Sapessi come è strano, incontrarsi a Bamako. Almeno nel mondo della fotografia bisogna andare fino alla capitale del Mali per provare a guardare il mondo con un altro sguardo. Non sempre il nostro, occidentale e autoreferenziale, ma per una volta anche quello degli altri, dei fotografati. Persone che non sempre riusciamo a pensare anche dall’altro lato dell’obiettivo, ma che invece scattano eccome. E lo fanno focalizzando gli obiettivi sui propri Paesi, sulle proprie storie, su loro stessi.

Nati nel 1994 per rompere l’isolamento del mondo della fotografia africana, in nove edizioni i Rencontres di Bamako si sono presto affermati come la più importante manifestazione del genere in tutto il continente. Offrono la possibilità allo spettatore curioso di confrontarsi con visioni alternative dell’Africa, lontane dalle mode e dallo sguardo cui siamo abituati.

Il tema della mostra principale di quest'anno, l’esposizione Panafricana, è il mondo sostenibile, interpretato dagli artisti africani. Nel 2010 molti stati africani hanno festeggiato i 50 anni della loro indipendenza, il momento giusto per fare un bilancio e per guardare con occhio critico la realtà politica e sociale che si è venuta a creare. Da qui si è partiti per raccontare segni e resistenze, ma anche possibilità di sviluppo alternativo che non siano imposte dall’esterno, ma che nascano in loco. Come gli scatti raccolti inediti raccolti in questa Biennale.

Info:  fino al 1 gennaio, qui.