 nella Biblioteca della Duchessa Anna Amalia a Weimar. Era dal 1935 che non si trovavano inediti bachiani e quel sensazionale ritrovamento ha spianato la carriera di Maul, oggi dinamico direttore del Bach-Archiv e del museo, oltre che anima dell'annuale BachFest.

Lipsia, il monumento a Bach davanti alla Thomaskirche - foto R. Copello

LA LOTTA PER LA LIBERTÀ
L'altra chiesa bachiana è l'evangelica Nikolaikirche, per la quale Bach compose la “Passione secondo Giovanni” e l' “Oratorio di Natale”. Un altro luogo-simbolo per i melomani? Sì, ma dal 1989 è anche assai di più. Altra musica, poco gradita al regime, risuonò qui quando la preghiera per la pace che vi si svolgeva dal 1982 (ogni lunedì alle cinque del pomeriggio) prese ad assumere un senso diverso: chiedere al regime libertà di parola e di assemblea, possibilità di viaggiare all'Ovest, un governo democratico. Il 4 settembre 1989 il passaparola fece accorrere alla Nikolaikirche qualche centinaio di lipsiani. Il 9 ottobre erano già in 70mila, in chiesa e fuori, quando si avviarono silenziosi lungo il Ring fin sotto la Runde Ecke, la temutissima sede della Stasi (la polizia segreta). “Eravamo preparati a sparare e a reprimere una rivoluzione”, avrebbe detto un dirigente del partito, “non a fermare una folla che pregava con le candele in mano”. Il 16 ottobre erano 120mila, 320mila il 23 ottobre, il 6 novembre 400mila... Quelle Montagsdemonstrationen, in cui tutti cantavano “Wir sind das Volk!“, il popolo siamo noi, si erano estese ad altre città tedesche, mettendo il regime comunista in un angolo.


Lipsia, Nikolaikirche - foto R. Copello

Così il 9 novembre il Muro venne giù, e si avviò il processo che nel 1990 portò alle prime elezioni libere e alla riunificazione con la Germania ovest. Fu un'epopea, una lotta per la libertà vinta con mezzi pacifici contro un regime occhiuto, duro, dispotico. Per questo non si può lasciare Lipsia senza avere visitato i due musei dedicati l'uno alla storia della Ddr, il Zeitgeschichtlichen Forum Leipzig (Forum di Storia Contemporanea) presso la Marktplatz, l'altro nei locali autentici della Stasi, proprio nella Runde Ecke, dove sembra di entrare in un film di spionaggio: esposizioni documentatissime, con tragedia e ridicolo spesso mescolati, a mostrare come la banalità del male possa incidere sulla vita quotidiana in una nazione ostaggio di una dittatura.
 

Un altro luogo chiave di questo percorso della memoria è sul lato ovest della grande Augustusplatz, dove sta una delle università più antiche d'Europa. Fa piangere il cuore vedere la lucente facciata di cristallo che proclama al mondo uno dei più odiosi crimini perpetrati negli anni della Ddr. Qui dal 1231 si ergeva la splendida Paulinerkirche, la chiesa dei domenicani che Lutero aveva trasformato nella chiesa dell'università, dove Bach dirigeva il servizio festivo, dove furono ricoverati tanti feriti della Battaglia delle nazioni, dove fu celebrato il funerale di Mendelssohn. Un luogo così simbolico della secolare storia cristiana della città, così visibile su un lato di quella che durante la Ddr si chiamava Karl-Marx-Platz, a fianco di una università essa pure intitolata a Marx... Per il regime era troppo. Così la Paulinerkirche, passata indenne sotto le bombe degli Alleati, non sopravvisse al governo comunista, che il 30 maggio 1968 la fece saltare in aria con la dinamite.

Ricostruirla, seppur in forme moderne, era un dovere: così è stato progettato il Paulinum, che oggi funziona tanto come chiesa universitaria quanto come aula magna e sala da concerti. La facciata è storta, a ricordare il crollo di quella originale. E, forse, che ogni popolo a ogni generazione è sempre in bilico fra bene e male, fra libertà e repressione. Per questo lì davanti, sulla Augustusplatz non più Karl-Marx-Platz, ogni 9 ottobre una folla sterminata si riunisce con le candele in mano per celebrare il Festival delle Luci, in ricordo della rivoluzione pacifica del 1989: data che nel 2019 assume una rilevanza particolare, nel trentesimo anniversario della caduta del Muro.


Lipsia, Augustusplatz - foto R. Copello

MUSICA, MAESTRO!

Insomma, Bach e la lotta per la libertà sono i due grandi focus da cui non può prescindere chi visita Lipsia, e che si possono approfondire durante l'anno anche attraverso l'ampia offerta di festival, concerti, mostre temporanee, eventi speciali. Ma tante altre sono le ragioni di visita. Solo Vienna, per esempio, regge la concorrenza di Lipsia al titolo di capitale musicale d'Europa, come dimostrano i 5 chilometri di “Strada delle note” che legano in un bel percorso pedonale di 23 tappe i luoghi emblematici della storia musicale cittadina. Si parte dal Nuovo Gewandhaus, leggendaria sala da concerti sorta nel 1981 sulla stessa Augustusplatz dove nel 1943 le bombe alleate avevano distrutto la precedente: fuori è un massiccio e poco attraente poliedro in stile brutalista, ma dentro ha un'acustica degna della più antica orchestra pubblica del mondo, fondata a Lipsia nel 1743, e anche di quella prima “casa dei panni” (Gewandhaus) ricavata nel 1781 per ospitarla, entro il magazzino di un mercante di tessuti.
 
Sul lato opposto della piazza, altrettanto acusticamente ineccepibile è il Teatro dell'Opera. Tappe della Strada delle note toccano poi il memoriale di Richard Wagner (che nacque a Lipsia nel 1813) e soprattutto i musei allestiti nelle case che furono di Felix Mendelssohn e di Robert Schumann, giganti della musica romantica della prima metà dell'800. Il primo è interessante anche per gli aspetti multimediali, come la possibilità di dirigere in prima persona un'orchestra virtuale. Nel secondo si rivive la storia d'amore fra Schumann e Clara Wieck, la moglie-musicista di cui fra il 2019 e il 2020 Lipsia celebra il bicentenario dalla nascita con una fitta serie di eventi e concerti.

Lipsia, nella casa museo di Schumann - foto R. Copello
 

Ma, oltre alla musica, Lipsia conta ben 25 musei di primo livello, fra cui eccellono quelli dedicati alle arti figurative (MDBK Museo delle Belle arti, Grassimuseum, Museo dell'artigianato, Museo di arti figurative, Galleria di arte contemporanea ecc.), mentre in periferia si trovano gli ex siti industriali dello Spinnerei (chiuso nel 1992, era dal 1907 la più grande filanda dell'Europa continentale) e del Tapetenwerk (ex fabbrica di tappezzeria), che assieme al Kunstkraftwerk (ex centrale elettrica dei tram) offrono spazi enormi per dozzine di gallerie d'arte, installazioni, mostre, acceleratori per startup, ma soprattutto atelier di giovani pittori e scultori che danno continuità alla tradizione di grande arte contemporanea avviata sin dal 1960 dalla cosiddetta “Scuola di Lipsia”.


Lipsia, Kunstkraftwerk - foto R. Copello

LA CITTÀ DEI RECORD

Non vi basta? Fuori del centro storico, ci sono tante altre mete possibili, molte delle quali detentrici di record nella loro categoria. Adatte a mettere in fila un'altra serie di “se”, tutti coniugati con i “più”, che questa volta mostrano quanto c'è e non quanto avrebbe potuto essere. “Se” cercate la più grande stazione ferroviaria di testa d'Europa, entrate nella Hauptbahnhof, ai margini del Ring. “Se” volete aggirarvi nella più grande serra tropicale d'Europa, la trovate nello Zoo di Lipsia, uno dei più antichi, ricchi, interessanti e visitati d'Europa. “Se” dopo un secolo ancora riuscite a stupirvi per il monumento più grande d'Europa, il Völkerschlachtdenkmal, dedicato alle vittime della Battaglia delle nazioni e completato nel 1913, è un mausoleo degno dei Maya, alto 91 metri. E “se” vi affascina l'idea di farvi avvolgere a 360 gradi dalle più grandi riproduzioni panoramiche del mondo, alte 23 metri, l'artista Yadegar Asisi nel Panometer, un teatro circolare realizzato in un ex gasometro nel 2003, ha ricostruito il relitto del Titanic, l'Everest, la Grande barriera corallina, la Battaglia delle nazioni, l'Amazzonia e, dal 2019, Carolas Garden, un giardino di 3500 mq con fiori e insetti ingigantiti. Insomma, a Lipsia non c'è se senza più...
INFORMAZIONI​
- Si arriva all'aeroporto di Lipsia con scalo a Francoforte o a Monaco di Baviera (voli Lufthansa).
- Info turistiche su Lipsia: www.leipzig.travel (in italiano); Hidden Leipzig (in inglese); www.sassoniaturismo.it
- Eventi/1. In vent'anni l'annuale BachFest, ora diretto da Michael Maul, s'è imposto come il festival bachiano più importante del mondo, con oltre 150 concerti ed eventi, la partecipazione di tremila fra cantanti e musicisti, oltre 42mila biglietti venduti. La prossima edizione, con il sottotitolo “We Are Family”, si svolgerà dall'11 al 21 giugno 2020 (biglietti in vendita dal 15 novembre, www.bachfestleipzig.de).
- Eventi/2. Le Giornate Wagneriane si tengono ogni anno in maggio, il Festival di Schumann in settembre. Il calendario dei concerti e delle conferenze per il bicentenario dalla nascita di Clara Wieck Schumann è sul sito www.clara19.leipzig.de

- Eventi/3. Il Festival delle Luci si celebra ogni anno il 9 ottobre a Lipsia in ricordo della rivoluzione pacifica del 1989: quest'anno assume una rilevanza particolare, nel trentennale della caduta del Muro.

Lipsia, Bachfest - foto Gert Mothes