In Nuova Zelanda devono aver così pochi problemi interni che il dibattito pubblico di questi mesi ruota tutto intorno alla nuova bandiera. Il che, a ben vedere, non è per nulla una questione secondaria, ma un elemento fondante dell’identità di un Paese. Tanto fondante che, dopo una serie di consultazioni informali via internet, il percorso di scelta per la nuova bandiera adesso è arrivato alla fase due. Ovvero il primo di due referendum postali (nel senso che i 4,5 milioni di neozelandesi sono chiamati a esprimere il proprio voto via posta) che entro gennaio porteranno alla scelta di una nuova bandiera, o alla conferma di quella attuale.
 

Simbolo del passato coloniale del Paese, l’attuale bandiera della Nuova Zelanda è stata adottata nel 1902 ed è costituita da una piccola Union Jack in campo blu che occupa il quarto superiore del vessillo, completato dalle quattro stelle rosse che rappresentano la Croce del Sud. Una bandiera abbastanza ordinaria, assai simile a quella di altre ex colonie britanniche che fanno parte del Commonwealth. Un vessillo che può piacere o meno, ma che agli occhi di molti neozelandesi ha un difetto enorme: è troppo simile a quella dei cugini australiani. Tanto simile che in diversi meeting internazionali l’attuale primo ministro John Key è stato accolto con la bandiera australiana.
Chi è in favore del cambio sottolinea anche come l’attuale bandiera riconosca solo il legame con l’eredità britannica e non tenga in debito conto la popolazione maori e le altre popolazioni indigene che abitavano il Paese prima dell’arrivo degli inglesi. Chi si oppone mette sul piatto della bilancia i costi per cambiare tutte le bandiere del Paese; e qualcuno sottolinea che sotto quella bandiera i soldati neozelandesi sono morti durante il Primo conflitto mondiale. Ma, come accade nelle migliori democrazie, la decisione finale spetterà al popolo. Anche se per la verità i sondaggi dicono che la maggioranza dei cittadini sono piuttosto tiepidi riguardo al cambiamento.
 

Dal 20 novembre all’11 dicembre i neozelandesi sono chiamati a mettere in ordine di preferenza le 4 bandiere uscite dalla prima selezione, aperta in primavera. In quell’occasione chiunque poteva proporre il proprio vessillo e arrivarono 10.292 proposte.
Ora la questione si fa più seria. La bandiera vincitrice di questa fase della selezione a gennaio sfiderà, in un ulteriore referendum postale, l’attuale bandiera neozelandese. E solo allora si saprà se, una volta per tutte, i neozelandesi avranno una bandiera che non rischierà più di essere scambiata con quella australiana.