Gli Uffizi crescono, con quella che il direttore Eike Schmidt definisce “un’operazione gigante”. Dal 29 maggio 2019 i visitatori di una delle nostre più importanti sedi museali possono ammirare i capolavori veneti e fiorentini della collezione medicea in 14 nuove sale che vanno a comporre una nuova, ampia sezione dedicata al Cinquecento, che per definizione incarna il secolo d’oro della pittura italiana.
La Venere di Urbino di Tiziano è affiancata a destra dalla Flora, sempre di Tiziano, e dalla Fornarina di Sebastiano del Piombo. Le tre celeberrime dame potranno ora essere ammirate in totale calma e concentrazione in una sala appositamente dedicata. Negli ambienti vicini tornano finalmente visibili le opere di Lorenzo Lotto, Tintoretto, Veronese, molte delle quali da tempo non più visibili, che completano la collezione di pittura veneta degli Uffizi. Su questo lato è stata aperta anche una finestra sull’Arno, con vista mozzafiato sul fiume e sulle colline a sud della città, al fine di ristabilire il contatto della Galleria con il suo contesto urbano.
I colori delle pareti sono naturali e stesi secondo gli antichi metodi, che li rendono vibranti e vivi: verde per la pittura veneta – un verde ripreso dai tendaggi e dai rivestimenti dei muri che si notano in tanti dipinti del Rinascimento veneziano – mentre per gli spazi destinati alla scuola toscana è stato scelto un grigio scuro, che richiama la pietra serena dell’architettura degli Uffizi, ma con un timbro più caldo e vellutato. 
I visitatori possono finalmente ammirare di nuovo, dopo dieci anni di permanenza in deposito, la "Madonna del Popolo" di Federico Barocci, capolavoro di grandi dimensioni del maestro urbinate, che il granduca Pietro Leopoldo comprò a caro prezzo per le collezioni fiorentine. Accanto, sempre del Barocci, lo splendido e atmosferico Noli me tangere e, appeso nella parete vicina, quello dipinto da Lavinia Fontana, grande pittrice bolognese: due versioni dello stesso soggetto, due culture diverse a raffronto.
Le nuove sale degli Uffizi / foto Uffizi.it
Le stanze accanto alla sala del Pilastro sono state allestite come “studioli”, con opere di piccole dimensioni: una con dipinti sacri, l’altra con soggetti profani, tutti visibili nel dettaglio grazie alla protezione con vetri speciali, che permettono di avvicinarsi e di apprezzare ogni pennellata. torna visibile anche la Caduta degli Angeli ribelli di Andrea Commodi, un drammatico groviglio di anatomie umane con il quale il pittore fiorentino si confrontò direttamente con il Michelangelo della Cappella Sistina.
Vi è infine la zona dedicata alle Dinastie, dove i ritratti dei Medici di Bronzino (tra i quali anche la famosa ‘Eleonora da Toledo con il figlio Giovanni’) spiccano come gioielli sul fondo grigio scuro.
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