Una rivoluzione, a colpi di vedute, prospettive, panorami, scorci di città. Perché Giovanni Antonio Canal da Venezia aveva un problema da risolvere, emanciparsi dall’idea dei suoi contemporanei: niente ha dignità artistica come un ritratto o una scena storica. E il Canaletto per elevare la sua ispirazione a conquista ha impiegato una vita intera, morendo in povertà, ma lasciandoci capolavori che ne fanno uno dei principali pittori del Settecento europeo.
 
Per rivivere la sua arte celebrandone il 250° anniversario della morte (Canaletto, nato a 1697, morì il 19 aprile 1768) arriva a Roma una mostra da non perdere. Dall’11 aprile al 19 agosto il Museo di Roma Palazzo Braschi accoglie ben 42 dipinti, inclusi alcuni celebri capolavori, 9 disegni e 16 libri e documenti d’archivio: il più grande nucleo di opere mai esposto in Italia. All’allestimento hanno contribuito prestiti dai più importanti musei del mondo: dal Pushkin di Mosca, al Jacquemart-André di Parigi, il Museo delle Belle Arti di Budapest, la National Gallery di Londra e il Kunsthistorisches Museum di Vienna, oltre a numerose istituzioni italiane (dal Castello Sforzesco di Milano alle Gallerie dell’Accademia di Venezia).
Il Molo verso ovest con la Colonna di San Teodoro a destra, Venezia 1738 circa
 
UNA VITA IN MOSTRA  
La mostra segue il percorso personale e professionale dell’artista. Dalla giovinezza tra Venezia e Roma come uomo di teatro e impetuoso pittore di rovine romane, al suo ritorno da Roma come stella nascente sulla scena delle vedute veneziane. Prosegue poi arrivando al successo internazionale, con le commissioni degli ambasciatori stranieri per le ampie tele che rappresentano le feste della Serenissima in loro onore – in mostra si può ammirare il magnifico Bucintoro di ritorno al Molo il giorno dell’Ascensione del Museo Pushkin – e l’entusiasmo dei turisti inglesi del Grand Tour.
 
Per loro le luminose vedute di Venezia, così ricche di dettagli architettonici e di vita quotidiana, rappresentano i più incantevoli souvenir del viaggio. Non mancano, però, imprevisti e sfortune: a Londra deve pubblicare annunci sulla stampa per rispondere ad alcune voci denigratorie e, tornato a Venezia, viene eletto accademico delle Belle Arti con difficoltà. Infine, come accade a molti geni, la morte lo coglie in povertà.
Capriccio con rovine, 1723
 
CAPOLAVORI SU TELA, INCISIONI E STUDI PREPARATORI
Otto le sezioni allestite per il suo rapporto con il teatro, il capriccio archeologico ispirato alle rovine dell’antica Roma, i primi successi a Venezia, gli anni d’oro, il rapporto con i suoi collaboratori e l’atelier e la presenza del nipote Bernardo Bellotto, le vedute di Roma e dell’Inghilterra, gli ultimi fuochi d’artificio al ritorno a Venezia. Completano il percorso espositivo alcuni documenti dell’Archivio di Stato di Venezia.
 
Spiccano due opere della Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli di Torino: Il Canal Grande da nord, verso il ponte di Rialto, e Il Canal Grande con Santa Maria della Carità, esposti per la prima volta assieme al manoscritto della Biblioteca Statale di Lucca che ne illustra le circostanze della commissione e della realizzazione.
Il Canal Grande con Santa Maria della Carità, Venezia
Una sala ricca di prestiti eccezionali è dedicata alle vedute di Roma che Canaletto realizza negli anni della maturità, sulla base dei propri disegni o delle stampe di Desgodets, Falda, Specchi e Du Pérac, alcune delle quali sono raccolte negli album provenienti dal Museo di Roma.
 
Tra i dipinti, alcuni dei quali esposti per la prima volta in Italia, vanno menzionate le due parti di un’unica, ampia tela, raffigurante Chelsea da Battersea Reach, tagliata prima del 1802 e riunita in questa mostra per la prima volta. La parte sinistra proviene da Blickling Hall, National Trust, Regno Unito, quella destra dal Museo Nacional De Bellas Artes de la Habana, eccezionalmente concessa in prestito dal governo cubano.
 
Da non perdere nella quantità di opere i piccoli studi preparatori ai magnifici fogli destinati ai più raffinati collezionisti o a essere incisi, come L’incoronazione del doge sulla Scala dei Giganti, della serie delle Solennità dogali, concesso in prestito da Jean-Luc Baroni Ltd. di Londra.
 
Gli interni di Palazzo Braschi, a Roma /Museo di Roma
 “CANALETTO 1697-1768”, LA MOSTRA
11 aprile-19 agosto
Museo di Roma, Palazzo Braschi, piazza Navona
Dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 19
Per informazioni e contatti vai sulla pagina dedicata del Museo di Roma.