ll giardino delle meraviglie esiste. Si chiama Inhotim, si pronuncia inocim e si trova a settanta chilometri da Belo Horizonte, capitale dello stato brasiliano di Minas Gerais. Che è un po’ come dire che si trova lontano e nel bel mezzo di nulla. Soprattutto se come punto di riferimento geografico prendiamo l’Italia. Ma pazienza. Del resto nessuno ha mai pensato che l’Eden fosse dietro l’angolo.

Iniziato nel 1997 e aperto al pubblico nell’ottobre di tre anni, l’Istituto Inhotim rappresenta tutto quello che uno vorrebbe da un museo di arte contemporanea. Ma anche un parco stupendo, un esempio di recupero industriale ben riuscito e un’istituzione che usa l’arte come veicolo per la promozione sociale delle popolazioni meno favorite. Artefice del tutto un magnate del ferro che risponde al nome di Bernardo Paz e visto da vicino assomiglia tanto alla versione ripulita di quell’attore americano protagonista del Grande Lebowsky, Jeff Bridges. Ma almeno Paz qualcosa di buona nella vita l'ha fatto.

La storia di Inhotim è la storia di un sogno. Quello del multilmiliardario Bernardo Paz, un industriale con ricchi interessi nel settore minerario e il gusto per il bello. Per anni ha collezionato opere d’arte contemporanea in ogni parte del mondo e le ha letteralmente messe in giardino, a un certo punto ha pensato che forse non era giusto tenerle solo per sé e per i suoi amici e ha deciso di aprire un museo. Così è nato questo luogo incantato di oltre 1500 ettari, dove le opere d’arte sono sparpagliate tra quindici padiglioni e un giardino immenso. Il paesaggio, che prima era quello di una semplice fazenda come ce ne sono tante in Brasile, è stato in parte ridisegnato dall’architetto brasiliano Roberto Burle Marx, con una raccolta di specie tropicali e atlantiche che comprende anche la più estesa collezione di palme di tutto il Sud America. Al suo interno integra una collezione di opere d’arte non solo di grande quantità (480 tra permanenti e non), ma anche di grandi dimensioni. Così, girando per Inhotim non si sa più se rimanere ammirati dalle opere, dall’architettura dei padiglioni o dall’orto botanico in cui si passeggia. Quel che è sicuro è che si rimane di continuo a bocca aperta per la capacità che si è avuta di integrare arte e natura in un ambiente spettacolare.

Tra tutte le meraviglie che si possono trovare a Inhotim spicca il Sonic Pavillion, aperto da meno di una settimana. Si tratta di una struttura circolare in vetro molto  semplice costruita sulla cima di una collina. Al suo interno, nel parquet, un buco profondo quasi duecento metri in cui è stato calato un microfono. Serve per portare in superficie il rumore della terra. Così ci si siede rapiti ad ammirare il paesaggio e come colonna sonora si sente qualcosa di simile a uno stomaco che borbotta. Insomma, il giardino dell'Eden esiste. Certo, non è dietro l'angolo, ma la fatica per arrivarci è ben ripagata.

Info: Inhotim (tel. 011.55.313227) si trova a Brumadinho; non ci sono collegamenti diretti con Belo Horizonte.

Orari: dal giovedì alla domenica 10-17, ingresso 15 reais.