Nel 1948 la collezionista Peggy Guggenheim acquista il gesso dell’Angelo della città di Marino Marini (1901 – 1980), e l’anno successivo Marino lo trasforma in bronzo, in tempo perché venisse esposto nella Mostra di scultura contemporanea, curata e organizzata dalla stessa Peggy nel giardino di Palazzo Venier dei Leoni. L’opera si trova tutt’ora esposta dove la volle la collezionista, tra i cancelli che si affacciano sul Canal Grande. Oggi il museo veneziano rende un giustissimo omaggio all’artista pistoiese con la mostra Marino Marini. Passioni visive, prima retrospettiva mai realizzata a lui dedicata, che intende a situare organicamente l’artista pistoiese nella storia della scultura (nella foto, Peggy Guggenheim accanto a "L'angelo della città" - © Fondazione Solomon R. Guggenheim, foto Archivio CameraphotoEpoche, donazione Cassa di Risparmio di Venezia, 2005).
“Si tratta di una mostra di pensiero, ragionamento e studio” sostiene uno dei due curatori, Flavio Fergonzi “che ci ha permesso di riportare uno scultore di qualità altissima, quale Marino, nella storia dell’arte del ‘900”. “L’originalità di questa mostra”, spiega la curatrice Barbara Cinelli “risiede proprio nell’aver sfruttato il dialogo tra Marino e le sue ‘passioni visive’, dialogo che ha portato poi alla nascita di immagini nuove, oggi qui esposte”. È nata così un’esposizione che è pura “seduzione visiva” e che racconta quella storia italiana che Marino ha attraversato, cogliendone gli innumerevoli riferimenti da tessere insieme.

Le sale della Collezione Guggenheim. Foto Matteo De Fina​
IL DIALOGO TRA LE OPERE
L’intimità degli spazi della Collezione Peggy Guggenheim consente una inedita lettura, concentrata e ravvicinata, di più di cinquanta sculture di Marino e di venti opere, dall’antichità al ‘900, con cui la sua scultura si è rapportata. In questo modo viene privilegiato un dialogo serrato tra le sue sculture e quelle della tradizione plastica cui l’artista ha fatto riferimento.
Marino Marini, Popolo. 1929, terracotta 66 x 109 x 47 cm. Museo del Novecento-Coll. Marino Marini, Milano. Copyright Comune di Milano – tutti i diritti di legge riservati - Foto Luca Postini © Marino Marini, by SIAE 2018​
Sono i grandi modelli della scultura del ‘900, di maestri quali Arturo Martini, Giacomo Manzù, Pablo Picasso, Germaine Richier, con cui Marino entrò in dialogo, e, soprattutto, alcuni importanti esempi di scultura dei secoli passati, un’arte mai esposta prima nelle sale di Palazzo Venier dei Leoni: dall’antichità egizia a quella greco-arcaica ed etrusca, dalla scultura medievale a quella del Rinascimento e dell’Ottocento. Un simile dialogo offre un nuovo punto di vista, inaspettato e innovativo, intorno ai temi affrontati dallo scultore, travalicando le gabbie della cronologia, degli stili e delle periodizzazioni.
In un percorso della produzione di Marino esteso dagli anni ‘20 agli anni ’50, ogni sala mette in scena alcuni episodi di questo dialogo, e così dalle teste e i busti degli esordi si passa alle “Pomone” e ai nudi femminili, per arrivare al celebre tema del “Cavallo e Cavaliere” e ai ritratti delle ultime sale.  
Le sale della Collezione Guggenheim. Foto Matteo De Fina​
INFORMAZIONI
La mostra "Marino Marini. Passioni visive" rimarrà aperta fino al 1° maggio 2018. 
Tutti i giorni alle 15.30 il museo offre visite guidate gratuite alla mostra previo acquisto del biglietto d’ingresso.

Collezione Peggy Guggenheim, Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701, Venezia
Orario: apertura 10-18 tutti i giorni; chiuso il martedì e il 25 dicembre. La biglietteria chiude alle ore 17.30.
Informazioni generali: tel: 041.2405.411; www.guggenheim-venice.itBiglietto ridotto anche per i soci Tci.