Via libera dall'Aula del Senato al decreto di legge sui piccoli Comuni, di cui è stato primo firmatario Ermete Realacci. Con 205 voti a favore, nessuno contro e 2 astenuti, ora il provvedimento è legge. Un momento importante per l'Italia: la legge prevede misure concrete per lo sviluppo economico di tanti piccoli Comuni italiani in chiave sostenibile e per contrastrarne lo spopolamento

Come piccoli Comuni sono definiti tutti quelli al di sotto dei cinquemila abitanti: in Italia, ricorda l'Anci, sono 5.591 e rappresentano il 69,9% dei Comuni italiani. Occupano il 54% del territorio nazionale e sono il luogo in cui vivono 11 milioni di persone. Dal 1971 al 2015 in quasi 2.000 piccoli Comuni la popolazione è diminuita di più del 20%, ma un'inversione di tendenza, anche sulla base di una analisi statistica condotta da Anci, non è così impossibile: 581 piccoli Comuni hanno fatto registrare un trend demografico positivo del 9 per cento circa tra il 2008 e il 2015. E dove si registra questo 'controesodo' il reddito imponibile medio cresce più velocemente. 

Molti piccoli Comuni sono stati certificati dal Touring con la Bandiera arancione, il riconoscimento dato ai borghi dell'entroterra con meno di 15mila abitanti che si distnguono per le loro qualità turistico-ambientali.

CHE COSA DICE LA NUOVA LEGGE
"La legge appena approvata" spiega il presidente dell'Anci Decaro "mette a disposizione i primi fondi mirati, 155 milioni di euro, e individua criteri precisi per la loro ripartizione tra i Comuni e i territori con particolari criticità. I primi cento milioni sono destinati al finanziamento di investimenti per tutela dell'ambiente ed altro (2017-2023). A queste risorse si aggiungono altri 54 milioni per la progettazione e la realizzazione del sistema nazionale di ciclovie turistiche". In particolare, i cento milioni saranno distribuiti così: una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2017 e 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023.

Ne potranno beneficiare, in particolare, i Comuni collocati in aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico; caratterizzati da marcata arretratezza economica; nei quali si è verificato un significativo decremento della popolazione residente rispetto al censimento generale della popolazione effettuato nel 1981; caratterizzati da condizioni di disagio insediativo, sulla base di specifici parametri definiti in base all’indice di vecchiaia, alla percentuale di occupati rispetto alla popolazione residente e all’indice di ruralità. 

Tra i punti di sostegno previsti dalla legge:
- diffusione della banda larga e misure di sostegno per l'artigianato digitale;
- semplificazione per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento anche per la loro conversione in alberghi diffusi;
- interventi di manutenzione del territorio con priorità per la tutela dell'ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico;
- messa in sicurezza di strade e scuole e interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico;
- acquisizione e riqualificazione di terreni e edifici in abbandono;
- possibilità di acquisire case cantoniere da rendere disponibili per attività di protezione civile, volontariato, promozione dei prodotti tipici locali e turismo;
- realizzazione di itinerari turistico-culturali ed enogastronomici e di mobilità dolce; possibilità di acquisire binari dismessi e non recuperabili all'esercizio ferroviario, da utilizzare come piste ciclabili;
- dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, possibilità per i centri in cui non ci sono uffici postali di pagare bollette e conti correnti presso gli esercizi commerciali;
- facoltà di istituire, anche in forma associata, centri multifunzionali per la fornitura di una pluralità di servizi, in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale, artigianale, turistica, commerciale, di comunicazione e sicurezza, nonché per attività di volontariato e culturali;
- interventi in favore dei cittadini residenti e delle attività produttive insediate nei piccoli Comuni;
- promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta e del loro utilizzo anche nella ristorazione collettiva pubblica.
LE DICHIARAZIONI
"Una bella giornata per chi vuole bene all'Italia. Questo testo è un'opportunità per tutto il Paese per un'idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l'innovazione, le nuove tecnologie e la green economy" ha detto Realacci. "L'importanza dei Piccoli Comuni, del resto, si è vista anche nel terremoto con il ruolo fondamentale per la tenuta delle comunità svolto da tanti Sindaci". A chi critica l'esiguità del Fondo istituito Realacci ribatte: "Il fondo lo avrei fatto anche a zero: pur se in sede di Legge di Bilancio si dovrà fare una battaglia" per ottenere più risorse a favore dei Piccoli Comuni "quello che è importante è il cambiamento nella maniera in cui si guarda al futuro dell'Italia, a questo importante e prezioso segmento del Paese".
"La legge viene approvata nell'Anno dei Borghi" ha detto il ministro Dario Franceschini "a conferma della completa sintonia tra le scelte del Governo e le volontà del Parlamento che su un tema così strategico si è unito al di là delle appartenenze e politiche. È un fatto molto importante che dimostra che questa legge rappresenta una grande opportunità per il rilancio e lo sviluppo dei piccoli Comuni, dei borghi e di interi territori che rappresentano il cuore e l'anima della nostra identità".