Anche il Touring Club Italiano si schiera insieme ad altre associazioni nazionali (Altura, Enpa, Italia Nostra, Lac, Lav, Lipu-BirdLife Italia, Mountain Wilderness e Wwf Italia) contro la proposta di declassificazione dell'80% del territorio del parco regionale dei Colli Euganei, area protetta in provincia di Padova. 

Il Touring Club Italiano è convinto infatti che la natura italiana debba essere protetta nell'interesse delle generazioni presenti e future: ridurre l'area di un parco regionale tra i più belli e importanti del Veneto è davvero un'idea senza una visione. 

 
IL PARCO DEI COLLI EUGANEI
Il parco dei colli Euganei tutela una straordinaria area a sud di Padova: è stato il primo parco regionale a essere istituito in Veneto. Si tratta di un'area collinare ricchissima di biodiviersità, che conserva ancora ambienti integri dove si riproducono specie rare (per esempio la rana di Lataste e il falco pecchiaiolo). 

Non si pensi però che sia un'area selvaggia, intoccata dall'uomo: nel territorio del parco convivono da secoli attività produttive, piccoli borghi, coltivazioni (per esempio quella della vite). Il paese Bandiera arancione di Arquà Petrarca, dove si visita anche la casa del poeta, è proprio all'interno dell'area protetta. Ne abbiamo parlato diffusamente anche noi del Touring, all'interno di un recente Speciale Qui Touring dedicato proprio alle Terme e ai Colli Euganei. 

L'APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI
Oggi ecco il rischio di "declassificare" ben 80% dell'area protetta: la proposta arriva dal Presidente della Terza Commissione del Consiglio Regionale del Veneto, Sergio Berlato. Se il motivo dichiarato è fronteggiare l'emergenza cinghiali, le associazioni affermano che in realtà nella proposta "si nasconde il tentativo di conquistare nuovo territorio alla caccia, che già pervade la regione Veneto con conseguenze negative per la biodiversità e le colture agricole e arreca forte disturbo ai cittadini".

Ecco allora l’appello al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. La scomparsa del parco avrebbe un rischio ulteriore, secondo le associazioni: "si creerebbero le premesse per una vera e propria invasione speculativa, inclusa quella della cementificazione, in una regione che già conosce un consumo di suolo spaventoso, che costa ai cittadini veneti 137 milioni l’anno (fonte Ispra 2016) e ha visto consumare 1.400 ettari di suolo veneto solo negli ultimi tre anni".

“Non è un caso che alla notizia della possibile riduzione del Parco, con le associazioni ambientaliste e i cittadini veneti sono insorte moltissime categorie imprenditoriali presenti nel territorio del parco, primi fra tutti i viticoltori, che vedono nell’area protetta uno strumento fondamentale di buona qualità produttiva e ambientale" concludono le associazioni. "Chiediamo al Presidente Zaia di intervenire urgentemente, chiedendo l’immediato ritiro di questo emendamento come di tutti quelli analoghi ad esso e la giusta attenzione verso il patrimonio naturalistico veneto e dell’Italia intera”.