Si chiamava Andrea Doria ed era l’orgoglio della marina civile italiana del Dopoguerra. Costruita nei cantieri di Sestri Ponente e varata nel giugno 1951, era la nave più bella del mondo. Bella e tragica, che poi è il destino di tutte le grandi navi entrate nel mito. Sessant’anni fa, poco dopo le undici di sera del 25 luglio, in una notte di nebbia chiara e fitta l’Andrea Doria agli ordini del comandante Piero Calamai entrò in collisione con il transatlantico svedese Stockholm.

Era partita da Genova e viaggiava, in ritardo, alla volta di New York. All’altezza di Nantucket la prua della nave svedese squarciò la fiancata della motonave italiana giusto sotto il ponte di comando, distruggendo tre ponti di cabine e uccidendo 46 passeggeri. Dopo 11 ore, il tempo di salvare la gran parte dei passeggeri e dell’equipaggio, la nave si inabissò.

LA MOSTRA AL GALATA
La sua eroica e controversa storia (al naufragio seguì un appassionante processo per stabilire se la colpa fosse del comandante Calamai o del terzo ufficiale svedese) è raccontata in una ricca e complessa mostra, intitolata "Andrea Doria, la nave più bella del mondo" in scena, è il caso di dirlo, al Galata, il Museo del mare di Genova fino dal 12 novembre al 30 maggio 2017.
Una mostra che parla dell’Andrea Doria sotto tutti i punti di vista. Dalla costruzione nei cantieri liguri, all’allestimento artistico e architettonico degli ambienti di bordo ricostruiti in 3D. Ambienti lussuosi, perché l’idea era di portare lo stile italiano in giro per il mondo. Ambiente moderni, perché la Doria non era solo un transatlantico di linea, ma una vera antesignana delle navi crociera di oggi. Così fu la prima ad avere tre piscine, una per ogni classe di passeggeri.
Una bellezza che si può comprendere osservando il modellino di sei metri che rappresenta la nave nella sua ultima notte. Costruito per essere orgogliosamente esposto negli atri delle stazioni italiane per testimoniare la grandiosità della nave di proprietà della Società Italia, venne ritirato subito dopo il naufragio. Ma navigare a bordo dell’Andrea Doria era un’esperienza unica, così il Galata ha deciso di ricostruire una parte di ponte per far provare ai visitatori le stesse sensazioni di chi viaggiava tra Italia e America.
IL NAUFRAGIO DELL'ANDREA DORIA
La storia dell’Andrea Doria non sarebbe entrata nel mito senza il doloroso naufragio. Una vicenda che i media di allora raccontarono in lungo e in largo: radio, televisioni e rotocalchi seguirono la tragedia attimo per attimo. Harry Trask, un fotografo, riuscì persino a immortalare gli ultimi momenti della nave prima che affondasse e con queste immagini (presenti in mostra) vinse il Pulitzer.
In mostra, oltre alla documentazione tecnica che scagiona il comandante Calamai, anche le storie dei sopravvissuti (grazie al lavoro dell’equipaggio oltre 1.200 passeggeri vennero fatti scendere) e di coloro che invece persero la vita nel naufragio. Una mostra quella del Galata che parla di una nave, certo, ma nel farlo racconta un pezzo complesso e affascinante della storia d’Italia.
INFORMAZIONI
"Andrea Doria, la nave più bella del mondo"

Galata Museo del Mare
Calata De Mari, 1 (Darsena - Via Gramsci), Genova
Web: www.galatamuseodelmare.it
Orari: da novembre a febbraio, martedì-venerdì 10-18 (ultimo ingresso 17) e sabato, domenica e festivi 10-19.30 (ultimo ingresso 18); da marzo a ottobre, lunedì-domenica 10-19.30 (ultimo ingresso 18)