Oggi vi portiamo alla scoperta di Belluno, il capoluogo più montano del Veneto, patria di Dino Buzzati. Una città con un centro storico ben conservato, meno conosciuto di tanti altri, forse per la sua posizione un po' discosta; una città che dimostra una certa vicacità culturale, come dimostra l'inaugurazione del Museo civico avvenuta la scorsa settimana. 

Ma prima diamo qualche cenno geografico: Belluno sorge su un lembo di terra rinserrato tra il Piave e il torrente Ardo, ricordando l'urbanistica di Cuneo e di altri nuclei urbani. L'altitudine è relativamente bassa, 383 metri, gli abitati 36mila, ma il clima è già di montagna, con improvvisi scorci, tra le case, sulle vette dolomitiche. In poco tempo da Belluno si è a passeggiare in montagna...

IL CENTRO STORICO
Da non perdere, come dicevamo, è il centro storico di Belluno, ricco di palazzi di pregio e monumenti antichi. Per chi arriva da fuori in auto è consigliabile lasciare l'auto al parcheggio di Lambiol e prendere la lunga sala mobile che sale fino alla piazza del Duomo, fulcro della vita cittadina. Qui prospetta appunto il Duomo, sorto nel VII secolo, ma rifatto nel Settecento, con un alto campanile firmato da Filippo Juvarra; di fronte il Battistero con un fonte battesimale sormontato da una statua di Andrea Brustolon.
Dall'altro lato della piazza il Palazzo dei Rettori, già sede del governo veneziano, ha un arioso portico terreno ed è sovrastato dalla cinquecentesca torre dell'Orologio. Raggiunta piazza del Mercato e percorsa via Rialto si raggiunge piazza Vittorio Emanuele e la via Roma. Qui, di fronte alla storico Teatro Comunale si eleva Palazzo Fulcis, da pochi giorni sede del rinnovato Museo civico, che ha lasciato la vecchia sede che dal 1876 era nel Palazzo dei Giuristi (1664) in piazza del Duomo.
IL RINNOVATO MUSEO CIVICO
La visita del Museo civico merita una sosta prolungata. Inaugurato lo scorso 26 gennaio, si estende su tremila metri quadrati di spazio espositivo distribuito su cinque piani e articolato in 24 stanze, con stucchi e affreschi settecenteschi recuperati. Il restauro, finanziato da Fondazione Cariverona, è costato circa 8 milioni di euro e permette di ammirare oggi oltre 600 opere firmate da Bartolomeo Montagna, Domenico Tintoretto, Matteo Cesa, Andrea Brustolon, Marco e Sabastiano Ricci, Ippolito Caffi, ma anche preziose collezioni di porcellane, rari bronzetti e placchette rinascimentali e una raccolta di disegni e incisioni.
Da notare, in particolare, la collezione Zambelli con una delle raccolte di porcellane settecentesche più importanti del Veneto, la collezione di gioielli Prosdocimi Bozzoli, le matrici xilografiche della tipografia Tissi. Visibile a rotazione è il materiale delle ricche raccolte grafiche del museo, che ora dispone di uno spazio consono per valorizzare sia i notevoli disegni, dall’eccezionale album di Andrea Brustolon ai lavori di Diziani fino ai fogli di Demin e Paoletti, sia le importanti stampe della collezione, tra le quali si segnala, ad esempio, il fondo Alpago-Novello (oltre 1400 fogli).
Oltre alle collezioni permanenti del Museo in questi giorni (e fino al 1° maggio 2017) l’interesse del pubblico si focalizza anche sulla mostra dedicata a Tiziano e allestita nel piano sottotetto, dove si possono ammirare tre Madonne con bambino e santo. Il dipinto più famoso è la Madonna Barbarigo (1550 circa) prestata dall’Ermitage di San Pietroburgo, per la prima volta in Italia dopo oltre centosessanta anni; le altre due opere dello stesso soggetto provengono invece dal Museo di Belle Arti di Budapest e dalla Galleria degli Uffizi di Firenze.
Il restauro di Palazzo Fulcis e il conseguente trasloco del Museo civico non è però l'unico cantiere che interessa il centro storico della città: sono in programma altri interventi strutturali come il restauro in corso di Palazzo Bembo, la futura apertura del Museo archeologico, i lavori di ristrutturazione dell’Auditorium Comunale nell’antico Palazzo dei Vescovi-Conti e infine quelli di Palazzo Crepadona.
DELIZIE A TAVOLA
Dopo tanta arte, fatevi tentare dall'opportunità di una sosta a tavola per gustare i piatti tipici bellunesi, a partire dai casunzei (ravioloni con patate, verdure e ricotta affumicata) oppure dai minestroni montanari con fagioli, ortiche, funghi e orzo o dai canederli rivisitati dall'Alto Adige.
Da assaggiare anche la cacciagione, il coniglio aromatizzato dal ginepro, i formaggi del luogo come il Piave, il Dolomiti o lo Schiz e i celeberrimi fagioli borlotti di Lamòn. E per concludere un ottimo gelato artigianale che qui sanno fare davvero bene perché la patria dei gelatieri, che hanno portato la loro arte in giro per l'Europa, è poco più a monte, in valle di Zoldo.
NEI DINTORNI DI BELLUNO
Nei dintorni di Belluno olte sono le mete da non lasciarsi scappare: da un lato i Monti del Sole, nel Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, dall'altro lato l'Alpago, con i vari paesi sparsi sull'altopiano, tra cui Tambre, ai margini del Bosco del Cansiglio, dal quale i Veneziani traevano dagli abeti più maestosi gli alberi maestri delle navi della Serenissima. Anche la bella Feltre è poco distante.
Lungo la val Belluna, sulla sinistra idrografica, scendendo verso la pianura, è d'obbligo una sosta a Mel, Bandiera arancione del Tci, per ammirare la piazza Papa Luciani, armonioso insieme di edifici tardorinascimetali e barocchi ove sorge anche la storica locanda al Cappello. Qui si può visitare il Museo civico archeologico nel palazzo delle Contesse. Dal paese salendo alla frazione Campo San Pietro si raggiunge ancora i saluta il castello di Zumelle, unica fortezza sopravvissuta in val Belluna, posta in un magifico balcone panoramico.

 
INFORMAZIONI
- Sito dell'ente del turismo di Belluno: http://adorable.belluno.it
Museo Civico. Palazzo Fulcis, via Roma 28; tel. 0437.956305; mubel.comune.belluno.it. Fino al 5 febbraio entrata gratuita.
- Mel, Bandiera arancione Tci:
scheda del borgo sul sito Bandiere arancioni
- Sito del turismo in provincia di Bellunowww.infodolomiti.it

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