C'è stato un momento negli ultimi anni, in verità brevissimo, in cui grazie al supereuro diventava quasi conveniente andare a fare le vacanze in Svizzera. E così provare, almeno per una volta, l'ebrezza di andare in un bar di Lugano o Basilea e non trasalire al momento del conto. Il caffè, o la bottiglietta d'acqua non costavano 4 e 7 euro, ma il 30 per cento in meno. Che è comunque caro, intendiamoci, però era una bella sensazione. Quel tempo è finito. Il Franco Svizzero è più forte che mai: in un giorno - giovedì scorso - ha guadagnato il 14% e ora è arrivato alla parità con l'euro. E le vacanze nella Confederazione rimangono un'alternativa più che mai costosa.

Quanto successo in queste ore - in due giorni una qualunque vacanza in Svizzera è rincarata del 20% - è un buon esempio di come tenendo d'occhio i tassi di cambi si possono ancora fare ottimi affari (o pessimi, dipende) sfruttando il potere d'acquisto dell'euro. Anche se, va detto, negli ultimi anni raramente la moneta europea è stata così debole come in questi mesi. Una buona notizia per il turismo nazionale, che potrebbe attirare sempre più stranieri e sostenere l'economia. Meno buona per chi ama andare all'estero, con l'euro ai minimi diventa sempre meno conveniente.

Così negli ultimi mesi alcune destinazioni sono improvvisamente diventate assai vantaggiose. Su tutte la Russia. Nel corso degli ultimi mesi il rublo è letteralmente crollato, perdendo il 45%. Per cui andando in viaggio in Russia si può spendere quasi il 50% in meno rispetto all'estate scorsa. Anche se l'inflazione alle stelle compensa il parte la perdita di valore del rublo. E' il momento buono anche per andare in una destinazione solitamente assai cara come Giappone: lo Yen negli ultimi due anni ha perso quasi il 30% del suo valore rispetto all'euro e lì i prezzi al consumo sono sostanzialmente stabili. Conviene, almeno economicamente, l'Ucraina: la hryvnia ha perso oltre il 50% del suo valore. Diverso il discorso per la Norvegia: nonostante la corona abbia perso il 10% in pochi mesi non per questo Oslo è diventata una capitale a buon mercato. Anzi.

E quali Paesi invece ci costano di più per via dell'euro debole? Su tutti gli Stati Uniti. Il dollaro è ai massimi degli ultimi nove anni: siamo scesi sotto 1,20 Usd per 1 €, per cui il conto di una vacanza negli Stati Uniti è cresciuto del 30% in questi ultimi mesi. Di riflesso la crescita del dollaro influisce anche sul prezzo delle ferie in tutti questi paesi in cui alberghi e altri servizi turistici si pagano con il biglietto verde: dal Cile (dove se paghi in dollari risparmi netto il 20% di Iva) alla Birmania, la debolezza dell'euro porta a un aumento relativo dei prezzi. E' diventato più caro anche viaggiare in Cina: lo yuan (o reminbi, la moneta del popolo) continua ad apprezzarsi e il conveniente shopping cinese è un poco meno conveniente. Insomma, per viaggiare risparmiando meglio tenere d'occhio la pagina dei cambi.