Un nuovo turista si aggira per l'Italia e l'Europa, armato di coltello e forchetta (e bicchiere). È il viaggiatore gastronomico, il food traveller o culinary traveller come viene chiamato nelle più recenti ricerche internazionali.

I CINESI AL PRIMO POSTO. E GLI ITALIANI...

Si tratta di una "specie" in grande crescita che tra le prime motivazioni di viaggio inserisce proprio la curiosità di assaporare, assaggiare, sorseggiare, sperimentare cibi e bevande, vini e birre, piatti del territorio o creazioni di grandi chef stellati. E che a questo scopo sceglie la destinazione dei proprio viaggio o vacanza.
 
È una generazione di viaggiatori che secondo la ricerca appena presentata del Food Travel Monitor a livello mondiale vede i cinesi al primo posto (69%) seguiti dal Messico (63%) e dall'India (52%). Paradossalmente ma neanche tanto all'ultimo posto in classifica di questi food scout sono gli italiani, relegati al 21 per cento, segno che la qualità dei nostri prodotti alimentari nazionali appaga già la curiosità del palato e ci vede interessati ad altre esperienze di viaggio.

ETA' E SPESA DEI VIAGGIATORI GASTRONOMICI
Sono in gran parte i giovani quelli che sono i più incuriositi o interessati dall'esperienza turistico-gastronomica e la percentuale cresce proprio tra quelli più recenti della generazione X e i Millennials (o generazione Y) nati tra gli anni 90 e il 2000 rispetto alla generazione precedenti dei Baby Boomers (nati negli anni 50 e 60) che cresce infatti dal 42 al 52 per cento. E questo vale sia per il cibo che anche per il bere.
È una "specie" di viaggiatori che sembra non badare a spese o che comunque tende a prescindere dal reddito. Il che vuol dire che anche categorie a bassa capacità di spesa sono attratte irresistibilmente da questo richiamo che viene spesso ripetuto negli anni. Ed è una tribù molto variegata: ci sono i cercatori dell'autentico e gli eclettici, gli appassionati del cibo locale e quelli innovatori, quelli attenti al budget e i gourmet, i bio e i vegetariani, i trendy e gli abitudinari... Anche in questo gli italiani si distinguono perché sono in cima alle classifiche tra coloro che, se decidono di viaggiare per motivi gastronomici, se fanno del food un'esperienza turistica predominante lo fanno cercando soprattutto l'autentico. 

 

LA SFIDA PER LA LOMBARDIA ORIENTALE
Il segnale non è caduto inosservato perché va a disegnare nuovi territori e definire nuovi confini e nuove forme di turismo da non lasciar cadere. Così le quattro province della Lombardia Orientale, Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova, che hanno contribuito alla ricerca (insieme alla Finlandia, alla California, ai Paesi Baschi, alla Scozia...) si sono per la prima volta organizzate e messe insieme, proprio nel tentativo di diventare attrattive per questa emergente massa di visitatori. Famose per le loro opere d'arte uniche e irripetibili, queste province mancano ancora di una immagine che valorizzi e metta in rete i pure eccellenti prodotti gastronomici ed enologici e i ristoranti (ben 22 stellati Michelin) esistenti sul loro territorio. E questa è sembrata una ottima occasione.