Architettura e società, architettura e attualità, architettura e i vari mondi che circondano l’umanità oggi. Questi i temi di “Fundamentals”, la Biennale che ha aperto a Venezia il 7 giugno e fino al 23 novembre presenterà una vera e propria ricerca che vuole stabilire i punti attuali e principali in cui si trova l’Architettura oggi. Non è un caso che il titolo scelto dal curatore olandese Rem Koolhaas per la XIV Mostra Internazionale dell’Architettura di Venezia, sia “Fundamentals”:  “Con questo nome non voglio stabilire delle regole – dice Koolhaas in conferenza stampa per presentare il suo lavoro di curatore –. Quello che vorrei è che ogni nazione riflettesse sulla sua identità come Paese, la sua Storia, e da qui partisse per creare il proprio Padiglione”. Non una Biennale in cui si è portati a notare il lavoro individuale di un architetto o di un altro, quindi, al contrario una Biennale in cui può colpire il percorso di una Nazione intera, poiché l’architettura è intesa come concetto intrinsecamente collegato alla Storia, all’Economia e all’Arte di un popolo.
 
L’Attualità come tema dei padiglioni
L’idea dell’architettura come tavolo di riflessione sulla Storia e le idee di varie nazioni crea una Biennale che può interessare anche a non architetti e esperti de settore, una Biennale concentrata su temi di attualità interpretati in modo molto vario dai padiglioni nelle due mostre (“Absorbing Modernity”, ai Giardini e all’Arsenale oltre che in varie parti della città, e “Elements of Architecture”, nel Padiglione Centrale). Per quanto riguarda la situazione in Italia, poi, Koolhaas dedica un focus ulteriore al Padiglione curato da Cino Zucchi: artisti di tutti gli altri settori della Biennale (Cinema, Danza, Teatro e Musica) hanno interpretato l’attuale situazione italiana lavorando nell’Arsenale a diretto contatto con le opere esposte e concentrandosi su un unico tema: esaminare l’Italia di oggi come stato emblematico di un contesto globale in cui molti paesi sono in bilico tra il caos e la realizzazione della loro piena potenzialità.
 
Padiglione Italia
Zucchi concentra il proprio lavoro per il Padiglione Italia sul concetto di “Innesti”, ovvero la capacità italiana di inglobare in una costruzione diversi periodi e diverse architetture, diverse storie e diverse epoche: le metamorfosi continue che antichi palazzi, chiese e costruzioni di ogni tipo subiscono nei secoli, diventano il tema e vengono valorizzate da questo Padiglione Italia, in cui un ampio spazio è dedicato a Milano e le sue numerose trasformazioni, continue riqualificazioni e cambiamenti architettonici.
 
Nuovi Padiglioni e l’Albania
Oltre alla importante presenza di ben 10 paesi che partecipano per la prima volta alla Biennale Architettura (Costa D’Avorio, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Kenya, Marocco, Mozambico, Nuova Zelanda e Turchia), e la forza espressa dal messaggio di molte fra tutte le nazioni coinvolte, spicca fra tutte l’Albania, che ha lavorato affidando l’interpretazione del tema scelto da Koolhaas a due artisti, il grande Adrian Paci e il suo maestro Edi Hila: “abbiamo preferito portare due artisti invece che due architetti perché spesso è l’arte a produrre nuove idee e a stimolare davvero – dice Jonida Turani, curatrice del Padiglione –. Con questo Padiglione vogliamo riflettere, creare, sviluppare il potenziale del nostro Paese, portare nuove idee”. L’arte è per l’Albania un’energia fondamentale per creare un nuovo stato: esempio di questo pensiero comune alla Nazione è anche il fatto che Edi Rama, l’attuale primo ministro, che è stato anche sindaco di Tirana, è un artista affermato.
Info. www.labiennale.org, 041-5218828/732