Ospiti nella Casa della fotografia di Palazzo della Ragione a Milano fino al 7 febbraio sono i lavori di 35 autori internazionali che raccontano l’Italia nella mostra curata, da Giovanna Calvenzi, Henri Cartier-Bresson e gli altri. I grandi fotografi e l’Italia. Seconda tappa di un evento espositivo iniziato negli stessi spazi con Italia Inside Out, ovvero il nostro Paese visto dai fotografi italiani.
Un allestimento buio e labirintico per esporre, all’interno di un unico salone suddiviso in salette da pannelli grigi all’interno del Palazzo della Ragione, più duecento immagini che restituiscono il punto di vista sul nostro Paese degli artisti prescelti in un arco di tempo di quasi ottant’anni. «Si tratta di una mostra molto ricca – spiega Calvenzi prima dell’apertura -. Il mio timore era quello di finire a proporre una serie di cartoline dall’Italia». Cosa che infatti è avvenuta, sebbene poi la curatrice si auto-consoli dicendo che «la mostra risulta molto ampia e completa». Se da un lato è innegabile che attraverso le immagini esposte si ripercorra un secolo della storia della fotografia internazionale, è comunque desolante vedere quanto poco questo stesso linguaggio - almeno secondo le scelte espositive proposte da Giovanna Calvenzi - si sia evoluto in questi stessi anni.
CARTOLINE DALL'ITALIA?
La “cartolina dall’Italia” sembra, infatti, il motivo ricorrente nonchè l’unico trattato, seppur con tecniche diverse: che sia la Toscana in bianco e nero di Bresson nel 1933, o quella delle ragazze turiste che si fotografano in costiera amalfitana di Martin Parr del 2014, o la Trapani di Sebastiao Salgado che ancora nel 1991 ritrae un gruppo di indefiniti pescatori su una barca a remi, per non citare la Vespa con cui Klein parla di Roma (ancora in bianco e nero) nel 1956. Sembra che l’unica immagine che il nostro Paese restituisce ai fotografi sia quella di un’oasi di povertà esteticamente accettabile e visitata dagli stranieri, neanche fossimo ancora nell’epoca del Grand Tour, in un’Italia che ha sempre e comunque qualcosa di folcloristico, di sano e di gaudioso anche se nella completa povertà o quasi.
La Milano di Irene Kung, 2010-2013, è il Duomo in bianco e nero. La Toscana di Joel Meyerowitz e Maggie Barret sono dei cipressi in controluce. La Venezia di Steve Mc Curry sono due gondole che attraversano un canale. La mostra riunisce le opere esposte in varie mini-sezioni che raccontano tutte la stessa Italia, seppur in anni diversi: la fotografia “umanista” di Cartier Bresson, Hebert List, Klein e Salgado, la fotografia in bianco e nero di cui fa parte Newton, la “sperimentazione” fotografica di Abelardo Morell e altri, la tradizione della fotografia come documento con Paul Strand. La sezione dello “Sguardo inquieto” (così viene chiamata) che ritrarrebbe anche gi scempi architettonici italiani con le immagini di Jay Wolke, sezione cha ha sempre uno sguardo paternalista e commiserativo e che peraltro è subito intiepidita dalla sezione “Sguardo positivo”, che mostra le immagini affascinate e intenerite dalle imperfezioni italiane di McCurry e altri. Fino agli autoritratti di Nobuyoshi Araki che si fotografa con le maschere del carnevale veneziano, e altri autori che si auto-rappresentano in quest’Italia che apparentemente è troppo complessa per loro e che colgono solo come un giardino incantato e ricco di piccoli errori che a loro tuttavia paiono molto “cool”.
Info: Henri Cartier-Bresson e gli altri.
I grandi fotografi e l’Italia
dall'11 novembre al 7 febbraio
Palazzo della Ragione Fotografia, piazza Mercanti 1, Milano
Orari: martedì, mercoledì, venerdì e domenica: ore 9.30-20.30; giovedì e sabato: ore 9.30-22.30
Ingresso 12 euro; sconto soci Tci
Tel. 02.43353535; www.palazzodellaragionefotografia.it